Il tocco della memoria: Il viaggio interiore di Baltasar Kormákur
Il regista islandese Baltasar Kormákur ritorna con una nuova intensa opera che esplora i recessi della memoria e del cuore umano. Al Taormina Film Festival, Kormákur ha raccontato a Variety il suo ultimo lavoro, il dramma romantico “Touch”, un adattamento del romanzo di Ólafur Jóhann Ólafsson.
Scopri di più su Kristófer e la sua lotta con l’amore perduto e l’inizio di una demenza precoce. Guarda il trailer ufficiale e scopri la scheda informativa del film Touch.
Un viaggio nell’anima: Dal leone alla solitudine
Non è la prima volta che Kormákur si cimenta con storie di sopravvivenza. Ricordate il confronto titanico tra Idris Elba e un leone in “Beast”? O l’epica lotta contro una montagna con Jason Clarke e Jake Gyllenhaal in “Everest”? Everest. Questa volta, però, il regista affronta una sfida diversa ma altrettanto imponente: un anziano uomo di nome Kristófer che tenta di trovare pace con un amore perduto mentre si confronta con l’inizio della demenza.
“Leggere la storia di quest’uomo anziano che riflette sulla sua vita mi ha catturato lentamente ma inesorabilmente,” ha raccontato Kormákur. L’ispirazione è arrivata anche da un evento personale: “Avevo appena passato un periodo difficile con il mio divorzio, e questo mi ha portato a riflettere molto sulla mia vita e sul passato.”
La decisione di collaborare con l’autore del romanzo si è rivelata cruciale: “Ho avuto problemi con altri scrittori in passato, ma Ólafur è stato estremamente generoso e aperto ai cambiamenti.”
La performance cruciale di Pálmi Kormákur
Una scelta audace ma inevitabile è stata quella di affidare il ruolo di Kristófer giovane al proprio figlio, Pálmi Kormákur. “Ho mandato diverse audizioni, e tutti sono arrivati alla stessa conclusione: non avevo una seconda scelta,” ha spiegato il regista. Tuttavia, questa decisione ha portato anche delle riflessioni personali: “La vita di mio figlio è più preziosa per me del film.”
Egill Olafsson: Una lotta contro il tempo e la malattia
Ad interpretare il vecchio Kristófer è il veterano attore e musicista Egill Olafsson, che ha portato con sé le sue esperienze personali, incluso il suo recente diagnosi di Parkinson. “Ho deciso di dare una settimana extra per rallentare i suoi ritmi di ripresa. Ogni movimento è difficile per lui, e volevo che questo si riflettesse nel personaggio.”
Una delle scene più intense e complesse è quella nel ristorante giapponese, dove Olafsson, con tutte le difficoltà cognitive del Parkinson, doveva mangiare con la mano sinistra usando le bacchette e parlare tre lingue diverse.
La narrazione visiva di Kormákur si spinge oltre i limiti fisici e mentali degli attori, portando sul grande schermo una storia di riconciliazione e perdono. Non c’è bisogno di scalare montagne per trovare drammi epici; a volte, il viaggio più lungo e difficile è quello all’interno di noi stessi.
Così, il regista islandese ci offre un’opera che non solo esplora la memoria personale e collettiva, ma invita anche lo spettatore a riflettere sulle proprie esperienze di perdita e amore. Un film che sicuramente lascerà il segno, portandoci a guardare dentro di noi per trovare il nostro “touch” finale. Come sarà il nostro viaggio interiore? Forse, è tempo di scoprirlo.