Maite Alberdi debutta nel cinema di finzione con “El lugar de la otra”
Una nuova sfida per la documentarista cilena
Maite Alberdi, acclamata documentarista cilena, si lancia nel cinema di finzione con la sua opera “El lugar de la otra”, candidata alla Conchiglia d’Oro al 72º San Sebastian Film Festival. Questo cambiamento ha comportato diverse sfide per Alberdi, abituata agli intricati e lunghi processi di produzione dei documentari, che richiedono mediamente cinque anni, come dimostrato dai suoi lavori “The Eternal Memory” e “The Mole Agent”, entrambi nominati agli Oscar.
Tuttavia, girare un film di finzione ha presentato vantaggi inaspettati. Ad esempio, le riprese del dramma hanno richiesto solo un mese. Martedì ci ha parlato delle difficoltà e delle emozioni riguardanti questa nuova avventura.
La creazione di Santiago degli anni ’50
Ricreare la Santiago degli anni ’50 non è stato facile. Pamela Chamorro, a capo del dipartimento artistico, ha dovuto affrontare la scarsità di edifici dell’epoca. Gli earthquakes e la mancanza di politiche di conservazione hanno lasciato poche strutture dell’epoca ancora in piedi. Questi edifici antichi, purtroppo, sono rari oggi giorno.
Una nuova esperienza con gli attori
Passare dai piccoli team dei documentari, spesso composti da tre persone, a un cast di cinquanta attori e una troupe di ottanta è stata una transizione significativa per Alberdi. La sfida principale è stata trovare la verità nelle performance degli attori, osservando le sfumature dei loro gesti e azioni.
Il film vede un cast stellare composto da Elisa Zulueta, Francisca Lewin, Marcial Tagle, Pablo Macaya e Gabriel Urzúa, e la cinematografia è curata da Sergio Armstrong, noto per il suo lavoro in “Neruda”.
Ispirato a storie vere
“El lugar de la otra” trae ispirazione da “Las Homicidas” di Alia Trabucco, che racconta la storia di quattro donne cilene che hanno commesso omicidi. Il film si concentra sul caso della scrittrice Maria Carolina Geel, che negli anni ’50 uccise il suo amante davanti agli occhi increduli degli ospiti dell’Hotel Crillón.
Il copione scritturato da Inés Bortagaray e Paloma Salas racconta la vicenda dal punto di vista di Mercedes, una segretaria del giudice incaricato del caso. Mercedes viene interpretata da Elisa Zulueta.
Riflessioni sulla società cilena
Visitando l’appartamento elegante della scrittrice come parte delle indagini, Mercedes scopre un’oasi di tranquillità in contrasto con la vita claustrofobica che condivide con il marito e i due figli. Questa scoperta la spinge a interrogarsi sulla sua vita, la sua identità e il ruolo delle donne nella società.
Alberdi descrive il personaggio di Mercedes come rappresentativo di tutte le donne, affermando: “Mercedes è un personaggio fittizio, ma rappresenta tutte noi donne. Come noi, cerca di trovare un proprio spazio per evolversi e creare”. Il film riflette anche sul classismo e il patriarcato che continuano a prevalere nella società cilena.
Collaborazioni di successo e il futuro di Alberdi
“Netflix” e “Fabula”, i produttori cileni dietro il film, sono stati partner eccellenti per questa prima incursione di Alberdi nella finzione. La regista ha lodato la loro capacità di rispettare il suo punto di vista e di guidarla abilmente in questo nuovo mondo.
Parlando del San Sebastian Film Festival, Alberdi ha concluso dicendo: “Sono stata giurata al San Sebastian qualche anno fa. La cosa che amo di più è il suo pubblico. Le sale cinematografiche sono sempre piene, è veramente una città di cinefili”.
Il 72º San Sebastian Film Festival si svolgerà dal 20 al 28 settembre. Per chi è interessato a saperne di più su “El lugar de la otra”, è possibile consultare la scheda informativa e il trailer.
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