Il Durban FilmMart: una finestra sul futuro del cinema africano
Un’esplosione di colori e creatività sta per inondare la straordinaria costa del Sud Africa con la 15esima edizione del Durban FilmMart. Quest’anno, sotto lo stendardo tematico “African Visions Unleashed”, l’evento esplorerà il potenziale delle industrie creative del continente per affrontare le questioni più urgenti di oggi, giocando al contempo un ruolo sociale più responsabile e concreto.
Come creare una nuova visione per l’Africa
Magdalene Reddy, direttore del Durban FilmMart Institute, spiega che quest’edizione ruota attorno a una domanda centrale: “Come possiamo creare una nuova visione per l’Africa?”. Nel discutere l’importanza del cinema come potente strumento di trasformazione, Reddy sottolinea la necessità di produrre storie che siano responsabili nei confronti della società e dell’ambiente.
“Esiste un potere trasformativo nel cinema”, afferma. “Quest’anno, osservando cosa sta succedendo nel mondo, abbiamo pensato: assicuriamoci che i cineasti creino storie o producano film in modo più responsabile.”
Un programma dinamico e variegato
La manifestazione, che si terrà dal 19 al 22 luglio, offre un ricco programma che riunisce professionisti del settore per affrontare temi scottanti, come la potenziale disruption dell’intelligenza artificiale, la protezione della proprietà intellettuale, pratiche lavorative eque, parità di genere, codici di condotta nell’industria e l’impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione cinematografica e televisiva. L’obiettivo è andare oltre le narrazioni tradizionali, enfatizzando il potenziale del cinema come strumento di trasformazione, mettendo in luce sia nuovi che affermati cineasti provenienti da tutto il continente.
Nicola Ofoego, Katie Irwin, Frédéric Fiore, Emad Eskander, Dorothy Ghettuba, Chris Mack
Tra gli ospiti e relatori di questa edizione troveremo Nicola Ofoego, capo delle acquisizioni presso la parigina Black Mic Mac; Katie Irwin, agente e co-responsabile del settore internazionale presso WME Independent; Frédéric Fiore, presidente di Logical Pictures Group; Emad Eskander, capo del Red Sea Film Fund; Dorothy Ghettuba, direttrice dei contenuti in Africa sub-sahariana per Netflix; e Chris Mack, direttore creativo per il talento dello streaming gigante.
Un’opportunità per i cineasti africani
Uno dei momenti più attesi del Durban FilmMart è il forum di pitching e co-finanziamento, un’occasione fondamentale per i cineasti africani per presentare i loro progetti di fiction, documentari o animazioni a un pubblico di finanziatori, emittenti, servizi di streaming, programmatori di festival e produttori. Quest’anno, saranno presentati 30 progetti in cantiere, tra cui nuove opere dei vincitori del Rotterdam Film Festival Cyrielle Raingou con “Le Spectre de Boko Haram” e del Cairo fest Firas Khoury con “Alam”.
Le Spectre de Boko Haram
Alam
L’introduzione della CANEX Deal Room
Una novità di quest’anno è l’introduzione della CANEX Deal Room, una collaborazione tra il Durban FilmMart e la Cairo-based African Export-Import Bank, o Afreximbank, che l’anno scorso ha annunciato un fondo di un miliardo di dollari per il cinema africano come parte del suo Creative Africa Nexus Program (CANEX). In questa sede, i cineasti africani con un comprovato successo commerciale avranno l’opportunità di presentare i loro progetti in fase di sviluppo a investitori e finanziatori.
Reddy commenta questa iniziativa come un segno del rapido sviluppo del finanziamento cinematografico in Africa: “Ci sono più fondi internazionali che stanno guardando verso l’Africa per contenuti”, afferma, citando una recente iniziativa di Logical Pictures Group. “Questo è un modo per l’Africa di lasciare un segno importante sulla scena globale, perché ora ci sono soldi veri che vengono attraverso strutture di finanziamento.”
Un momento di riflessione e celebrazione
Il termine “trasformazione” sarà la parola chiave di quest’anno al Durban FilmMart, che coincide con il 30° anniversario della transizione del Sud Africa alla democrazia. Numerose discussioni saranno focalizzate sull’industria cinematografica e televisiva della nazione ospitante, la più sviluppata del continente, ma che ancora lotta per sbloccare tutto il suo potenziale.
Reddy si mostra fiduciosa nei riguardi dei progressi compiuti dal business cinematografico sudafricano dal 1994, anno delle prime elezioni democratiche nel paese: “Quello che abbiamo ottenuto negli ultimi 30 anni, abbiamo creato uno spazio per i cineasti che non erano in grado di far vedere i loro film o far ascoltare le loro voci”, dice. “La democrazia ha creato quello spazio per loro. Sempre più cineasti che non avevano accesso, che non avevano mai prodotto film prima, stanno facendo questo, il che è qualcosa di nuovo per il nostro paese.”