Cinema e tensione: l’incontro di Nicolas Cage e Maika Monroe in “Longlegs”
Un incontro che fa scintille
Nicolas Cage e Maika Monroe sono i protagonisti del film thriller “Longlegs”, ma la loro collaborazione sul set è stata tutto tranne che convenzionale. I due attori condividono lo schermo solo in una scena cruciale alla fine del film, un interrogatorio carico di tensione. Il regista Oz Perkins ha utilizzato una strategia unica per aumentare la tensione sul set: ha tenuto i due attori lontani l’uno dall’altro fino al loro incontro sul set.
Maika Monroe ha raccontato: “Avevano filmato con Cage per cinque giorni e quella era la sua ultima giornata, probabilmente tre settimane dopo l’inizio delle riprese. Il regista ha scelto di non farmi vedere niente, non incontrarlo, non vedere che aspetto avesse. Ha creato questo personaggio, questa cosa, quindi ero davvero nervosa”.
Per scoprire di più, guarda il trailer di Longlegs.
Un climax costruito con astuzia
Il momento dell’incontro tra i due è stato attentamente orchestrato. Monroe ha descritto come il regista abbia fatto in modo che il suo primo sguardo a Cage fosse totalmente autentico: “Mi portano fino a questa porta che entra nella stanza dove si trova lui. Le telecamere iniziano a girare su di me e il regista chiama ‘azione’. Ho aperto la porta e quello che vedete è tutto molto reale.”
Cage, profondamente immerso nel suo ruolo fino alla fine delle riprese, ha subito dopo confessato a Monroe di essere un suo grande fan, un momento che ha rotto la tensione e rivelato l’umanità dietro il personaggio.
Il fascino di Maika Monroe
Cage ha spiegato il motivo del suo apprezzamento per Monroe: “Volevo seguirla dopo It Follows. Ha un’energia diversa dagli altri attori; è quello che la rende unica. Ha una personalità e un’energia che la separano da tutti gli altri.” La scena tra loro due è intensa e lascia il segno, con Cage che sottolinea la naturalezza e il fascino infantile della performance di Monroe.
Monroe interpreta Lee Harker, una giovane donna il cui passato traumatico contrasta con la sua grazia e vulnerabilità intrinseche. La sua performance è stata apprezzata da molti, incluso Cage, che ha lodato la sua capacità di recitare senza apparire come se stesse recitando.
La metodologia di Nicolas Cage
Oz Perkins, il regista, ha permesso a Cage di avvicinarsi al ruolo nel modo che riteneva più opportuno. “Quando hai Nicolas Cage nel tuo film, è come avere una tigre,” ha detto Perkins. “Non gli dici cosa fare, lo lasciti fare ciò che sa fare meglio.” Cage ha mantenuto il suo focus senza socializzare troppo sul set, rimanendo in parte come il personaggio di “Longlegs” per il bene della scena.
Perkins ha anche spiegato: “Lui ha reso chiaro fin dall’inizio, in modo molto amichevole, che non voleva socializzare molto… E ha funzionato a mio vantaggio nel senso che potevo tenerlo lontano da Maika e poi farli incontrare solo nella scena insieme.”
Un finale aperto: cosa possiamo aspettarci ancora?
L’approccio unico di Oz Perkins e le interpretazioni straordinarie di Nicolas Cage e Maika Monroe in “Longlegs” dimostrano come la magia del cinema possa evolversi attraverso metodologie non convenzionali. Il risultato è un film che lascia il pubblico con il fiato sospeso, desideroso di scoprire cosa succederà dopo.
mentre ci immergiamo nei loro ruoli e nelle loro performance, una domanda rimane: quali altre sorprese e innovazioni ci riserva il futuro del cinema?