Il futuro del cinema africano: opportunità e sfide
Il panorama del finanziamento cinematografico in Africa sta vivendo una rapida evoluzione. Tuttavia, durante il Durban FilmMart di quest’anno, numerosi produttori, finanziatori e professionisti del settore hanno espresso ancora domande senza risposta su come sbloccare il potenziale del continente.
Sfide e speranze nel finanziamento cinematografico
Da un lato, c’è un crescente numero di meccanismi di finanziamento creati per sostenere la produzione di contenuti africani. Dall’altro, questi schemi spesso non riescono ad adattarsi alle sfide del mercato locale. L’aumento della produzione alimentato dalle piattaforme di streaming globali si è rivelato una lama a doppio taglio. Ad esempio, il ritiro improvviso di Amazon Prime Video dal mercato africano ha lasciato i produttori locali vulnerabili alle decisioni prese in uffici lontani.
Nonostante ciò, l’ottimismo non manca a Durban, con i rappresentanti dell’industria che mostrano un vivace senso di possibilità. Uno dei partecipanti, Dana Sims, rappresentante di un’agenzia di talenti statunitense, ha affermato: ”Il mondo sta guardando qui. Entro il 2030, il 60% della popolazione del continente avrà meno di 25 anni. Entro il 2040, l’Africa avrà il PIL più grande del pianeta”.
Un’opportunità da un miliardo di dollari
La Banca Africana di Import-Export (Afreximbank), con sede al Cairo, ha recentemente annunciato un fondo da un miliardo di dollari per il cinema africano. Questo fondo potrebbe trasformare radicalmente l’industria creativa del continente. Tuttavia, molti produttori lamentano la complessità eccessiva del processo di accesso ai finanziamenti.
Nonostante le difficoltà, molti credono nella visione del fondo e sostengono che stia andando nella direzione giusta. Altre istituzioni finanziarie stanno seguendo l’esempio. Kagisho Bapela della Industrial Development Corporation (IDC) del Sud Africa ha dichiarato: “La nostra responsabilità è creare un ecosistema che avvicini le idee creative ai modelli finanziari tradizionali, facilitando l’accesso ai finanziamenti”.
Sfide nella distribuzione
La distribuzione dei contenuti africani rimane una delle maggiori sfide, sia per i cineasti affermati che per i nuovi entranti nel mercato. Katie Irwin, agente e co-responsabile internazionale di WME Independent, ha sottolineato: “Le pipeline di distribuzione qui sono impegnative. La monetizzazione di queste pipeline è ciò che dovrebbe alimentare il denaro verso i progetti. E queste sono un po’ atrofizzate”.
Frédéric Fiore, capo del Logical Pictures Group, ha introdotto una nuova iniziativa africana che comprende un fondo per investire in contenuti, aziende di produzione, strutture fisiche e pipeline di distribuzione. “Vediamo molti fondi desiderosi di investire nel continente africano, ma molti di questi provengono da istituzioni che tradizionalmente finanziano progetti di grande infrastruttura come gas, strade, hotel”, ha dichiarato Fiore. “La nostra intenzione è fungere da intermediari tra i grandi enti finanziatori e i progetti con budget più ridotti”.
Un mercato frammentato
Un altro ostacolo per molti investitori è il mercato africano vasto e frammentato, composto da 1,2 miliardi di persone con divisioni linguistiche, culturali ed economiche. Iman Kennerly, consulente senior per lo sviluppo aziendale presso l’agenzia governativa statunitense Prosper Africa, ha dichiarato: “In molti casi, questi investitori sono a loro agio nel fare investimenti nel settore dell’intrattenimento negli Stati Uniti, ma quando si tratta di uscire dai confini statunitensi, non sanno da dove cominciare”.
Nuove partnership e visioni
Dana Sims e il produttore Erica Grayson stanno lanciando una nuova iniziativa concentrata sulla realizzazione di film commerciali con africani per un pubblico globale. Sims ha spiegato: “Ci sono molti produttori negli Stati Uniti che vogliono essere qui, che desiderano creare qui, e sono stanchi dei vecchi modi di fare negli Stati Uniti.”
Kathleen Burke, produttrice e cineasta di New York, sta collaborando con la veterana del cinema e della TV sudafricana Beverley Mitchell per lanciare Rare Bird Studios, uno studio di produzione globale con un focus su contenuti panafricani e diaspore. La partnership include anche Betty Sulty-Johnson di Habebo Studios, specializzata in produzione e distribuzione di contenuti africani.
Burke ha affermato: “L’unico modo per farlo è che produttori e istituzioni motivate offrano accordi equi, anche se ciò scombussola lo status quo. Credo che per ottenere questo sia necessario un cambiamento di leva, e questo cambiamento viene da una produzione cinematografica di successo che sia godibile a livello globale e capace di generare ricchezza per chi realizza i film qui”.
Il futuro del cinema africano
Il futuro del cinema africano è pieno di promesse e potenzialità. Le nuove iniziative di finanziamento, seppur sfidanti, rappresentano una porta aperta verso un panorama cinematografico più equo e dinamico. La collaborazione tra produttori locali e internazionali potrebbe essere la chiave per raccontare storie africane al mondo intero, offrendo nuove opportunità e superando le barriere del passato.
Nel contesto attuale, l’Africa sta emergendo come una delle aree più promettenti per l’industria del cinema e delle serie TV. Il viaggio è appena iniziato e i prossimi capitoli potrebbero riservare grandi sorprese per appassionati e professionisti del settore.