Gary Hustwit e l’innovazione del documentario: ”Eno”
Un nuovo modo di raccontare: il documentario generativo
Quando Gary Hustwit ha presentato il suo ultimo documentario, Eno, al Sundance nel gennaio 2024, non era dominato dall’ansia di trovare una distribuzione. Nonostante l’industria del cinema indipendente assomigli sempre più a una lotteria, la decisione di Hustwit di evitare una narrazione cronologica convenzionale sulla carriera di Brian Eno, optando invece per creare un software generativo che produce una versione diversa del film ogni volta che viene visto, era decisamente audace.
Sfide e opportunità nella distribuzione indipendente
Hustwit e la produttrice Jessica Edwards hanno ricevuto offerte da vari distributori a Park City. Tuttavia, il regista non era convinto che fossero pronti a distribuire “Eno” nel modo in cui lui intendeva. “Non credo che molti distributori fossero pronti ad affrontare qualcosa come ‘Eno’,” dice Hustwit. “Sto ancora innovando il software necessario per trasmettere dinamicamente un film che è diverso ogni volta che viene riprodotto. Quindi c’era molto interesse, ma credo che fondamentalmente volessero solo che facessi un director’s cut e lo rilasciassi come un film normale, e questo non era qualcosa che mi interessava fare in questa fase.”
L’arte dell’autodistribuzione
Rifiutare un’offerta di distribuzione potrebbe sembrare folle, ma Hustwit, noto per il suo documentario del 2007 Helvetica, si occupa dell’autodistribuzione dei suoi film da quasi due decenni. Ha tagliato fuori gli intermediari, portando direttamente i suoi documentari, tra cui Objectified (2009) e Rams (2018), nelle sale cinematografiche e sulle piattaforme di streaming.
Durante questo periodo, Hustwit ha accumulato dati sul pubblico, ha concesso in licenza i suoi film e ha organizzato proiezioni evento molto prima che questo diventasse una frase di moda. Nel 2018, ha organizzato circa 40 eventi per il documentario “Rams”, generando incassi notevoli come i 55.000 dollari al Castro Theatre di San Francisco e i 46.250 dollari per una proiezione al Barbican Hall di Londra.
L’importanza della proiezione dal vivo
Durante l’estate, Hustwit ed Edwards hanno proiettato “Eno” in teatri in tutto il paese e in Europa, dopo il successo nei festival invernali e primaverili. Prima della maratona di “Eno” al Film Forum di New York, Film First ha affittato teatri come il Palace of Fine Arts di San Francisco per proiezioni dal vivo a 40 dollari a biglietto.
Il sistema generativo Brain One
“Quando facciamo gli eventi dal vivo, creiamo il documentario sul palco con Brain One, il nostro sistema di computer generativo,” spiega Hustwit. Brain One, un anagramma di Brian Eno, produce una nuova versione del film basata su 500 ore di filmati archivistici di Eno e le interviste realizzate da Hustwit in diversi anni. Collegato al sistema di proiezione del teatro, Brain One crea una versione unica di “Eno” per ogni proiezione.
La sfida della creazione di DCP unici
Per le proiezioni in teatri come il Film Forum, Hustwit esporta ”Eno” come file ProRes per creare una versione unica del documentario e poi produce un DCP (pacchetto cinema digitale). Questo processo standard, però, diventa complesso per “Eno”, poiché Hustwit deve creare un DCP unico per ogni giorno di proiezione.
Partnership innovative con le sale indipendenti
Per far arrivare “Eno” a piccole sale cinematografiche non urbane, Hustwit ed Edwards hanno collaborato con Art House Convergence (AHC), una coalizione di circa 400 cinema indipendenti. “Eno” sarà proiettato nelle sale AHC l’8 e il 10 ottobre, con una versione diversa del film ogni giorno. Questo segna la prima volta che AHC collabora con un team di documentaristi per connettersi direttamente con il loro pubblico in tutto il paese.
Kate Markham, direttore operativo di AHC, ha dichiarato: “Siamo entusiasti che i nostri cinema membri abbiano l’opportunità di svolgere un ruolo nel portare l’esperienza unica di ‘Eno’ al loro pubblico in tutto il paese.”
Un nuovo approccio alla realizzazione cinematografica
Organizzare proiezioni in collaborazione con organizzazioni artistiche, dividere i costi dei biglietti, promuovere gli eventi e creare spettacoli dal vivo può sembrare un’ulteriore fatica per un team di documentaristi indipendenti. Tuttavia, per Hustwit, tutto fa parte del processo cinematografico. “Questo è fare cinema,” afferma. “Essere in viaggio a San Francisco, fare una proiezione privata del film e poi andare a Nashville solo per mostrare il film due volte a un pubblico dal vivo — è tutto parte del processo di realizzazione cinematografica. Se si cerca di separare la realizzazione del film dal resto, penso che non si avrà molto successo al giorno d’oggi.”
Il viaggio di Gary Hustwit e Jessica Edwards con “Eno” dimostra che l’innovazione e la determinazione possono aprire nuove strade nella distribuzione cinematografica. Questo approccio pionieristico potrebbe segnare l’inizio di un nuovo modo di concepire e distribuire documentari, offrendo al pubblico esperienze uniche e irripetibili.