Il cinema, tra sospiri e misteri: esplorando “Longlegs” con Nicolas Cage e Maika Monroe
L’arte del suono nel cinema: tra rock ‘n’ roll e satanismo
“Longlegs”, un film che ha suscitato molto scalpore nei cinema, è stato concepito con un’intenzione particolare: far sentire agli spettatori una vera e propria esperienza sonora da rock ’n’ roll degli anni ’70, con un tocco satanico. Questo è il compito affidato al progettista sonoro e montatore Eugenio Battaglia dal regista Osgood Perkins. Ma come si traduce un’idea così audace nel design audio di un film?
Alla radice di tutto: l’idea di Osgood Perkins
Perkins ha chiarito fin dall’inizio la sua visione a Battaglia, indicando che voleva che il suono sembrasse “rock ‘n’ roll”. “Dati i riferimenti agli anni ’70 e all’aspetto satanico del film, mi è sembrato interessante creare una sorta di profilo di messaggio subliminale per il suono,” spiega Battaglia. “Os voleva che sembrasse che qualcosa venisse proiettato nelle nostre menti, perché è praticamente ciò che accade alla protagonista.”
Un microfono, tanti stili: l’approccio creativo
Per realizzare questa visione, Battaglia ha utilizzato un microfono ambisonic a 360 gradi, solitamente usato per audio e video ASMR, per creare una combinazione ipnotica e orrifica. Riguardo al processo di registrazione, racconta: “Ho fatto molti sussurri, come messaggi subliminali. A volte inserivo anche cose divertenti come ‘Dacci una buona recensione su Rotten Tomatoes!’ per poi invertirle… Se inverti tutto il film, puoi trovare alcuni di questi dettagli divertenti.”
Il legame inquietante tra Harker e Longlegs
In “Longlegs” seguiamo l’agente dell’FBI Lee Harker, interpretata da Maika Monroe, che cerca di catturare il killer titolare (Nicolas Cage), un personaggio in grado di uccidere famiglie senza lasciare tracce. Con il progredire dell’indagine, Harker scopre una connessione personale con Longlegs: lui aveva visitato la sua casa vicino al suo compleanno, come per ciascuna delle sue vittime.
Il suono come protagonista: enfatizzare l’ansia
Battaglia ha voluto che il suono fosse un vero e proprio personaggio all’interno del film. “Volevo mantenere i sottofondi piuttosto bassi, ma rendere il resto dei suoni forti, così da poter sentire ogni passo intorno a lei o la musica che i vicini suonano,” afferma. Questo approccio aveva l’intento di creare un senso di anticipazione, costruendo lentamente la tensione per poi sorprenderci con suoni acuti, cogliendo di sorpresa il pubblico.
Il cuore battente delle scale: un tema ricorrente
Longlegs menziona più volte nel film di servire ”l’uomo in basso”. Questo tema si riflette anche nel design audio. “Ho semplicemente registrato me stesso mentre salivo e scendevo le scale,” dice Battaglia del suono del battito cardiaco presente nel film. “Poi ho sovrapposto questo con suoni pesanti, invertendolo e aggiungendo diversi effetti. Ho voluto che sembrasse un disco rock grezzo degli anni ’70, pieno di sussurri e cose sperimentali.”
Momenti di tensione e climax: la costruzione del terrore
Un momento chiave del film è la scena in cui Longlegs visita Harker da bambina. Originariamente silenziosa, Perkins ha aggiunto scoppi orchestrali per disorientare gli spettatori. “La scena inizia silenziosamente, con solo i suoi passi e il rumore della giacca,” ricorda Battaglia. “Ma una volta che Longlegs sussurra il suo caratteristico ‘cuckoo’, si avverte immediatamente il pericolo.”
Intuizione e rivelazione: la scoperta della verità
Nella scena culminante, Harker scopre che Longlegs non ha agito da solo, ma con sua madre Ruth (Alicia Witt), che travestita da suora consegnava bambole possedute alle famiglie, scatenando omicidi in trance. Un suono distintivo accompagna la sua scoperta, rafforzando la tensione.
Per scoprire di più su questo avvincente film, guarda il trailer di Longlegs.
Riflessione finale: il potere del suono nel cinema
“Longlegs” ci offre una straordinaria dimostrazione del potere del suono nel creare atmosfere e coinvolgere il pubblico a un livello profondo. Con un uso magistrale dei suoni subliminali e dei contrasti sonori, Eugenio Battaglia e Osgood Perkins ci conducono in un viaggio indimenticabile nei meandri dell’orrore psicologico. Ma ciò che rimane impresso è la sottile magia del cinema: un gioco di suoni e immagini che, insieme, tessono storie capaci di farci rabbrividire.
E voi, ascoltatori attenti, avete percepito i messaggi nascosti tra le note di questa pellicola?