# Un intrigo famigliare: nel caos di “The Girl in the Pool”
“The Girl in the Pool” si presenta come una commedia dark più che un thriller psicologico, evocando situazioni tipiche delle sitcom piuttosto che un autentico senso di tensione. Diretto da Dakota Gorman, questo film trae ispirazione da Alfred Hitchcock, sfruttando alcuni elementi del suo stile inconfondibile, come l’occultamento di un corpo durante una festa, riprendendo un concetto simile a quello visto in “Nodo alla gola”. Tuttavia, le similitudini finiscono qui.
Thomas, interpretato da Freddie Prinze Jr., è un manager di medio livello con una vita apparentemente perfetta: un ottimo lavoro, una grande casa nei tranquilli sobborghi, due figli perfetti e una moglie amorevole. Ma dietro questa facciata idilliaca, Thomas nasconde un oscuro segreto: una relazione con una donna più giovane, Hannah. Tuttavia, il loro ultimo incontro passionale finisce in tragedia quando la giovane viene trovata morta nella piscina, probabilmente uccisa. Da qui, l’inizio di un incubo per Thomas, costretto a nascondere il corpo mentre la sua famiglia sta per rientrare a casa.
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Le cose si complicano ulteriormente quando Kristen, la moglie di Thomas (interpretata da Monica Potter), organizza una festa a sorpresa per il compleanno di Thomas proprio nella scena del crimine. La festa vede la partecipazione di amici e colleghi di Thomas, compreso il suocero William, che nutre un profondo disprezzo per lui e non perde occasione per umiliarlo. Comincia così una notte di frenetica tensione per Thomas che, tra pep talk davanti allo specchio e tentativi disperati di mantenere il segreto, tenta di evitare che gli ospiti scoprano il corpo nascosto.
Gorman e lo sceneggiatore Jackson Reid Williams aggiungono un tocco di commedia che smorza la tensione. Passando da brillanti flashback che aggiungono dettagli farciti di dialoghi assurdi, il film mantiene un tono leggero ma con un sottotesto di ansia. Emblematico è il momento in cui Thomas, durante un viaggio mentale alimentato dalla cocaina, appare come un gatto ipnotizzato dalle luci del DJ, una delle scene più folli del film.
Anche se la pellicola è esteticamente arricchita da un forte impatto visivo, grazie al montaggio di Rob Bonz e al design del suono di Lawrence He, la narrazione soffre di una mancanza di vera suspense. Le dinamiche tra Thomas e i suoi amici fastidiosi, Randall e Mike, non portano avanti l’intreccio, e i segreti non svelati tra i membri della famiglia non risultano convincenti. La chimica tra Potter e Prinze, che in passato avevano partecipato insieme al film “Head Over Heels”, non riesce a ricreare la magia del passato.
Un punto di forza del film risiede nell’uso innovativo del design sonoro interno che riflette la paranoia del protagonista, alternando suoni stereo e mono quando i ricordi fanno irruzione nelle conversazioni casuali. Questi frammenti di suoni e immagini mostrano il crescente stress di Thomas, culminando in tempestose sequenze di immagini e echi sonori.
Nel complesso, “The Girl in the Pool” potrebbe non soddisfare chi cerca un thriller ricco di suspense, ma offre momenti di intrattenimento grazie ai suoi ribaltoni narrativi. La sfida principale per gli spettatori è decidere se ridere delle sventure di Thomas o simpatizzare con lui. Con un tocco di nostalgia per il cinema di Hitchcock e una buona dose di umorismo involontario, questo film si rivela un viaggio sorprendentemente divertente nel caos e nell’inganno.
Per chi vuole immergersi nel mondo di “The Girl in the Pool”, ecco il link al trailer.