Ripley: la magia di un cast perfetto in una serie limitata
Le serie TV e il cinema hanno la straordinaria capacità di trasportarci in mondi diversi, permettendoci di esplorare storie affascinanti e personaggi complessi. Ripley, la nuova serie limitata di Netflix, basata sul classico romanzo di Patricia Highsmith “The Talented Mr. Ripley”, non fa eccezione. La serie ha già ottenuto 13 nominations agli Emmy, tra cui una per il casting eccezionale.
Il rischio e l’arte del reboot
L’adattamento di un’opera tanto amata comporta sempre una buona dose di rischio. Avy Kaufman, il rinomato direttore del casting, ha inizialmente espresso scetticismo quando Steven Zaillian le ha chiesto di partecipare al progetto.
“All’inizio mi chiedevo perché Steve volesse fare questo,” confessa Kaufman. “Conosco il suo talento avendo lavorato con lui in passato, ma fare un reboot è davvero rischioso.”
Eppure, il prodotto finale ha dissolto ogni dubbio, trasformando la serie in una vera opera d’arte. Kaufman loda la serie per la sua profondità narrativa e la capacità di esplorare i personaggi in modo così dettagliato che la definisce una “pura arte”. Ripley rappresenta un capolavoro complesso che racconta svariate storie coinvolgenti.
Una collaborazione di lunga data
Kaufman ha collaborato con Zaillian sin dal suo debutto alla regia con “Searching for Bobby Fischer” nel 1993, estendendo la collaborazione a tutte le successive opere dirette dal regista, tra cui “The Night Of” e “A Civil Action”. Grazie alla sua carriera brillante, Kaufman ha vinto tre Emmy Awards e ha lavorato con maestri del cinema come Ang Lee e Steven Spielberg.
Il processo di casting: una sfida pre-pandemia
Il casting di “Ripley” è stato completato prima dell’inizio della pandemia, un periodo in cui le audizioni in persona erano ancora la norma. Secondo Kaufman, il processo è stato arduo.
“Steve vuole vedere molte persone,” afferma. “Il che rispetto, ma richiede molto tempo.”
Andrew Scott era già stato scelto per interpretare il personaggio titolare, ma è stata Kaufman a suggerire Dakota Fanning per il ruolo di Marge Sherwood. Dopo aver collaborato con lei in “The Alienist”, Kaufman sapeva che Fanning avrebbe riportato una brillante interpretazione al progetto.
Ricordi indimenticabili e scoperte fortunate
Il casting non si limita a scegliere gli attori giusti. Per Kaufman, è anche una costante scoperta di talenti che possono brillare in futuro. Uno degli esempi più affascinanti è Johnny Flynn, scelto per interpretare Dickie Greenleaf. Flynn era già un favorito di Kaufman, e quando Zaillian lo ha approvato, è stata una grande soddisfazione per lei. Anche Eliot Sumner, nel ruolo di Freddy Miles, rappresenta un tassello importante del cast.
La passione di Kaufman si riflette nel modo in cui scova talenti. Ricorda con entusiasmo la ricerca di giovani attori nei club di scacchi per “Searching for Bobby Fischer” e il viaggio in India per trovare Suraj Sharma, l’inedito protagonista di “Life of Pi”.
Empatia e autenticità: le chiavi del successo
Da giovane, Kaufman aspirava a diventare una ballerina. Questo background le conferisce una sensibilità unica nei confronti degli attori. Conosce bene la pressione di un’audizione e fa del suo meglio per mettere a proprio agio gli artisti. Consiglia agli attori di essere se stessi e di affrontare il provino con autenticità piuttosto che cercare di compiacere il direttore del casting.
L’arte di creare ensemble
Per Kaufman, uno degli aspetti più gratificanti del suo lavoro è creare ensemble armonici. Durante il casting di “Lincoln” di Steven Spielberg, ha riunito un gruppo di attori che, sebbene nuovi, hanno portato al film uno straordinario valore aggiunto. Tra questi vi erano Adam Driver e Jeremy Strong, che da allora hanno scalato le vette del successo.
La sua abilità nel riconoscere i talenti emergenti è sorprendente. Nel riflettere su questi momenti, Kaufman sottolinea l’importanza di stare al passo con le novità teatrali e cinematografiche, pur lamentando di non riuscire a guardare abbastanza film e serie TV.
Scoperte casuali e gemme nascoste
Uno degli aneddoti più divertenti di Kaufman riguarda un’occasione in cui è stata “ingannata” dai potenziali attori. Durante un’audizione per attori bambini, due ragazzi sono entrati nel suo ufficio e il regista ha subito esclamato: “Ecco il ragazzo!” Quel ragazzo, però, non era altro che suo figlio in visita, disinteressato all’audizione. Questo episodio ha ricordato a Kaufman che le vere gemme si trovano spesso nei luoghi più inaspettati.
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In un panorama così ricco e vario, la ricerca dei talenti continua ad essere un’affascinante avventura che, grazie a professionisti come Avy Kaufman, permette al pubblico di immergersi nella magia delle storie sul grande e piccolo schermo.