Un finale apocalittico per “Evil”
La resa dei conti tra il bene e il male
Con la messa in onda dell’episodio finale di “Evil” su Paramount+, si chiude un capitolo intenso e ricco di suspense del mondo delle serie TV. Solo in uno show come “Evil” potremmo assistere a un finale che, pur tra mille difficoltà, vede l’Anticristo scatenarsi contro il Vaticano. I protagonisti, la psicologa Kristen Bouchard (Katja Herbers) e Padre David Acosta (Mike Colter), si trasferiscono a Roma per continuare il loro lavoro di valutazione delle possessioni demoniache.
C’è però qualche complicazione. L’ex trio di valutazione si è ridotto a un duo, poiché il tecnico Ben (Aasif Mandvi) ha deciso di restare negli Stati Uniti. Inoltre, il battesimo del neonato di Kristen, Timothy, che potrebbe essere il profeta del diavolo, sembra non aver avuto l’effetto desiderato, lasciando un segno demoniaco a pochi passi dal cuore della Chiesa.
L’evoluzione della serie
In quattro stagioni, “Evil” ha sempre evitato la chiarezza assoluta. I creatori Robert e Michelle King, già noti per “The Good Wife” e “The Good Fight,” hanno affinato un tono paradossale, oscillando tra il moralmente sfumato e l’assurdamente spudorato. Con “Evil”, i Kings hanno abbracciato questi estremi, concentrandosi su temi esistenziali come le anime eterne. Nonostante il titolo della serie, l’approccio degli autori non ha mai puntato a un’opinione definitiva.
Le ultime puntate, sebbene brevi, hanno lasciato alcuni fili narrativi irrisolti, ma questo sembra essere in linea con un universo popolato da suore, djinn, doppelgänger e preti telepatici. Un finale che riesce a essere allo stesso tempo ottimistico e minaccioso, senza dare chiari segnali su quale lato prevarrà.
Un’analogia con altre serie
“Evil” ricorda alla lontana “The Leftovers” di Damon Lindelof, in cui descrivere qualsiasi punto della trama fuori contesto fa sembrare lo spettatore come uno dei pazienti della dottoressa Bouchard. Tuttavia, a differenza di “The Leftovers,” qui il sovrannaturale è un dato di fatto. Solo alcuni dei casi esaminati risultano di natura satanica, ma di certo esiste un conglomerato chiamato DF Global, gestito da un umanoide capra nudo noto come Il Manager.
Kristen, David e Ben non cercano di scoprire se il male cosmico è reale, ma come vivere decentemente in un mondo dove esso persiste ostinatamente. Attraverso decine di casi, “Evil” critica e supporta allo stesso tempo gli approcci dei protagonisti. Ben è un incredulo incallito che finisce per indossare un cappello di stagnola per alleviare le sue emicranie, mentre David è un cattolico devoto che sceglie il sacerdozio nonostante il suo evidente legame con Kristen, che funge da intermediaria.
Un trio in bilico tra fede e scienza
Oltre ai propri peggiori istinti – Kristen ha ucciso un uomo con un’ascia! – il trio centrale di “Evil” si scontra con Leland Townsend (Michael Emerson), una figura minacciosa e beffarda. Emerson, un vero e proprio veterano del teatro, riesce a passare dalla banalità del concetto di male alle sue estreme e isteriche manifestazioni. È stato Leland a rubare uno degli ovuli di Kristen per diventare il padre biologico di Timothy, e Leland che Kristen ha quasi strangolato a morte nel finale quando si introduce in casa sua. Solo l’intervento di Ben e David, i suoi angeli custodi, impedisce a Kristen di superare nuovamente il limite.
La critica alla Chiesa e la flessibilità del genere
L’avversione di “Evil” per gli assoluti si è manifestata soprattutto nel tono della serie. I Kings sono maestri nell’usare la struttura episodica della televisione in rete, sfruttando il classico format del caso-settimanale come cavallo di Troia. Come le serie precedenti, “Evil” poteva affrontare qualsiasi argomento, dai social media alla misoginia sul posto di lavoro, passando dal comico all’orrore e al sentimentale spesso nello spazio di una sola scena.
Una scena esemplare tra molte è quella di Suor Andrea (Andrea Martin) che attira demoni con una ciotola di marshmallow per poi confrontarsi con il senso di colpa per un amore perduto. Non avresti mai potuto prevedere dove “Evil” sarebbe andato, e non avresti voluto perdere la sorpresa di vedere Richard Kind decapitare una giovane donna con una spada.
Link utili
Tutte e quattro le stagioni di “Evil” sono ora disponibili in streaming su Paramount+. Se sei un appassionato di serie che sfidano i confini del genere e giocano con le aspettative, “Evil” è una visione obbligata. La serie invita a riflettere su come il male può persistere e su come la fede, l’amore e la speranza possano essere le nostre armi più potenti.