“Good One”: Un viaggio intimo tra natura e tradimenti
Quando pensiamo ai film indipendenti, spesso ci viene in mente un’esperienza visiva e narrativa che cerca di esplorare nuove profondità emotive e punti di vista non convenzionali. “Good One”, il primo film del regista India Donaldson, rappresenta proprio questo: una dramedy leggera su tre persone in viaggio con lo zaino in spalla che, improvvisamente, cambia tono. Good One è una pellicola che sa colpire il pubblico in modo inaspettato, esplorando temi complessi come la fiducia familiare, la fragilità umana e i limiti del perdono.
Un ritratto familiare sottosopra
Protagonista del film è Lily Collias, al suo secondo ruolo cinematografico, che interpreta Sam, una diciassettenne in campeggio con suo padre Chris (James Le Gros) e il suo impacciato amico Matt (Danny McCarthy). Tutto sembra procedere tranquillamente finché, dopo che suo padre si è ritirato per la notte, Sam ha una conversazione rivelatrice e inquietante con Matt. Durante una scena notturna di tredici minuti attorno al fuoco, Matt sta attraversando un difficile divorzio e, alla fine, suggerisce a Sam di entrare nella sua tenda per tenerlo al caldo. Questa improvvisa svolta rappresenta un tradimento profondo che segna l’inizio di una nuova fase per Sam e per la dinamica familiare.
Good One è quindi una riflessione sulla fiducia tradita, sui genitori imperfetti e sui confini del perdono. Dopo la sua anteprima al Sundance, il film è stato acquisito da Metrograph Pictures e sarà distribuito nei cinema di L.A. e New York a partire dal 9 agosto, con una diffusione più ampia nelle settimane successive.
La sfida del primo film
Parlando della sfida di dirigere il suo primo lungometraggio, Donaldson ha sottolineato quanto sia stato difficile ottenere i finanziamenti e, soprattutto, guadagnare la fiducia delle persone. “Per me, è stata una sfida continua fidarmi di me stessa”, ha ammesso il regista. “Per realizzare un film, devi andare avanti con determinazione e ignorare quella voce interna che ti dice di fermarti”.
Donaldson afferma che il successo di “Good One” si è basato molto sul casting dei giusti attori. Per esempio, la scena in cui Sam confronta suo padre è stata originariamente scritta con molto più dialogo, ma molti di quei dialoghi si sono rivelati non necessari una volta trasposti sullo schermo. “James Le Gros ha evidenziato una battuta specifica,” ha spiegato Donaldson. “Fu allora che capii quanto fossero irrilevanti alcune delle linee più dirette che avevo scritto”.
Filmare in natura: le sfide e le opportunità
Filmare in natura rappresenta sempre una sfida. Quando Paul Briganti ha girato “Please Don’t Destroy: The Treasure of Foggy Mountain”, ha dovuto affrontare nidi di calabroni, zecche, serpenti e temperature di 100 gradi Fahrenheit. Anche Donaldson ha avuto la sua parte di difficoltà sul set di “Good One”. “Abbiamo avuto un costante timore che qualcosa potesse interrompere il delicato programma,” ha raccontato. “Abbiamo fatto del nostro meglio per andare avanti nonostante tutto, ma sapevo che avremmo dovuto adattarci a qualsiasi cosa succedesse”.
L’importanza della sottigliezza
Il momento in cui Matt fa un’avances a Sam è un esempio perfetto di come la sottigliezza possa aggiungere complessità a una storia. “Ho voluto mantenere il momento semplice e silenzioso per rivelare più prospettive e livelli di comprensione,” ha spiegato Donaldson. Piuttosto che trasformare Matt in un personaggio unidimensionale e villain, il film offre uno sguardo più empatico e complesso.
Tradimenti più profondi
Il vero tradimento del film, tuttavia, non è quello di Matt, ma l’indifferenza o l’incapacità di Chris di confrontarsi con la situazione. Questo parla di una dinamica più ampia dove gli uomini tendono a schierarsi con altri uomini in certi contesti. “Realizzi che il tuo genitore è un essere umano imperfetto, incapace di affrontare le difficoltà e ascoltarti,” ha aggiunto Donaldson. “È il più grande tradimento, e riflette una delusione universale che tutti proviamo nei confronti dei nostri genitori.”
Una conclusione aperta
Le ultime scene del film, dove Sam’s dad le consegna le chiavi dell’auto dicendole di guidare, offrono molteplici letture. È un’offerta di pace, ma anche un atto egoistico. “È una risoluzione rapida per lui,” ha detto il regista. “E sa di aver detto la cosa sbagliata e non sa come rimediare.”
Nel loro complesso “Good One” è un film che lascia molte domande aperte, invitando il pubblico a riflettere sulla complessità delle relazioni umane e sulle sfide del perdono.
Ogni film ha il potenziale di aprire finestre su nuove comprensioni e “Good One” non è da meno. Questo viaggio tra i boschi è arricchito da momenti profondi di introspezione e autenticità, rendendolo un must per gli appassionati di cinema indipendente. Per chi fosse interessato, ecco il link diretto al trailer e alla scheda informativa: Good One. Buona visione!