Il fascino delle grotte nel cinema: una sfida tra luce e oscurità
Il viaggio verso il cuore della Terra
Uno degli episodi più spettacolari della serie “Planet Earth” ci porta nel mondo nascosto della grotta di Hang Son Doong in Vietnam. Documentare la bellezza naturale di questa grotta, la più grande al mondo, ha richiesto una sfida significativa in termini di illuminazione. La troupe, guidata dal cinematografo Luke Nelson, ha trascorso 17 giorni sottoterra, a circa 700 piedi di profondità, per riprendere le straordinarie immagini di questo luogo.
Arrivare alla grotta non è stato semplice. Secondo Nelson, “ci sono voluti due giorni di cammino”, e la squadra ha dovuto ingaggiare tra i 10 e i 15 portatori per trasportare batterie, generatori, droni e obiettivi. Una volta arrivati, si è aperto un mondo di oscurità totale, dove l’unica luce disponibile era quella portata dalla squadra stessa.
Tecnologia all’avanguardia per catturare l’ignoto
Per documentare questa meraviglia naturale, Nelson ha utilizzato un’ampia gamma di videocamere, dai droni piccoli e agili ai grandi cinema-style cameras. Non è raro che i documentaristi sul campo utilizzino almeno un drone, ma Nelson ne aveva cinque, di varie tipologie, inclusi droni freestyle FPV e droni a carico pesante con luci montate. “Abbiamo utilizzato ogni tipo di drone che si possa immaginare,” ha affermato Nelson, anche se due di questi sono finiti distrutti durante le riprese.
La grandezza immensa della grotta è difficile da immaginare. “L’oscurità è così vasta e la grotta così profonda che è tutto buio intorno a te. Puoi vedere solo una piccola parte di stalagmiti, ma è impossibile comprendere la scala senza misurazioni precise. È come essere dentro una montagna,” ha spiegato Nelson.
Un microcosmo nascosto
Durante l’esplorazione, il team ha scoperto specie come il pesce cieco delle caverne, che nuota nell’oscurità totale da anni. L’illuminazione della grotta ha richiesto ogni tipo di luce, dalle torce frontali alle luci dei telefoni cellulari fino ai pannelli LED fatti in casa. “Tutto doveva essere alimentato a batteria, ed è stata una sfida,” ha detto Nelson.
Per combattere lo spazio negativo e il buio della grotta, la squadra ha dato priorità all’illuminazione di alcuni elementi specifici che volevano evidenziare. L’esposizione della scena non è stata così difficile come previsto, grazie a pochissimi punti in cui la luce solare filtra per brevi minuti al giorno.
Un teatro naturale illuminato dal sole
“In alcuni punti, la luce del sole entra nella grotta per circa 30 minuti al giorno, quando non è nuvoloso,” ha osservato Nelson. Con una gran quantità di acqua e tante superfici riflettenti di calcare, il raggio di sole arriva e illumina le pareti della grotta in modo spettacolare. “È una benedizione. La natura si illumina da sola.”
Questa esperienza non solo dimostra il potere della cinematografia naturale, ma anche l’ingegno e la perseveranza necessari per catturare immagini che raccontano storie che altrimenti rimarrebbero nascoste.
Per i cinefili e gli appassionati di documentari naturalistici, il meraviglioso episodio di “Planet Earth III” sul Vietnam rappresenta una vera e propria immersione sensoriale nel cuore della Terra. Potete vedere il trailer dell’episodio per avere una prima impressione di questa incredibile avventura cinematografica.
Se sei curioso di scoprire altre immagini e video di queste meraviglie sotterranee, ti invito a guardare il trailer ufficiale di “Planet Earth”. Non c’è nulla di più appagante che vedere la magia della natura portata alla luce grazie alla tecnologia avanzata e alla dedizione dei professionisti del cinema. Buona visione!