Un tuffo nell’assurdo: “Kill the Jockey” di Luis Ortega
Un mondo selvaggio e appassionato
L’assurdità e la satira si fondono in “Kill the Jockey”, ultima opera del regista argentino Luis Ortega, ambientata nel caotico e affascinante mondo delle corse di cavalli in Argentina. Ortega ci porta immediatamente in un universo che, sebbene profondamente influenzato dall’esotismo e dalle bizzarrie dei suoi personaggi, riesce a catturare l’attenzione con una trama avvincente e surreale.
“È un mondo selvaggio, davvero selvaggio”, confessa Ortega. E non possiamo che dargli ragione.
Il protagonista: Remo Manfredini
Al centro di questo vortice si trova Remo Manfredini, interpretato magistralmente da Nahuel Pérez Biscayart. Remo è un personaggio complesso, turbato psicologicamente e con una vita segnata da eccessi di droga e alcol. Nonostante i suoi difetti, o forse proprio a causa di essi, Remo conserva il carisma e la sicurezza di un torero.
Il film ci mostra un uomo che, prima ancora della partenza, cade giù dal cavallo, un simbolo evidente della sua lotta interna. È interessante come Ortega paragoni questa alienazione a quella vissuta dai registi nel mondo del cinema:
“Essere un regista in questa industria ti fa sentire alienato e completamente perso”, aggiunge Ortega.
Satira sociale e la società argentina
Con toni satirici pungenti, Ortega dipinge una società argentina intrisa di corruzione e violenza. È impossibile guardare questo film senza cogliere le sottili critiche alla condizione sociale del paese. Eppure, questo non rende il film meno universale.
“Avrei potuto ambientarlo in Russia. È semplicemente una storia di persone”, dice il regista.
L’ambientazione è trascendente; Buenos Aires è solo un punto di partenza, non un limite. La collaborazione con il direttore della fotografia finlandese Timo Salminen, noto per il suo lavoro con Aki Kaurismäki, contribuisce a conferire al film un’estetica unica, lontana dai canoni del cinema argentino tradizionale.
Un cast stellare e tematiche profonde
Parlando di Nahuel Pérez Biscayart, vincitore di un César con “120 battiti al minuto”, Ortega non lesina elogi:
“È il miglior attore argentino che abbiamo. Capisce la follia di tutto e riesce a essere ridicolo con naturalezza.”
La bravura e la sensibilità di Pérez Biscayart emergono chiaramente attraverso il personaggio di Remo. Al suo fianco, troviamo Úrsula Corberó, conosciuta per il suo ruolo in “La casa di carta”, che interpreta Abril, la fidanzata di Remo, e la cilena Mariana di Girolamo.
Un elemento surreale che ricorre nel film è la presenza continua di bambini. Il boss mafioso di Remo è sempre accompagnato da un neonato, e Abril è incinta. Questo topos tematico punta a esplorare il legame tra nascita e morte, un’idea ispirata da William S. Burroughs.
“Parla di come ci debba essere la morte affinché ci sia la nascita,” spiega Ortega.
Il viaggio personale di Ortega
Questa ossessione per i bambini deriva anche da un’esperienza personale: Ortega stava per diventare padre durante la produzione del film, un evento che l’ha profondamente segnato.
“Era qualcosa che mi tormentava. Tutto ciò che riguardava i bambini era come un’ombra costante,” confida Ortega.
Una delle ironie più intriganti del film è che Remo trova la libertà solo quando viene imprigionato. Questo riflette la complessità del personaggio e del mondo che lo circonda, evidenziando come la reclusione possa paradossalmente portare alla liberazione da obblighi e pressioni sociali.
Il futuro di Ortega
Il prossimo progetto di Ortega è altrettanto promettente e avvincente. Al centro vi è un prete che fuma crack in Bolivia, coinvolto in una storia d’amore con una folle attrice. Questo nuovo film promette di esplorare temi complessi e affascinanti, come la dualità tra Dio e il Diavolo sotterraneo, e l’uso esplosivo della dinamite.
“In Bolivia, vendono dinamite come si vendono sigarette, ed è incredibile,” dice Ortega con un misto di stupore e fascino.
Conclusione
“Kill the Jockey” non è solo un film: è un viaggio in un mondo surreale e affascinante, pieno di personaggi indimenticabili e situazioni paradossali. La visione unica di Luis Ortega, combinata con un cast eccellente e una storia avvincente, rende questa pellicola un’esperienza cinematografica imperdibile.
Per saperne di più sulla magia dietro “Kill the Jockey” e immergersi nei suoi trailer, vi invitiamo a visitare Kill the Jockey.