Un nuovo paradigma per i film romantici: il successo travolgente di “It Ends with Us”
Dopo un’estate dominata da film fantasy e avventure epiche, il sorprendente trionfo commerciale di “It Ends with Us”, un dramma romantico intriso di temi oscuri con protagonista Blake Lively, sta dando nuova linfa all’industria cinematografica. Questo film, uno dei pochi a non essere evasionistico, dovrebbe far riflettere Hollywood sull’importanza di diversificare i contenuti. Ma, finché termini come “chick flick” permarranno, la lezione potrebbe passare inosservata.
L’evoluzione del termine “chick flick”
Per molto tempo, il termine “chick flick” ha evocato un’ironica rivendicazione femminista. Sebbene personalmente non mi sia mai piaciuto e abbia evitato di usarlo nelle recensioni, ne capivo il fascino. La parola “chick,” retaggio sessista degli anni ’60, veniva riappropriata come successo con “queer”. Unendo “chick” a “flick”, si voleva affermare un’identità culturale.
Questa nuova ondata di femminismo consapevole degli anni ’90, segnata da film come “Pretty Woman” e serie come “Sex and the City”, ha trasformato il “chick flick” in un genere apprezzato da molte donne. Questi film erano romantici, a volte strazianti, e rappresentavano uno dei pochi generi cinematografici puntati specificamente sulle donne.
La conquista di un nuovo pubblico
Quando le donne hanno rivendicato questi film, hanno anche sancito il termine “chick flick”. Se tale termine suggeriva che fossero film di Serie B, le spettatrici rispondevano con orgoglio: “Sono fiabe romantiche, sono fantasie, sono formaggio. Ma sono il nostro formaggio.”
Oggi, molti concordano sul fatto che “chick flick” sia un termine obsoleto. Ma non è solo la frase a essere fuori moda; è anche l’idea di relegare questi film in una categoria che confonde la consapevolezza femminile con il kitsch. L’insidia è pensare che i film abbiano un pubblico demografico ben definito. Questo è un mito culturale che limita la varietà dei film prodotti.
Un pubblico in evoluzione
Sì, alcuni film possono attrarre più donne che uomini, o viceversa, ma ciò non significa che siano destinati esclusivamente a quei gruppi. Negli anni ’90, i generi horror e d’azione erano considerati quasi esclusivamente “maschili”. Tuttavia, col tempo, sempre più donne sono andate a vedere questi film, dimostrando che le categorie demografiche rigide sono superate.
Gli “chick flicks” e l’appeal universale
Per comprendere realmente il pubblico dei “chick flicks”, immaginate di poter contare ogni persona che ha visto un film del genere negli anni ’90 e 2000. Certamente, la maggioranza sarebbero donne, ma cosa dire degli uomini? Erano forse tutti trascinati da compagne o amici? Non hanno apprezzato i film? Gli uomini non amano le commedie romantiche? Non possono commuoversi davanti a un finale emozionante?
Viviamo in una società progressista, dove le persone di ogni genere, sessualità ed etnia non si conformano più agli stereotipi. Questo è il punto centrale della cultura per cui lottiamo: non incasellare gli individui. Tuttavia, quando parliamo dei gusti dei cinefili, siamo bloccati negli anni ’50. E, usando quei cliché, limitiamo la varietà dei film che vengono prodotti.
Un nuovo futuro per il cinema romantico
Non siamo più negli anni ’50, né nel 1985 o 1995. Il successo di “It Ends with Us” dovrebbe far capire che i gusti cinematografici sono universali. Piuttosto che etichettarlo come un film per donne basato su un popolare romanzo, dobbiamo riconoscere il suo valore come dramma umano. Se sono le donne a guidare questo cambiamento, ben venga, ma seguiamole e smettiamo di pensare ai loro gusti come qualcosa da incasellare.
Per scoprire di più su “It Ends with Us” e vedere il trailer ufficiale, potete cliccare su It Ends with Us.
Continuiamo a supportare e celebrare film che parlano a tutti, indipendentemente dal genere, e riconosciamo l’importanza di storie che toccano il cuore di ogni spettatore.