Il mago del suono: il contributo di Ben Burtt al cinema
Il suono che ha plasmato una generazione
Tra i tanti fan del cinema, quelli di Star Wars occupano un posto speciale. Unici nel loro genere, hanno visto nascere una comunità continuativa e affezionata grazie a figure come Ben Burtt. Questo veterano del sound design ha una carriera straordinariamente lunga, culminata con il Vision Award Ticinomoda al festival di Locarno. “‘Star Wars’ è stata un’eccezione. Ha gettato le basi per la mia carriera e ha formato una comunità di fan davvero straordinaria,” osserva Burtt. “Ho incontrato molte persone che hanno visto questi film da bambini, ispirandosi a entrare nel mondo del cinema. Non credo ci sia qualcosa di altrettanto duraturo in termini di popolarità. Avrò sempre questa connessione con ‘Star Wars’.”
Il dettaglio storico: l’orologio di Lincoln
Durante i lavori per il film di Steven Spielberg, “Lincoln,” con Daniel Day-Lewis, Burtt ha trovato modo di sfruttare il suo legame con Star Wars. “Ho avuto meno opportunità di lavorare su film che non si svolgevano nello spazio. Questa volta, però, il film era molto semplice: niente voci di creature, niente astronavi, nessun suono eclatante. La sceneggiatura originale prevedeva che Lincoln tirasse fuori continuamente l’orologio da tasca, guardandolo mentre pensava, scriveva e sognava. Ho pensato: ‘Non sarebbe grandioso registrare l’effettivo orologio di Abraham Lincoln?’”
Il suo sforzo per trovare e ottenere il permesso di registrare uno dei pochi orologi rimanenti è stato lungo un anno. “Uno si trovava allo Smithsonian, ma erano riluttanti a toccarlo – figuriamoci caricarlo con una chiave. Poi ho scoperto che la Kentucky Historical Society possedeva l’orologio che Lincoln avrebbe avuto con sé quando fu assassinato nel 1865. Fortunatamente per me, il loro curatore era un grande fan di ‘Star Wars’.”
I segreti dei grandi classici
Burtt è un veterano premiato con quattro Oscar, noto per lavori come “Indiana Jones,” “E.T.” e “WALL-E.” Ha anche editato la trilogia prequel di “Star Wars,” che ora sembra ricevere il giusto riconoscimento dopo le critiche iniziali. “Quando abbiamo fatto ‘The Empire Strikes Back,’ la critica era: ‘Non è così divertente, non è all’altezza. Avete rovinato tutto!’ Poi abbiamo fatto ‘Return of the Jedi,’ e la gente diceva: ‘È troppo carino. E che cosa sono questi orsetti?’ Il fanbase è sempre stato difficile da accontentare. Successivamente, con l’avvento di internet, la condanna globale è diventata immediata.”
Tuttavia, il tempo ha dimostrato che il pubblico può cambiare opinione. “I prequel hanno ricevuto molte critiche al loro esordio, ma ora sento che le persone si sentono più a loro agio con questi film come rappresentativi della vera essenza di ‘Star Wars.’ Mostra solo che l’opinione del pubblico può evolvere,” nota Burtt.
L’arte del suono: da luci spade a orsi Wookie
Una delle prime domande che i fan gli pongono è sempre: “Come hai fatto i suoni delle luci spade?” Burtt risponde sempre con entusiasmo: “Se riproduci quel suono, persone da tutto il mondo lo riconoscono all’istante. Negli ultimi film, gli attori sussurravano i suoni durante i combattimenti. Dovevamo dirgli di stare zitti!”
Dalla pesante respirazione di Darth Vader ai “beep e boop” di R2-D2, il lavoro di Burtt è stato straordinario. “Quando ho iniziato, George Lucas mi disse che voleva sentire un ‘mondo naturale.’ Ogni volta che creavamo qualcosa, doveva essere fatto con suoni reali. Potevamo modificarli, ma voleva sentire veri motori, veri animali e cerniere arrugginite sulle porte del Millennium Falcon. Diceva: ‘Fallo suonare come fosse già usato.’”
Un tocco vintage: l’approccio a Indiana Jones
Con “Indiana Jones,” dice Burtt, “amavo lavorare su questi film, forse anche un po’ di più.” Ha rispettato l’ambientazione storica anche aggiungendo un tocco personale. “Registravamo aeroplani d’epoca o ascoltavamo vecchie registrazioni di essi, poi aggiungevamo il nostro tocco. In ‘Indiana Jones,’ tutto è esagerato. È un gigantesco fumetto. Penso a questi suoni come alle bolle dei fumetti con ‘boom!’ e ‘kapow!’ dentro.”
Il lavoro invisibile: un premio inaspettato
Pur essendo dedicato ai creativi il cui lavoro ha esteso gli orizzonti del cinema, l’award di Locarno è stato una sorpresa per Burtt. “È sempre un onore essere riconosciuti come persone della post-produzione, montatori di film e sound designer. Quello che facciamo è piuttosto invisibile. Il segno del successo è l’illusione che ciò che vedi e senti sia naturale: che sia successo così com’è.”
Burtt continua a trasmettere la sua passione attraverso piccole iniziative. “Mostro film a casa mia ogni sabato. Questo ‘festival del film’ va avanti da 15 anni. Cerco di diffondere il ‘vangelo del suono’ a modo mio, nel mio piccolo mondo. Ma globalmente, è una sfida.”
Il futuro del suono nel cinema
Il divertimento, afferma Burtt, sta nel prendere una sequenza e cominciare a mettere i suoni. “Immediatamente, prende vita. È come dare vita a qualcosa. Non sei più sul set; improvvisamente, sei in quel mondo. E sei il primo a esserne testimone.”
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