Michel Hazanavicius parla contro l’antisemitismo in Francia
Michel Hazanavicius, regista premiato con l’Oscar per “The Artist” e autore del film animato “La cosa più preziosa”, ha recentemente scritto un appassionato articolo di denuncia contro il crescente antisemitismo in Francia. Quest’opera, presentata al Festival di Cannes di quest’anno, ha suscitato polemiche per la sua rappresentazione delle vittime di Auschwitz.
Riflessioni personali e domande provocatorie
Hazanavicius, figlio di sopravvissuti all’Olocausto provenienti dall’Europa orientale, ha usato le pagine di un noto quotidiano francese per interrogarsi sul perché sempre più persone sembrano avere problemi anche solo nel parlare del genocidio degli ebrei. “Perché ho l’impressione che come membro di una minoranza qualsiasi, che ha avuto la sua parte di tragedie, sono diventato il simbolo dell’oppressione, dell’imperialismo e dell’ingiustizia?” chiede Hazanavicius.
Con tono sconcertato, il regista si domanda come sia possibile che, in tempi così brevi, l’essere ebreo sia diventato motivo di sospetto e disprezzo. “Come sono diventato così malvagio in così poco tempo?” si chiede retoricamente.
Un regista impegnato anche all’estero
Hazanavicius, noto anche per il suo film “The Search” che ha messo in luce la guerra in Cecenia del 1999, esprime frustrazione per l’apparente disinteresse crescente nei confronti dell’antisemitismo, specialmente durante l’attuale conflitto in Gaza. “Perché, quando Netanyahu viene processato, si sente parlare troppo spesso del processo a Israele, o addirittura agli ebrei, invece di mettere semplicemente sotto accusa l’estrema destra, per quanto israeliana essa sia?” continua Hazanavicius.
Antisemitismo e conflitto in Medio Oriente
Il regista suggerisce che non dovrebbe essere obbligato a esprimere la propria opinione sul conflitto israelo-palestinese ogni volta che rilascia un’intervista, solo perché è ebreo. In un mondo normale, afferma, ci si sarebbe aspettati una “ondata di empatia piuttosto che di violenza” verso gli ebrei in seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre.
“Perché questi momenti di sgomento e dolore non sono stati condivisi da tutti? Dobbiamo sempre sentire ‘Sì, ma -‘ ogni volta che uno o 1200 ebrei vengono massacrati?” si domanda Hazanavicius.
Il dibattito attorno a “La cosa più preziosa”
Nel corso di un’intervista, Hazanavicius ha ricordato come i suoi nonni riuscirono a sfuggire alla deportazione ad Auschwitz, cosa che non fu possibile per altri familiari e amici. Il regista voleva che il suo film celebrasse coloro che superarono i pregiudizi e salvarono vite, evitando toni eccessivamente didattici. Tuttavia, il film è stato criticato per l’unica scena che rappresentava l’orrore dei campi di sterminio.
La trama de “La cosa più preziosa” segue il destino di una famiglia ebrea e dei loro gemelli neonati, deportati ad Auschwitz, e quello di una coppia di taglialegna poveri e senza figli che vive in una foresta polacca. Il giovane padre ebreo, durante il viaggio verso il campo di sterminio, avvolge una delle gemelle in uno scialle e la getta fuori dal treno nella neve. Una taglia legna solitaria, che al passaggio dei treni sperava di trovare risorse abbandonate, scopre la bambina e decide di portarla a casa sua. Il marito, inizialmente diffidente verso l’arrivo della piccola ebrea, finisce per affezionarsi e sacrifica tutto per salvarla. Puoi vedere il trailer del film.
Il peso della memoria e la sfida del cinema
Hazanavicius ha confessato di essere stato inizialmente riluttante ad affrontare il progetto, data la tematica dell’Olocausto che gli sembrava troppo imponente. Tuttavia, fu infine attratto da quella che considerava una storia “immensamente bella” e senza tempo.
“La cosa più preziosa” sarà distribuito in Francia il 20 novembre da Studiocanal. Il film è prodotto da Patrick Sobelman e Robert Guédiguian, insieme a Florence Gastaud e Hazanavicius stesso. Jean-Pierre e Luc Dardenne hanno co-prodotto il film tramite la loro casa di produzione Les Films du Fleuve. Il cast vocale vede la partecipazione di attori iconici come Jean-Louis Trintignant, Gregory Gadebois e Dominique Blanc.
L’importanza del cinema come strumento di riflessione sociale emerge con forza dalle parole di Hazanavicius. La sua capacità di fondere narrazione personale e critica sociale rende il suo lavoro non solo un’opera d’arte, ma anche un elemento di dibattito e riflessione contemporanea.