Marco Bellocchio e Marco Tullio Giordana: un sodalizio artistico
Quando il rinomato regista italiano Marco Bellocchio ha contattato il suo amico e collega Marco Tullio Giordana, autore del celebre “La meglio gioventù”, per discutere di un progetto che aveva anni di lavorazione alle spalle, Giordana non ci ha pensato due volte ad aderire. Il risultato di questa collaborazione è “La vita altrove,” che ha debuttato fuori competizione all’ultimo Locarno Film Festival. In occasione del festival, Giordana ha anche ricevuto il prestigioso Pardo alla carriera.
Un romanzo, una pellicola
Il film è un adattamento del romanzo omonimo di Mariapia Veladiano, ambientato a Vicenza tra gli anni ’80 e il 2000. La trama segue la giovane Rebecca, interpretata da Sara Ciocca da bambina e Beatrice Barison da giovane donna, che viene emarginata dalla madre a causa di un’ampia voglia sul viso. Rebecca trova conforto nella musica, in particolare nel pianoforte, grazie all’aiuto della zia e mentore Erminia, interpretata da Sonia Bergamasco.
Approfondisci il film: La vita altrove
Un’ispirazione letteraria
Giordana ha condiviso la sua passione per il progetto dicendo: “Bellocchio mi chiese di leggere la sceneggiatura e me ne innamorai. Poi lessi il romanzo e decisi di riscrivere lo script per poterlo indossare come un salvagente e sentirmi a mio agio.” Bellocchio non solo ha firmato la sceneggiatura, ma ha anche prodotto il film insieme al suo partner di produzione Simone Gattoni, grazie alla collaborazione con Rai Cinema e la Veneto Film Commission.
Un team da sogno
Giordana ha confessato un’ammirazione profonda per Marco Bellocchio, considerandolo un vero maestro del cinema italiano. Il regista ha parlato della loro collaborazione con grande affetto, puntualizzando come Bellocchio, in veste di produttore, fosse estremamente organizzato e rispettoso del lavoro altrui.
Un omaggio a Chantal Akerman
Nel film, Giordana dedica l’opera alla compianta regista belga Chantal Akerman, che considera una delle più grandi cineaste del XX secolo. “Quando ho pensato a chi dedicare questo film, ho subito pensato a lei. Avrei voluto che potesse vederlo e che fosse ancora viva,” ha detto Giordana.
La magia di Locarno
Tornare a Locarno ha avuto un significato speciale per Giordana, che ha vinto il Pardo d’oro con il suo film d’esordio “Maledetti vi amerò” nel 1980. “È un festival straordinario con un pubblico unico. Le proiezioni serali nella Piazza Grande, con quel gigantesco schermo e 7.000 persone che guardano il tuo film… è un’esperienza unica al mondo,” ha affermato.
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L’ispirazione di una lunga carriera
Cosa spinge Giordana a continuare a fare film quasi cinquant’anni dopo quella prima visita a Locarno? Il regista ha spiegato: “Osservo ciò che mi circonda. Ascolto le persone, leggo giornali, riviste e libri. Guardo i film degli altri e, quando qualcosa mi colpisce, sento il desiderio di darle forma attraverso un film.”
Una passione per la musica
Nel casting dei protagonisti, Giordana ha insistito sull’importanza di avere pianisti veri per i ruoli principali. “Non mi piace quando in un film su un musicista si taglia dalla faccia alle mani. Mi sento preso in giro dal regista,” ha spiegato. Sonia Bergamasco, oltre a essere un’attrice eccellente, è anche una pianista da concerto, mentre Beatrice Barison, pur non avendo mai recitato prima, è una pianista professionista e ora ha un futuro promettente come attrice.
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Condivisione di un’eredità comune
Giordana e Bellocchio, due pilastri del cinema italiano, hanno dimostrato che la passione e la dedizione possono creare opere senza tempo. “La vita altrove” è testimonianza di una collaborazione basata su rispetto reciproco e un amore condiviso per l’arte del cinema.
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E così, il viaggio artistico di questi due giganti del cinema continua, arricchendo il panorama cinematografico con storie profonde e coinvolgenti. Aspettiamo con ansia le loro prossime creazioni, certi che sapranno ancora una volta sorprenderci e toccarci nel profondo.