La vendicatrice degli anziani prende il comando: un’analisi di “The G”
Un thriller che colpisce dove fa più male
La vendetta e la protezione degli anziani sono i temi centrali di “The G”, un film che non si limita a raccontare ma si prefigge di scuotere il pubblico. Diversamente dalle tipiche narrazioni su nonne gentili e inoffensive, questo film presenta una protagonista, Ann Hunter, interpretata da Dale Dickey, che è l’antitesi della familiarità rassicurante. Attraverso lo sguardo del regista e sceneggiatore canadese Karl R. Hearne, “The G” ci trasporta in un mondo crudele dove gli anziani sono spesso preda di crimini efferati.
La trama cruda e reale
La storia ruota attorno alla 72enne Ann Hunter, detta “la G” da sua nipote Emma. Ann non è la tipica nonna affettuosa: fuma e beve mentre il suo fragile marito, Chip, è confinato a letto e attaccato a una bombola di ossigeno. La loro già precaria situazione peggiora quando vengono sfrattati e trasferiti in un misero complesso abitativo per anziani, gestito da truffatori che sfruttano i vulnerabili.
Il meccanismo della truffa
Il film mette in luce una truffa ben organizzata, in cui medici e giudici corrotti dichiarano incompetenti anziani autosufficienti, permettendo al losco imprenditore Rivera di appropriarsi delle loro proprietà e risparmi. Gli anziani diventano prigionieri, o peggio. La brutalità della situazione è evidente sin dall’inizio, con scene che mostrano le pratiche inumane a cui questi anziani sono sottoposti.
La resiliente Ann Hunter
Nonostante sembri una vittima impotente, Ann nasconde un passato oscuro pieno di violenza. Quando Chip paga un prezzo altissimo per la sua mancanza di collaborazione, Ann decide di usare tutte le sue risorse per vendicarsi dei loro tormentatori. La sua determinazione porta a un’escalation di giustizia violenta, coinvolgendo anche un temibile esecutore del Texas e un vicino di casa armato.
Un contesto anonimo ma significativo
Girato apparentemente a Montreal, il film sceglie consapevolmente ambientazioni vaghe ed anonime. L’atmosfera è resa cupa attraverso colori sombri e locali deprimenti. Le scelte artistiche di Hearne sottolineano come questi luoghi siano perfetti per far scomparire persone non gradite, senza che nessuno se ne accorga.
Authentico e senza fronzoli
Anche se a volte si desidererebbe un maggiore accumulo di tensione, “The G” mantiene una certa autenticità che evita di scadere nel melodrammatico. La performance di Dale Dickey domina in modo inequivocabile, confermando la sua Ann come una donna che sa cosa vuol dire trovarsi da entrambi i lati di una pistola.
Riflessioni per gli appassionati di cinema
“The G” non è solo un thriller, ma una riflessione sulla vulnerabilità e la forza nascosta delle persone anziane. È un racconto che mette in discussione la nostra percezione degli anziani, spesso visti come inermi e bisognosi di protezione. Ann rappresenta un modello di resilienza e coraggio che esce dai soliti schemi narrativi, offrendo spunti di riflessione su come trattiamo i membri più anziani della nostra società.
Conclusioni non necessarie
Il finale di “The G” potrebbe sembrare meno potente di quanto meritato dalla storia e dal personaggio di Ann, ma la sua forza è innegabile. Il film invita alla riflessione e all’azione, ricordandoci che le persone, indipendentemente dall’età, possono avere dentro di sé una forza nascosta e una capacità di resistere e combattere contro l’ingiustizia.
Link utili
- Guarda il trailer di The G per un’anteprima.