Nuovi orizzonti per Harper Stern: ‘Industry’ ritorna con una Terza Stagione ad alto rischio
La prima volta che abbiamo visto Myha’la’s Harper Stern, nell’ultima puntata della seconda stagione di “Industry” quasi due anni fa, il suo mondo era stato appena scosso. Un ufficiale delle risorse umane annunziava freddamente che la multinazionale Pierpoint & Co. aveva scoperto la falsificazione del suo curriculum scolastico. Poco prima, il suo mentore Eric Tao (Ken Leung) rivelava di aver coperto le spese del suo soggiorno in albergo durante il lockdown, mostrando un legame quasi familiare con lei. Ma l’ha tradita dichiarando: “Devo licenziarti”. Una frase standard nel mondo aziendale, ma nella voce di Leung suonava più come una rottura devastante.
Harper Stern: una protagonista in costante evoluzione
“Industry”, il dramma intenso e provocante targato HBO, ambientato nel mondo della finanza londinese, ruota attorno a Harper, una giovane donna che ha lasciato un passato turbolento a New York per farsi strada come analista alla Pierpoint. Questo inganno l’ha raggiunta alla fine della seconda stagione, ponendo le basi per la sua rinascita in una forma più forte e determinata. “Abbiamo praticamente smantellato tutto,” afferma Myha’la, collegandosi via Zoom dal suo appartamento a Brooklyn. “Ora Harper è fuori dalla banca. Tutto è possibile!”
Nuova collocazione, nuove sfide
Per Harper, e per “Industry”, le sfide aumentano esponenzialmente nella terza stagione, che debutterà l’11 agosto. In un panorama televisivo lento a causa degli scioperi del 2023, HBO ha assegnato a “Industry” un orario di punta: andrà in onda la domenica alle 21:00, subentrando a “House of the Dragon” dopo la conclusione della sua seconda stagione. Kit Harington si unisce al cast come un imprenditore aristocratico e volubile, apportando un legame più forte con l’universo di “Game of Thrones”. Al centro di questo salto di qualità c’è Myha’la, che a 28 anni sta per passare da stella emergente a vera e propria star.
Un personaggio complesso
Myha’la ha contribuito in modo significativo a plasmare Harper fin dagli inizi di “Industry”, quando i creatori Mickey Down e Konrad Kay hanno selezionato il suo provino tra oltre 200 candidature. “C’è una dolcezza in lei, che contrasta in modo efficace con la durezza di Harper,” afferma Kay. Myha’la ha suggerito che Harper mostrasse una faccia di granito piuttosto che rivelare le sue insicurezze, come era stata inizialmente scritta.
In un mondo a tal punto britannico da essere una coproduzione con la BBC, scegliere una donna afroamericana come protagonista può sembrare controintuitivo. Eppure Harper è perfettamente posizionata per fungere da guida per lo spettatore che si sente simile a lei, mentre manipola le aspettative degli altri. “Pensa a tutto in termini di vantaggio personale,” dice Myha’la parlando delle opinioni di Harper su razza e genere. “Usa la percezione altrui a suo vantaggio, perché crede che la sottovaluteranno.”
Una visione più ampia nel mondo della finanza
“Industry” si svolge in un mondo saturo di gergo, volutamente incomprensibile per i non addetti ai lavori, mentre gli attori hanno il compito arduo di rendere comprensibili le manovre finanziarie per lo spettatore, spesso imbuendole di una posta emotiva. “Io e Konrad ci chiediamo sempre: ‘Hanno comportamento?'” dice Down, intendendo un’interpretazione naturale e spontanea. Myha’la ha quel comportamento. Anche se non comprendiamo i dettagli dell’ultima transazione di Harper, capiamo sempre cosa vuole e di cosa ha bisogno.
Verso nuovi territori
Con Harper costretta ad abbandonare il nido di vipere di Pierpoint, la terza stagione la vede esplorare nuovi territori, da un’immensa tenuta inglese a uno yacht al largo della costa di Maiorca. In flashback a bordo della barca, Harper e Yasmin Kara-Hanani (Marisa Abela), la sua ex-collega e eterna rivale, vivono un’esperienza che cambierà la loro vita e influenzerà gli eventi della stagione.
La scissione tra Eric e Harper non significa che i due siano separati per sempre. La terza stagione costruisce tensione su più episodi, per poi liberarla in una manciata di scene condivise che frizzano di deliziosa acrimonia. All’interno di Pierpoint, gli interessi della coppia erano nominalmente allineati, nonostante gli alti e bassi. Ma “rompendo quel contratto tra di loro, è stato come, ‘Ora abbiamo due potenze che sono avversarie’,” dice Kay. “Industry” sta dosando strategicamente queste dinamiche esplosive.
Harper è ora alle prese con un fondo dedicato all’investimento d’impatto in aziende ecocompatibili, un trend finanziario reale che si allinea perfettamente con uno dei temi centrali della serie: il cinismo verso le istituzioni a scopo di lucro che fingono una coscienza sociale. Harper condivide questo cinismo con Petra Koenig (Sarah Goldberg di “Barry”), una nuova collega dalle rigide boundaries in netto contrasto con lo stile di gestione senza filtri di Eric. “Petra ammira l’intelligenza e la determinazione di Harper, ma cerca di insegnarle la dura lezione di separare il lavoro dal personale — con successo limitato,” afferma Goldberg in una e-mail.
Un successo in crescita
“Industry” sta diventando una delle serie più promettenti e seguite di HBO, una testimonianza dell’eccezionale capacità di narrazione e della profondità dei personaggi. Harper Stern, con tutte le sue complessità e contraddizioni, continua ad affascinare il pubblico. La sua evoluzione nella terza stagione, navigando tra nuovi ambienti e sfide sempre più impegnative, promette di portare la serie a nuovi livelli di intensità e coinvolgimento.
Per dare un’occhiata più da vicino a ciò che sta arrivando, non dimenticare di guardare il trailer di Industry terza stagione.
Segui Harper nella sua continua ascesa nel mondo spietato della finanza, e scopri le dinamiche emozionali che rendono “Industry” una serie imperdibile per gli appassionati di dramma e intrighi aziendali.# Riflessioni e evoluzioni sul set di “Industry”
Vivere i sogni e crescere insieme
L’esperienza di girare sul set di “Industry”, immersi in un contesto lussuoso e mozzafiato, è definita come una sfida “sfiancante” per gli attori, ma anche arricchente. Le riprese in ambienti chiusi e umidi, combattendo il mal di mare, sono state molto difficili, tuttavia, questi elementi hanno contribuito alla grandiosità della produzione. “Lo show appare enorme; sembra costosissimo”, afferma uno dei protagonisti, riflettendo sui dubbi che hanno accompagnato la prima stagione. “Nella prima stagione, ci chiedevamo tutti se ci sarebbe stata una seconda. Non c’erano certezze. Quindi arrivare così lontano, con persone che ami e rispetti, è gratificante vedere come lo show sia cresciuto”.
Una svolta per Yasmin e Harper
Nella terza stagione, Yasmin, interpretata da Abela, emerge come una co-protagonista centrale, riempendo il vuoto lasciato dal rapporto frantumato tra Eric e Harper. Questo spostamento mette in luce il legame instabile tra Yasmin e Harper, caratterizzato da gelosia, sospetto e momenti di solidarietà intermittente, mentre cercano di affermarsi.
Le scene flashback a Maiorca evidenziano la profondità emotiva raggiunta da “Industry”. Nonostante l’ambiente imbevuto di realpolitik gelida, il tema dell’intimità, soprattutto in senso sessuale, è sempre più presente, secondo Abela. “Sono state le scene più intime che abbia mai girato in questo show. Essere in grado di farlo con lei è stato incredibile”, condivide l’attrice.
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Carriere in ascesa: dalla TV al grande schermo
Come lo show, anche le carriere dei suoi interpreti stanno decollando. Quest’anno, Abela ha interpretato Amy Winehouse nel biopic “Back to Black“. Parallelamente, Myha’la ha brillato in film come “Leave the World Behind“, accanto a Julia Roberts, Ethan Hawke e Mahershala Ali, diventando uno dei film più visti su Netflix. Inoltre, ha avuto ruoli in “Dumb Money” e la commedia horror “Bodies Bodies Bodies” di A24.
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Le riprese a Hollywood hanno rappresentato un cambiamento significativo per Myha’la, abituata ai ritmi serrati delle serie TV. “Mi chiedevo perché nessuno si stava affrettando. Vengo dal mondo della TV, dove dobbiamo girare un milione di pagine al giorno. Ero perplessa, perché nessuno era stressato?”, racconta l’attrice.
Durante questo periodo, Myha’la ha anche deciso di non usare più il suo cognome in ambito professionale. “Il mio nome è unico — completamente inventato — e il mio cognome è abbastanza comune. Non ho mai pensato che fossero complementari”, confida. La decisione di adottare un mononimo, alla maniera di Madonna e Cher, è stata presa in silenzio lo scorso anno.
Obiettivi futuri: dirigere e tornare sul palcoscenico
Mentre si attende la conferma per una quarta stagione di “Industry”, Myha’la si sta concentrando su nuovi obiettivi. Il desiderio di dirigere e tornare al teatro, dove ha ricevuto la sua formazione universitaria, la motivano. “Molti dicono: ‘Oh mio Dio, stai vivendo i tuoi sogni’. E io rispondo ‘Più o meno!’ Lavorare a tempo pieno come attrice è il mio sogno, ma il mio vero sogno è fare il mio debutto a Broadway”.
Un percorso di crescita e maturazione
“Industry” è fondamentalmente una storia di formazione e la fiducia crescente dei personaggi rispecchia quella del cast. “Più invecchiamo, più ci allontaniamo dal dramma adolescenziale”, osserva Myha’la, riferendosi alla trama, che si è evoluta dai dipendenti alle prime armi alla ricerca di un punto d’appoggio a adulti che fanno i conti con la loro identità. Come Harper, anche Myha’la ha il suo sguardo fisso verso l’alto, pronta a esplorare nuove vette emotive e artistiche.
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Ogni episodio e ogni passo sulla scena rappresentano per il cast e il pubblico un viaggio di autodiscovery. Che si tratti delle spiagge di Maiorca o dei corridoi di Pierpoint, le sfide affrontate nella serie risuonano profondamente, lasciando un’impronta indelebile sia sullo schermo che nei cuori degli spettatori.