Un nuovo film emerge: To Kill a Mongolian Horse
Il mondo del cinema è in fermento per l’imminente debutto di un film che promette di essere una vera rivelazione. To Kill a Mongolian Horse, diretto da Xiaoxuan Jiang, sta per fare il suo debutto mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Venice Days. Scopriamo insieme le sfumature e le ispirazioni di questo progetto.
La storia dietro il film
Il film, ispirato a fatti realmente accaduti, racconta la storia di Saina, un mandriano mongolo che sceglie di diventare un cavallerizzo performer, trovandosi infine nel ruolo principale della sua vita. L’ispirazione per il film proviene dalla stessa esperienza della regista con il suo amico nella realtà.
“Mi trovavo in un momento particolare della mia carriera, chiedendomi come coniugare la realizzazione di film che desidero e una carriera sostenibile e sana”, ha commentato la regista Jiang.
Per esplorare questa tematica, Jiang ha disegnato un mondo intriso di dilemmi personali e sfide identitarie, un contesto in cui molti possono immedesimarsi.
Un mondo di spettacoli e meraviglie
Durante le sue visite frequenti agli spettacoli di cavalli, Jiang è rimasta colpita dall’atmosfera fortemente “ipermaschile” e dalla visione feticizzata dei performer.
“Ho scoperto qualcosa di affascinante dietro le quinte di questi spettacoli. Gli artisti devono vestirsi e truccarsi per diventare figure eroiche. Non è un processo naturale, ma richiede tempo e sforzo per indossare questa ‘armatura’.”
L’exploration e l’approfondimento di questo contesto offrono uno sguardo autentico e intrigante sulla complessità della performance e dell’identità.
Produzione e sfide
To Kill a Mongolian Horse è stato realizzato grazie a una co-produzione tra diversi paesi: Malesia, Stati Uniti, Hong Kong, Corea e Giappone. Tan Chui Mui ha prodotto esecutivamente il film, mentre Zhulin Mo ha prodotto per Da Huang Pictures.
“Trovare il partner giusto è stato impegnativo, ma Pluto Film, con il suo spirito audace e avventuroso, si allinea perfettamente con il nostro team. Sono entusiasta della nostra collaborazione”, ha dichiarato Jiang, sottolineando il carattere “indie” del progetto.
La produzione ha dovuto affrontare diversi ostacoli, lavorando con un budget estremamente basso e uno staff di non-professionisti. Tuttavia, questo approccio ha permesso una maggiore flessibilità e creatività. Jiang ha scherzato:
“Se avevamo una sequenza onirica in una tormenta di neve, dovevamo aspettare la vera tormenta.”
Visioni future
Nonostante le sfide, Jiang non mostra intenzioni di abbandonare i piccoli budget in futuro, dichiarando che sembrano ancora fattibili e offrono una flessibilità notevole. Daniela Cölle, direttrice di Pluto Film, ha aggiunto:
“Viaggiamo costantemente nel mondo del cinema alla ricerca di nuove voci ispiratrici. Siamo rimasti immediatamente affascinati da questo potente film di una regista esordiente che propone una prospettiva femminile in una storia su un uomo il cui mondo sta cadendo a pezzi.”
Un messaggio universale
Anche se il film è ambientato in un contesto specificamente locale, la sua storia possiede una risonanza universale.
“È una narrazione che riguarda tutti coloro che sono colpiti da cambiamenti socioeconomici fondamentali. Vogliamo portare questo importante film sugli schermi grandi e piccoli del mondo”.
To Kill a Mongolian Horse è un’opera che promette di ispirare e informare, offrendo uno sguardo profondo e riflessivo su temi di identità, performance e adattamento sociale.
Per chi desidera saperne di più, ecco il trailer di To Kill a Mongolian Horse.
Il cinema, come la musica, continua ad evolversi e a riflettere le complessità della nostra esistenza. Proprio come un album dal suono unico, ogni film porta con sé una melodia distinta, una narrazione che risuona in modi diversi con ogni spettatore.