Un’analisi unica su Decoded di Chen Sicheng
L’ambizioso viaggio cinematografico di Chen Sicheng
Il regista cinese Chen Sicheng ci offre un’opera cinematografica ambiziosa ma in gran parte priva di emozioni con il suo film Decoded, un adattamento del romanzo del 2002 di Mai Jia. Questa pellicola ritrae la vita del personaggio fittizio Rong Jinzhen (interpretato da Haoran Liu), un bambino prodigio senza famiglia che diventa un prezioso asset del governo cinese negli anni ’40. Jinzhen usa le sue abilità uniche per aiutare la Cina a stabilire il suo programma nucleare.
Un confronto inevitabile con Oppenheimer
Paragonando Decoded a Oppenheimer di Christopher Nolan, emergono alcune somiglianze. Entrambi i film trattano del coinvolgimento di individui geniali nello sviluppo di programmi nucleari per il loro rispettivo paese. Tuttavia, Decoded manca della complessità morale che caratterizza il film di Nolan. Questo film non mette in discussione la moralità di perseguire l’armamento nucleare, ma piuttosto esalta il patriottismo fino all’ultimo fotogramma. Il concetto idealizzato di una nazione sovrana e il dovere di difenderla motivano tutte le azioni di Jinzhen.
Il viaggio di Jinzhen nel mondo dei sogni
Fin dalla giovane età, Jinzhen apprende l’arte dell’interpretazione dei sogni dal suo enigmatico tutore. La sua genialità combina questo talento esoterico con una capacità innata per il pensiero matematico complesso. Anche se può comprendere equazioni sconcertanti, crede che le chiavi per risolvere i cifrari risiedano nei suoi sogni. Solo spegnendo una luce può sapere se ciò che vede è un’esperienza reale o meno, un dispositivo che ricorda la trottola in Inception di Nolan.
Una performance di rilievo ma non memorabile
La performance di Haoran Liu si basa pesantemente sull’archetipo del super-intelligente ma goffo individuo che ha difficoltà a socializzare e a esprimere emozioni. È il classico “secchione” rappresentato dai film di Hollywood, con tanto di acne. L’attore aveva invece brillato nel dramma sobrio dello scorso anno The Breaking Ice del regista singaporiano Anthony Chen, dove interpretava un giovane professionista alle prese con la malattia mentale.
Un mentore di rilievo, ma non indimenticabile
La guida del mentore Jan Liseiwicz (interpretato da John Cusack), un professore ebreo che insegna in Cina, massimizza il potenziale del giovane prodigio Jinzhen. Tuttavia, i due finiranno per diventare rivali quando i rispettivi governi li chiamano a intercettare i piani nemici. Cusack, competente ma non memorabile in questa parte, non è nuovo al cinema cinese, avendo recitato nell’epico storico Dragon Blade.
L’avvento della “Purple Cypher”
Quando Liseiwicz crea la “Purple Cypher”, un dispositivo praticamente impossibile da decifrare per l’esercito statunitense, il conflitto geopolitico si intensifica. La pellicola tenta di fornire un contesto storico riguardo le operazioni sostenute dagli USA che Jinzhen ha ostacolato a Taiwan e Hong Kong. Tuttavia, la narrazione appare affollata di personaggi superficiali, specialmente i cari di Jinzhen: la moglie e la famiglia adottiva, inseriti solo per iniettare forzatamente emozione.
Un’opera visivamente impeccabile ma priva di anima
Decoded è piacevole da guardare ma difficile da sentire realmente. C’è un’artefatta perfezione in tutta l’opera, dai set impeccabili che sembrano più esposizioni di negozi che luoghi di vita reale, alla colonna sonora che si alza al minimo cenno, con l’intento di commuovere lo spettatore. Tutto appare calcolato per accontentare, senza mai sfidare i poteri costituiti. Non si può dubitare delle risorse investite in questa produzione, ma se Chen ha portato una voce registica a Decoded, è compito di Jinzhen decifrare quale fosse.
Effetti digitali e sequenze oniriche
Gli effetti digitali nelle elaborate sequenze oniriche offrono un sollievo dalla struttura cronologica del biopic. Vediamo Jinzhen in un parco dei divertimenti abbagliante o fuggire da muri che si chiudono su di lui, ma l’elemento umano appare inorganicamente composito. Anche se difettosi, questi passaggi colorati e più grandi della vita offrono una pausa dalla narrazione convenzionale.
Un richiamo ad un pubblico internazionale
Decoded sembra concepito per attirare le sensibilità americane, ma solo finché questo non significhi deviare troppo da una rappresentazione curata e non critica delle politiche e tattiche di guerra cinesi. È una storia quasi ispirazionale più che un thriller, incentrata su un personaggio progettato per essere un paradigma quasi irreprensibile di virtù approvate ufficialmente, suscitando tanto interesse quanto una faccenda noiosa.
Per chi volesse farsi un’idea personale, è possibile visionare il trailer di Decoded.
In aggiunta a chiudere gli occhi per immergersi in questi sogni cinematografici, sarebbe interessante riflettere su quanto l’arte possa essere un riflesso fedele o distorto delle società che rappresenta. Qual è il confine tra narrazione patriottica e critica costruttiva?