Un viaggio nel mondo di ‘Toxic’: tra adolescenza e sogni infranti
Nella vasta gamma di film adolescenziali di Hollywood, ben poche pellicole riescono a catturare con realismo e profondità le complessità e le ombre di questa fase della vita. ‘Toxic,’ il lungometraggio d’esordio di Saulė Bliuvaitė, si inserisce in questo filone con una visione cruda e indomabile della giovinezza. Ambientato in una cittadina industriale lituana, il film esplora temi di sfruttamento economico e standard di bellezza inesorabili che dominano la vita delle giovani ragazze iscritte ad un’improbabile scuola di modelli.
L’immersione nella durezza della realtà
L’apertura del film suggerisce da subito un clima severo: ci troviamo nello spogliatoio di una scuola superiore, dove la tredicenne Marija (interpretata da Vesta Matulytė) viene brutalmente attaccata verbalmente dai suoi compagni di classe. La cruda rappresentazione della vulnerabilità di Marija, accentuata dalla scelta del direttore della fotografia Vytautas Katkus di utilizzare un’angolazione dall’alto, trasmette un senso di isolamento e impotenza. Tuttavia, Bliuvaitė riesce a bilanciare questa freddezza con momenti di dolcezza e humor, specialmente nel corso della nascita di insolite amicizie femminili.
Amicizia e sopravvivenza
Nel contesto brutale del liceo, Marija, nuova arrivata in una città anonima fatta di lotti ghiaiosi e prefabbricati, cerca disperatamente di adattarsi. Dopo uno scontro violento per un paio di jeans rubati, trova un’alleata in Kristina, una bionda ribelle. Kristina, con la sua personalità spigolosa, riconosce in Marija una bellezza capace di aprire porte che altrimenti sarebbero chiuse per ragazze della loro classe sociale.
Le illusioni del mondo della moda
Kristina frequenta già una locale scuola di modelli che promette carriere sulle passerelle di Parigi e Tokyo, ma le realtà che offre sono ben diverse. Marija, nonostante la disabilità che le causa una zoppia, viene attirata in questo mondo, scoprendo ben presto che si tratta di un ciclo incessante di istruzioni di camminata e misurazioni quotidiane del corpo, con la perdita di peso come unico obiettivo. Kristina, già esile, cerca di dimagrire ulteriormente con metodi estremi, tra cui acquistare un verme solitario sul mercato nero.
Amare verità e inseguimenti pericolosi
Il film di Bliuvaitė, pur evitando le specifiche più corrotte dell’industria della moda, mette in luce con efficacia l’impatto devastante che hanno gli standard fisici punitivi sulle giovani donne. Marija e Kristina, man mano che la popolarità di Marija cresce come possibile futura supermodella, attirano l’attenzione di ragazzi più grandi. Tuttavia, sono totalmente impreparate per le complessità del sesso come moneta di scambio, con Kristina che tenta ingenuamente di barattare il suo corpo per denaro necessario a soddisfare le crescenti richieste finanziarie della scuola.
Una connessione fragile ma profondamente umana
La sceneggiatura di Bliuvaitė esplora il sottile e complesso rapporto tra le due protagoniste, che diventano emotivamente dipendenti l’una dall’altra. La loro amicizia, inizialmente basata su una sorta di sfruttamento reciproco, si evolve in qualcosa di più sincero e sofferto. Le straordinarie interpretazioni di Matulytė e Rupeikaitė danno vita a due personaggi che sembrano le due metà di un’unica entità più completa. Il film tocca corde profonde, illustrando come un’amicizia apparentemente tossica possa essere meglio di nessuna amicizia affatto.
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Riflessioni finali
‘Toxic’ è un’ode coraggiosa e intensa all’adolescenza, un periodo spesso idealizzato ma raramente mostrato nella sua brutalità e vulnerabilità. È un’opera che non teme di esplorare le profondità oscure dell’esperienza giovanile, mettendo in scena le lotte, le difficoltà e le inaspettate tenerezze che emergono in un contesto desolato e severo. Per gli appassionati di cinema che cercano storie che vadano oltre la superficie scintillante delle narrazioni hollywoodiane, questo film rappresenta un’esperienza viscerale e indimenticabile.