La censura del film ‘The Antique’: una battaglia personale
Un grido di libertà
Il panorama cinematografico internazionale è stato recentemente scosso dalla notizia del dramma della regista georgiana Rusudan Glurjidze. Il suo film, “The Antique”, che narra la deportazione di massa dei georgiani dalla Russia, è stato al centro di polemiche e controversie legali che hanno impedito la sua proiezione al prestigioso Festival del Cinema di Venezia. Una situazione che ha spinto la regista a fare appello per il sostegno del mondo cinematografico.
Un contesto storico doloroso
Ambientato nel 2006, “The Antique” affronta un capitolo oscuro della storia contemporanea, la deportazione forzata di migliaia di georgiani dalla Russia. Una tematica delicata e controversa, che Glurjidze ha voluto portare all’attenzione internazionale, sperando di suscitare riflessioni e dibattiti su una questione spesso ignorata.
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Il contenzioso legale: una barriera insormontabile?
La proiezione del film a Venezia è stata bloccata da un’ingiunzione d’emergenza ottenuta da tre case di produzione: Viva Film in Russia, Avantura Film in Croazia e Pygmalion a Cipro. Secondo una dichiarazione rilasciata dalla sezione Venice Days, questa controversia legale avrebbe riguardato presunte violazioni di diritti d’autore sulla sceneggiatura del film. Una mossa che, secondo la regista, rientra in una più ampia strategia di censura da parte delle autorità russe.
Una lotta per la libertà di espressione
Interrogata sui dettagli della disputa legale, la regista ha dichiarato: “Sono una cineasta, non un avvocato. Ma posso dirvi che mi trovo nel cuore dell’Europa e sono vittima di censura. Credo che questo sia molto preoccupante.” Le sue parole rivelano non solo la frustrazione personale, ma anche una preoccupazione più ampia per la libertà di espressione artistica in un contesto politico complesso.
Il sostegno della comunità cinematografica
I Venice Days hanno promesso di fare tutto il possibile per rimuovere l’ingiunzione prima della chiusura del festival, il 7 settembre. “Stiamo facendo tutto ciò che possiamo,” ha dichiarato il presidente della sezione, Giorgio Gosetti. Tuttavia, è ancora incerto se il film verrà visionato dalla giuria della sezione e se potrà competere per un premio.
Un’opera coraggiosa
“The Antique” racconta la storia di quattro personaggi centrali: Medea, Vadim Vadimich, Lado e Peter, che vivono le esperienze traumatiche della deportazione. Un racconto che, attraverso le vite dei protagonisti, mette in luce la brutalità e l’illegalità di queste espulsioni forzate.
Difficoltà e tenacia
Glurjidze ha inoltre rivelato che le difficoltà iniziarono quando il ministero della cultura russo richiese la rimozione di diverse scene del film. La produzione georgiana rifiutò, portando a ulteriori tentativi di bloccare le riprese e, alla confisca del materiale filmico alla frontiera. Fortunatamente, due copie del film sono state salvate.
Una chiamata all’azione
Alla base di tutte queste difficoltà c’è la determinazione della regista di raccontare una storia scomoda. Un esempio di come l’arte possa essere un potente strumento di denuncia e di riflessione, e di come la censura possa, paradossalmente, aumentare la visibilità di opere che altrimenti avrebbero potuto passare inosservate.
Produzione e collaborazione internazionale
Il film è stato prodotto da Zurab Magalashvili, Manana Shevardnadze, Andrey Epifanov, Tanya Petrik, Jussi Myllyniemi, Uschi Feldges, Ansgar Frerich, Eva Kemme e Tatiana Detlofson. La principale casa di produzione è Cinetech, mentre le compagnie di co-produzione includono Cinetrain, Whitepoint Digital e Basis Berlin Filmproduction.
Riflessi di una battaglia continua
Casi come quello di “The Antique” evidenziano le sfide continue che molti registi affrontano nel tentativo di far emergere verità scomode attraverso il cinema. La comunità cinematografica internazionale dovrebbe riflettere su come sostenere e proteggere queste voci coraggiose che rischiano la censura e la repressione.
Una nota personale
Per chi, come me, è un appassionato di cinema e crede nel potere dell’arte come strumento di cambiamento sociale, vicende come quella di Rusudan Glurjidze e del suo film “The Antique” ci ricordano quanto sia importante sostenere la libertà di espressione. Continuare a raccontare storie, anche le più dolorose e controverse, è essenziale per mantenere viva la memoria e promuovere un futuro di maggiore comprensione e tolleranza.