Simon Jaquemet e la sua visione tecnologica del futuro: tra cinema e serie TV
La nuova sfida: dall’universo di “Electric Child” all’adattamento di Ted Chiang
Il regista svizzero Simon Jaquemet non si ferma mai. Appena presentato in anteprima mondiale al festival di Locarno il suo nuovo film “Electric Child”, si concentra già su nuovi progetti ambiziosi, tra cui l’adattamento della novella “The Lifecycle of Software Objects” del famoso scrittore di fantascienza Ted Chiang. Chiang è celebre per aver ispirato il film “Arrival” di Denis Villeneuve tramite la sua opera “Story of Your Life”. Jaquemet descrive la novella di Chiang come “molto intelligente e complessa”, rivelando il suo entusiasmo per un progetto che promette di essere altrettanto provocatorio e visionario.
Il potenziale delle serie TV dopo “Electric Child”
Jaquemet non nasconde la sua volontà di esplorare il mondo delle serie TV, soprattutto quello che potrebbe seguire gli eventi raccontati in “Electric Child”. Immagina una storia che si dipana in seguito a un evento catastrofico legato all’intelligenza artificiale, permettendo così di indagare in profondità le complesse sfumature di una realtà così futuristica. “Con le serie, hai più tempo a disposizione, puoi rendere la trama più intricata e dare maggior respiro alle tematiche trattate,” afferma il regista.
“Electric Child”: una riflessione sulla relazione uomo-AI
Il nuovo film “Electric Child” di Simon Jaquemet, che puoi vedere il trailer qui, è destinato a suscitare dibattiti intensi. Racconta la storia di una coppia, Sonny e Akiko, interpretati da Elliott Crosset Hove e Rila Fukushima, che vivono una drammatica crisi quando il loro neonato si ammala gravemente. Sonny, già impegnato nel campo dell’intelligenza artificiale, si rivolge a questa tecnologia per trovare una soluzione. Jaquemet rivela che l’idea del film è nata molto prima che esplodesse il fenomeno di tecnologie come ChatGPT, sottolineando quanto velocemente stia avanzando questo settore.
Il linguaggio visivo e i temi di “Electric Child”
Jaquemet fa notare come il suo film giochi con la paura umana nei confronti dell’AI, proponendo scenari volutamente apocalittici. La pellicola esplora le sfumature tra il creatore umano e la sua creazione, una relazione che si fa sempre più sfocata e indistinta. “Il mio film amplifica queste paure, ma è interessante chiedersi: come ci posizioniamo di fronte a una tale situazione, come esseri umani?” riflette il regista.
Prodotto da Michela Pini, Aurelius Eisenreich e lo stesso Jaquemet per 8horses, “Electric Child” è una co-produzione internazionale che vede la partecipazione di un buon numero di partner, fra cui unafilm e Revolver Amsterdam. Sandra Guldberg Kampp interpreta il “bambino” dell’intelligenza artificiale che impara rapidamente, creando una dinamica scenica intensa e affascinante.
Tra Cody e Metafisica: La filosofia dietro il cinema di Jaquemet
Interessato alla filosofia e ai temi profondi, Jaquemet cerca di esprimere nel cinema qualcosa che vada oltre i semplici effetti speciali. “Non mi interessano le pellicole che si appoggiano pesantemente sugli effetti speciali,” spiega, “preferisco esplorare idee metafisiche”. Con riferimenti a film come “Ex Machina” e “Her” e ai libri di Stanisław Lem, Jaquemet si orienta verso una fantascienza più riflessiva e introspettiva.
L’influenza di Stanisław Lem, autore di culto polacco noto per “Solaris”, è significativa per Jaquemet. “A parte ‘Solaris’, ho letto ‘Golem XIV’ e ‘Fables for Robots’. Questi libri sono importanti per me perché esplorano se le macchine possano avere sentimenti,” dice il regista.
Oltre la tecnologia: emozioni e umanità
Nonostante l’interesse per la tecnologia e le sue implicazioni, Jaquemet rimane profondamente umano nei suoi racconti. La storia di “Electric Child” ruota intorno al dolore dei genitori che affrontano la malattia del loro neonato, un tema che molti hanno consigliato di evitare per il suo carattere tabù. Tuttavia, per Jaquemet, questo elemento è fondamentale per la narrazione. “Molte tecnologie nascono dal nostro sogno di diventare immortali. In un certo senso, l’AI potrebbe effettivamente offrirci l’immortalità, lasciandoci vivere per sempre in una simulazione,” riflette. “Ma non sono sicuro che sia davvero un obiettivo desiderabile.”
Attraverso il suo lavoro, Simon Jaquemet continua a esplorare le frontiere della tecnologia e dell’umanità, ponendo domande difficili e offrendo visioni che sfidano le nostre convinzioni più profonde. Se sei appassionato di cinema, serie TV o musica, i suoi lavori sono un viaggio imperdibile nel possibile futuro e nelle complessità della condizione umana.
I link utili
Se sei curioso di approfondire, ecco dove potrai trovare maggiori informazioni e trailer relativi ai contenuti citati:
- Electric Child: Trailer di Electric Child
Non dimenticare di seguire i progetti futuri di Jaquemet per scoprire come continuerà a esplorare il rapporto tra uomo e tecnologia in modi nuovi e inaspettati.