Schrader riflette sul cinema e sulla vita: Da Taxi Driver a American Gigolo
Paul Schrader è un nome che risuona forte e chiaro tra i cinefili. All’età di 78 anni, Schrader, celebre ex critico cinematografico trasformatosi in sceneggiatore e regista, ha assunto un tono filosofico e introspezione che rivela una certa pessimistica visione del futuro. Con una lunga lista di successi cinematografici alle spalle, come sceneggiatore di Taxi Driver (1976) e Toro Scatenato (1980) e come regista di American Gigolo (1980) e First Reformed (2017), Schrader sarà l’ospite d’onore del Lucca Film Festival quest’anno. Durante l’evento, riceverà un premio alla carriera e terrà una masterclass per gli studenti universitari.
Un viaggio introspezionale
Passando al setaccio la sua carriera, Schrader offre una riflessione personale su ciò che lo rende più orgoglioso. Nonostante l’incertezza nei confronti del futuro, Schrader pone l’accento sull’avere creato sempre “on spec”, vale a dire senza un’incarico specifico, ma piuttosto per pura volontà creativa. Questo approccio iniziò con Taxi Driver, che scrisse da critico cinematografico a Los Angeles nel 1972, prima di incontrare Martin Scorsese nel 1974.
“Ho iniziato a scrivere on spec con Taxi Driver, e scrivo ancora oggi on spec. Ho scritto quattro film negli ultimi due anni in questo modo.”
La genesi di Taxi Driver
Scrivere Taxi Driver fu un atto di pura espressione esistenziale per Schrader. Dopo aver completato il copione, lo presentò a Brian De Palma, che avvertì subito Scorsese del potenziale del progetto.
“Brian mi disse che il film poteva essere adatto a Marty. Così iniziò tutto.”
Un cambio di protagonisti: da Travolta a Gere
Fra le opere iconiche di Schrader, American Gigolo occupa un posto speciale. Eppure, il film iniziò con una storia complessa e avvincente: una collaborazione con John Travolta che non andò come previsto. Ricorda Schrader:
“Ho una foto di Giorgio [Armani] che prende le misure a John. Ma Travolta lasciò il progetto per varie ragioni: la morte della madre, un flop cinematografico e il timore per il sottotesto omosessuale del film.”
Un’avventura a Milano
Prima che Travolta abbandonasse American Gigolo, Schrader lo portò a Milano per essere vestito da Armani, aprendo così la strada al celeberrimo stile che avrebbe caratterizzato il film. Con Travolta fuori gioco, Schrader rivolge la sua attenzione a Richard Gere, usando una tattica astuta per far sì che Paramount accettasse il nuovo protagonista.
“Andai da Barry Diller e gli dissi che Gere era disposto a fare il film, mentre Reeve aveva rifiutato. Alla fine, facemmo l’annuncio il lunedì successivo.”
Analisi tecnica: un approccio unico alla sceneggiatura
Schrader è noto per il suo metodo di scrittura basato sull’introspezione e l’analisi psicologica dei personaggi. Questo approccio si riflette in maniera evidente in Taxi Driver, dove Travis Bickle incarna l’alienazione e la disperazione urbana. Same cinematografiche come il monologo di Travis, “You talkin’ to me?”, non solo sono diventate iconiche, ma rappresentano anche un profondo studio del psicodramma individuale.
Per saperne di più su Taxi Driver, guarda il trailer qui.
La legacy di Schrader: più di un semplice regista
Nel rispondere alla domanda su cosa voglia essere ricordato, Schrader introduce una prospettiva inusuale. Non punta tanto sulla sua legacy quanto sulla sua influenza nello spingere altri a creare liberamente.
“Quello di cui sono più fiero è l’aver creato sempre in autonomia, ispirando magari altri a fare lo stesso.”
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