Un viaggio attraverso la censura e la brutalità: l’esordio di Afolabi Olalekan con “Freedom Way”
Un’opera d’esordio che promette emozioni intense
Due giovani e ambiziosi tecnici nigeriani, sostenuti dal loro legale, si trovano a navigare in un labirinto di restrizioni statali, brutalità e corruzione nel film d’esordio del regista Afolabi Olalekan, “Freedom Way”. Il film, che farà il suo debutto internazionale al TIFF nella sezione Discovery, promette di portare sullo schermo una rappresentazione audace del cinema globale.
Un trampolino di lancio al TIFF
Tra le varie prime mondiali al Toronto International Film Festival di quest’anno, “Freedom Way” è stato selezionato come uno dei film più attesi. La scelta di Olalekan come regista è stata naturale per Blessing Uzzi, che lo conosce da oltre quattro anni e ha seguito con attenzione la sua dedizione al cinema attraverso i suoi cortometraggi. Uzzi ha recentemente fondato la Bluhouse Studios, con l’obiettivo di promuovere e sviluppare nuovi talenti come registi e produttori.
“Collaborare con Afolabi è stato il primo passo per favorire queste collaborazioni tra pari. Dopo ‘Freedom Way’, ho continuato a supportare altri registi e sceneggiatori producendo cortometraggi e altri progetti sotto Bluhouse Studios”.
Un’affinità naturale con la storia
Afolabi Olalekan ha sempre avuto una propensione naturale per la narrazione, un elemento che si riflette persino nei suoi video musicali. La capacità di immedesimarsi nelle esperienze dei personaggi di “Freedom Way” è stata una delle ragioni principali che lo hanno spinto a dirigere questo progetto.
“Essendo un nigeriano che vive prevalentemente in Nigeria, è stato facile relazionarsi con le esperienze dei personaggi. Credo che il progetto sia qualcosa a cui tutti possiamo connetterci in qualche modo.”
Un inizio che cattura subito lo spettatore
Il film inizia con una presentazione magnetica e imprenditoriale dei protagonisti, le cui speranze vengono rapidamente infrante dall’incontro con forze dell’ordine pesantemente armate e corrotte. Themba (interpretato da Jesse Suntele) e Tayo (Mike Alfolarin) lanciano la loro app di rideshare “Easy Go”, che connette i motociclisti ai clienti paganti. Tuttavia, un ampio divieto governativo mette rapidamente a rischio i conducenti e gli sviluppatori, spingendoli in un pericoloso confronto con la legge.
Tematiche sociali di grande rilievo
Il film non si limita a mettere in luce la brutalità della polizia, ma esplora anche le politiche governative che facilitano tali oppressioni e influenzano negativamente i cittadini.
“Credo che attraverso la narrazione possiamo esporre queste politiche dannose e, si spera, spingere il governo a riconsiderare l’impatto di queste politiche sulle vite umane. È un processo graduale, ma che inizia con la consapevolezza e la conversazione.”
Un intreccio di vite e destini
Il progetto intreccia sapientemente le vite dei suoi personaggi, dimostrando come un’azione possa riverberarsi attraverso l’intera comunità. La pellicola riflette su quanto facilmente uno di noi potrebbe trovarsi nel ruolo dell’oppresso o dell’oppressore, sottolineando il tempo necessario per correggere gli errori inflitti da chi detiene il potere.
“Le nostre vite e esperienze sono in gran parte simili, connesse e intrecciate indipendentemente dalla classe sociale, etnia, razza, credenze o religione. Ogni personaggio del film è un essere umano che cerca di ottenere il massimo dalla vita. Spero che il pubblico possa vedersi in almeno uno di essi.”
Un contesto locale per temi universali
“Freedom Way” riflette le sfumature della cultura e delle circostanze specifiche della Nigeria. Tuttavia, la brutalità della polizia è una questione globale, che trascende i confini geografici.
“Le violenze ingiustificate da parte delle forze dell’ordine avvengono in molti luoghi nel mondo. Continuare a raccontare queste storie è cruciale. Più parliamo di queste ingiustizie, più creiamo consapevolezza, e si spera, conduciamo a un cambiamento positivo.”
Scopri di più guardando il trailer ufficiale di “Freedom Way”.
In un periodo in cui la giustizia sociale e i diritti civili sono al centro dell’attenzione mondiale, film come “Freedom Way” sono fondamentali per stimolare il dialogo e ispirare il cambiamento. Film festival come il TIFF offrono una piattaforma vitale per ampliare la portata di queste storie, permettendo a un pubblico internazionale di esplorare diverse esperienze e trovare un terreno comune.
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Attraverso la narrazione cinematografica, possiamo continuare a evidenziare le ingiustizie e sperare in un futuro dove la consapevolezza si traduca in azioni concrete verso un mondo più equo e giusto.