“The Substance”: un’analisi profonda e audace del cinema horror moderno
Introduzione al mondo di ”The Substance”
“La Sostanza” (titolo originale: The Substance) è molto più di un semplice film horror pieno di sangue e viscere: è una vetrina per una performance straordinaria di Demi Moore, meritevole di una seria considerazione per gli Oscar. Diretto da Coralie Fargeat, questo film di body horror esplora in modo oscuro e intenso la giovinezza, la bellezza e le incessanti richieste che Hollywood impone alle donne. Visivamente, il film è stupefacente, con protesi mozzafiato e un racconto avvincente.
Il film ha già generato entusiasmo dopo la sua prima a Cannes, e aggiungendo al mix il Toronto Film Festival, è diventato un favorito sia dei fan che dell’industria, potenzialmente in rotta verso gli Academy Awards.
L’esperienza unica di “La Sostanza”
Come descrivere l’esperienza di guardare un film così audace? Per darvi un’idea, immaginate se i film fossero persone. Poi pensate a “La morte ti fa bella” che incontra “The Fly” in un elegante nightclub di West Hollywood. Una notte di passione ne consegue, portando a un figlio — ”Titane” — che cresce per sposare “The Witches” durante un folle viaggio a Las Vegas. Il loro futuro figlio caotico potrebbe somigliare a “The Substance”.
La trama in tre capitoli evocativi
The Substance è raccontato in tre capitoli evocativi, seguendo le vicende di Elisabeth Sparkle (interpretata da Demi Moore), star di un popolare show di aerobica, che viene licenziata senza cerimonià il giorno del suo cinquantesimo compleanno. Quando le viene offerto un misterioso siero che la trasforma nella versione più bella e “perfetta” di sé stessa a vent’anni, la vita di Elisabeth prende una piega surreale e inquietante.
Moore non ha sempre avuto l’opportunità di dimostrare appieno le sue capacità attoriali, ma sotto la direzione visionaria di Fargeat, la sua performance multiforme e coinvolgente mostra ampiamente la sua gamma. Un momento nel film, dove Moore si mette e si toglie continuamente il rossetto, è senza dubbio la scena più straordinaria che abbia mai girato.
Sfide verso la strada degli Oscar
Ma ecco la dura verità: ottenere la nomination all’Oscar che Moore merita non sarà un’impresa facile. Una nomination per la sua audace e impavida interpretazione sarebbe una delle scelte più cool dell’Academy, rivaleggiando con la sorpresiva nomina (e vittoria) di Marisa Tomei per la commedia ”Mio cugino Vincenzo” (1992). Inoltre, convincere i votanti dell’Academy ad abbracciare questo film di 140 minuti — con i suoi temi selvaggi e le interpretazioni ambiziose — richiederà un impegno erculeo da parte di Mubi, il distributore del film, e degli strateghi degli awards.
Un fattore importante a favore di Moore è il tipo di storia di comeback che l’Academy ama riconoscere. Demi Moore è salita alla ribalta negli anni ’80 con film come “St. Elmo’s Fire” (1985) e “A proposito della notte scorsa” (1986), ma il suo successo è esploso quando ha interpretato il ruolo iconico di Molly Jensen in “Ghost” (1990). Nonostante una nomination ai Golden Globe, è stata alla fine ignorata dagli Oscar, nonostante il film abbia vinto due Oscar, inclusa la miglior attrice non protagonista per Whoopi Goldberg.
Un percorso versatile tra alti e bassi
Da allora, Moore ha interpretato una vasta gamma di ruoli, dal ruolo di avvocato militare in “Codice d’onore” (1992) al ruolo di responsabile del rischio in “Margin Call” (2011). Ha anche vissuto numerosi flop critici, come “La lettera scarlatta” (1995) e “Soldato Jane” (1997).
Un votante dell’industria con cui abbiamo parlato ha parlato molto della carriera di Moore e ha menzionato quanto fosse impressionato da lei come persona, data il suo incessante sostegno all’ex marito Bruce Willis.
The Substance ha fatto il suo debutto nordamericano al TIFF come selezione di apertura della Midnight Madness, suscitando forti reazioni positive dai presenti e portando a cinque ulteriori proiezioni, un testamento alla reazione e alla domanda del pubblico. Anche se la corsa per il “TIFF People’s Choice Award” è competitiva e assolutamente aperta, non sarebbe sorprendente vedere questo contendente outsider piazzarsi tra i primi tre o, meglio ancora, vincere il premio.
Per quanto riguarda i meriti tecnici, il miglior colpo del film per la gloria dell’Oscar potrebbe risiedere nella categoria del trucco e acconciatura, che è cruciale per le varie e psichedeliche trasformazioni di Moore. Se la storia è indicativa, una nomination qui potrebbe aumentare le sue possibilità. Dal 2020, dei 20 film nominati per il trucco e l’acconciatura, 10 hanno anche ricevuto nomination correlate per la recitazione.
Sì, il bias di genere e la natura grafica del film sono ostacoli significativi. Ma invito i votanti dell’Academy: prendetevi il tempo (e il farmaco anti-nausea) per vedere The Substance sul grande schermo. Lasciate che la visione di Fargeat sfidi le vostre percezioni di Hollywood. Una cosa è certa: non vi annoierete.
The Substance uscirà nei cinema il 20 settembre.
“The Substance” non è solo un film horror audace e visivamente affascinante, ma anche una testimonianza del talento immenso e versatile di Demi Moore. È un’opera che merita attenzione e riflessione, non solo per i suoi meriti tecnici e narrativi, ma anche per le discussioni che può suscitare sul ruolo della bellezza e della giovinezza nel panorama cinematografico di oggi.