Lo sguardo di Yeo Siew Hua sulla cultura della sorveglianza
Un nuovo approccio cinematografico
Il regista Yeo Siew Hua ha fatto nuovamente parlare di sé con il suo ultimo lavoro, “Stranger Eyes”, attualmente in competizione per il prestigioso Leone d’Oro al Festival di Venezia. La pellicola, che segue la storia di una coppia alle prese con la scomparsa del loro bambino e la scoperta di inquietanti riprese di sorveglianza, esplora l’impatto psicologico della sorveglianza incessante in un mondo sempre più connesso.
Il fascino del cinema per il voyeurismo
Yeo, già vincitore del Leopardo d’Oro a Locarno con il film “A Land Imagined”, ha spiegato che “Stranger Eyes” si inserisce nell’antica fascinazione del cinema per il voyeurismo. Citando registi come Hitchcock, Haneke e Lynch, Yeo vede il cinema come un mezzo ossessionato dall’idea di guardare e di essere guardato. Per approfondire, puoi dare un’occhiata al trailer di Stranger Eyes qui.
“Forse per la sua ossessione nel guardarsi, il cinema è sempre stato fissato sull’idea del voyeur”, afferma Yeo. “Sono interessato a chiedere cosa stia facendo questo stato di essere costantemente osservati a noi come individui.”
Una produzione decennale
Il progetto di “Stranger Eyes” è iniziato oltre dieci anni fa, molto prima di “A Land Imagined”. Durante questo decennio, Yeo ha riscritto la sceneggiatura numerose volte per rispecchiare non solo la sua crescita personale ma anche il cambiamento del discorso sulla sorveglianza, accentuatosi soprattutto dopo la pandemia.
La pandemia ha infatti rivoluzionato il nostro rapporto con la privacy, spingendoci a trovare un equilibrio tra la necessità di sorveglianza e la nostra realtà quotidiana. Questo aspetto è particolarmente evidente nell’evoluzione del personaggio principale, interpretato dal rinomato attore taiwanese Lee Kang-sheng.
La maestria di Lee Kang-sheng
Una vera e propria conquista è stata l’ingaggio di Lee Kang-sheng per un ruolo di primo piano. Celebrato per la sua abilità nel comunicare con il linguaggio del corpo, Lee incarna perfettamente il silenzioso voyeur descritto da Yeo.
“Con una carriera leggendaria e pochi dialoghi, Lee ha una padronanza del linguaggio corporeo unica”, commenta Yeo. “Non c’è nessuno che possa eguagliarlo nel ruolo del voyeur silenzioso. La sua capacità di penetrare le pretese con uno sguardo e di portare umanità al personaggio è incomparabile.”
Una produzione internazionale
Il producer Fran Borgia, collaboratore di Yeo dal 2004, ha illustrato il lungo percorso di produzione del film, che ha seguito un modello di co-produzione internazionale di successo. Borgia riconosce le difficoltà di distribuire film indipendenti asiatici a livello globale, ma rimane fiducioso che, mantenendosi fedeli a uno stile unico e a storie culturalmente significative, si possa emergere nel mare di contenuti globali.
Riflessioni sulla sorveglianza e la connessione umana
Mentre “Stranger Eyes” compete per il massimo riconoscimento a Venezia, Yeo spera che il suo film stimoli il pubblico a riflettere sul proprio rapporto con la sorveglianza e le connessioni umane. In un mondo dove l’esistenza è spesso ridotta a un’immagine per gli altri, Yeo ci invita a riscoprire noi stessi attraverso l’atto sincero di vedere l’Altro.
“Solo nell’atto genuino di vedere l’Altro possiamo sperimentare una riscoperta radicale di noi stessi”, conclude Yeo.
Opportunità future
Playtime, responsabile delle vendite internazionali, sta curando la distribuzione del film. Le sfide per i film indipendenti asiatici restano, ma l’arte di raccontare storie universali attraverso il cinema continua a trovare la sua strada, alimentata dalla passione di cineasti come Yeo Siew Hua e produttori come Fran Borgia. L’ avventura di Stranger Eyes ci invita a riflettere profondamente su noi stessi e sul mondo che ci circonda, stimolando dibattiti cruciali sulla privacy e la sorveglianza.
Per maggiori dettagli sulla carriera di Yeo, visita A Land Imagined
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