L’esordio cinematografico di Natalie Erika James e l’atteso ritorno con Apartment 7A
La talentuosa regista Natalie Erika James, con il suo esordio alla regia di Relic, aveva già conquistato il pubblico del Sundance nel gennaio 2020. Purtroppo, la pandemia ha oscurato in parte il successo del film horror che, supportato dalle case di produzione dei fratelli Russo e di Jake Gyllenhaal, è riuscito comunque a portare in sala un’allegoria sull’invecchiamento e la demenza.
Nonostante un budget limitato, Relic ha riscosso un discreto successo al box office globale del 2020, dimostrando il talento della regista giapponese-australiana. Questo riconoscimento l’ha portata all’attenzione dei grandi studi di produzione, rendendola una figura di spicco nel panorama cinematografico.
Un nuovo progetto con grandi aspettative
Nel marzo 2021, James ha intrapreso una nuova avventura: scrivere e dirigere Apartment 7A con Julia Garner per Paramount+. Supportata da nomi come John Krasinski e Michael Bay, la produzione ha sorpreso i fan svelando che si trattava di un prequel del celebre Rosemary’s Baby del 1968.
L’importanza della separazione dall’originale
Uno degli aspetti cruciali per Natalie Erika James è stato assicurare che ci fosse una chiara separazione dai creatori originali del film di Roman Polanski. “Una delle grandi considerazioni era garantire che [Apartment 7A] fosse indipendente dalla realizzazione del film originale”, afferma la regista. Questo è stato un passo essenziale, soprattutto considerando la delicata eredità del film di Polanski.
La trama di Apartment 7A
Il thriller psicologico racconta la tragica storia di Terry Gionoffrio (interpretata da Julia Garner), una cantante-ballerina che riceve l’aiuto subdolo dei coniugi Minnie e Roman Castevet prima che Rosemary e Guy Woodhouse si trasferissero nell’appartamento vicino, il 7E. Questa narrazione offre uno sguardo intrigante su eventi precedenti a Rosemary’s Baby, arricchiti da scene iconiche come l’incontro nella lavanderia del Bramford building.
“La scena nella lavanderia dove Terry incontra qualcuno che sembra Rosemary è stata inizialmente concepita come collegamento diretto, ma è stata poi spostata nel montaggio finale per meglio adattarsi all’arco narrativo di Terry”, racconta James, sottolineando l’importanza di mantenere una coerenza narrativa.
Dettagli unici e scelte artistiche
James ha rivelato che la scelta musicale, come l’inclusione della Für Elise di Beethoven, ha un significato personale: “Questa melodia mi perseguita sin dall’infanzia, quindi l’ho scelta per Relic”, confessa James con un sorriso. Questa scelta ha rafforzato il legame tematico con Rosemary’s Baby, dove la melodia ricorre in modo inquietante.
Sfide e riflessioni dietro la macchina da presa
Quando si è trattato di decidere se accettare il progetto, James ha riflettuto sulla possibilità di affrontare un universo tanto ricco quanto quello di Rosemary’s Baby, pur volendo mantenere una distanza artistica dall’opera originale. “Ci siamo impegnati a usare il libro di Ira Levin come principale materiale di riferimento. Tuttavia, le inevitabili comparazioni con il film iconico erano inevitabili”, spiega la regista.
James era particolarmente interessata a rappresentare il tema dell’assalto e il viaggio di Terry in modo tale da utilizzare il genere horror per esplorare esperienze di trauma e trionfo personale.
Le rivelazioni sul casting e le sfide narrative
La scelta di Dianne Wiest per il ruolo della temibile Minnie Castevet è stata una delle decisioni più importanti e cariche di attese. Affidare un ruolo così iconico, precedentemente interpretato da Ruth Gordon con un Oscar alle spalle, ha rappresentato una sfida notevole.
“Non volevo mostrare direttamente il volto di Rosemary o creare interazioni forzate. Sentivo che sarebbe stato eccessivo ricastare Mia Farrow, anche se Minnie e Roman sono stati reinterpretati”, condivide James, sottolineando le difficoltà nel mantenere la continuità narrativa con l’originale.
Guarda al futuro
James ha infine espresso il desiderio di continuare a includere la musica della Für Elise nei suoi futuri progetti come una sorta di Easter egg personale. “Sto per iniziare le riprese di un nuovo progetto e sicuramente prenderò in considerazione di includere questa melodia. Ti devo il merito per questa idea!”, dichiara la regista con entusiasmo.
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Un nuovo volto per un classico contemporaneo
Quando si tratta di rivisitare un classico, la scelta del cast è cruciale. Dianne Wiest ha dato vita a nuovi orizzonti in questo remake. Nota per i suoi ruoli memorabili, la sua inclusione nel progetto è stata naturale. Abbiamo lavorato per trovare un equilibrio unico, tra il suo carisma e la necessità di distanziarsi dal passato.
Una rilettura moderna
Abbiamo scelto di rivisitare il film originale non solo riproducendo fedelmente gli elementi visivi, ma infondendo personalità al personaggio. Vedendo nella voce di Mae Questel, famosa per dare vita a Betty Boop, un’ispirazione perfetta, abbiamo adottato un approccio distintivo, con un misto di dolcezza e inquietudine che ha reso il personaggio unico.
Costruzione degli ambienti
La sfida è stata quella di ricreare l’atmosfera degli anni ’60 di New York a Londra. Sebbene il nostro desiderio fosse di utilizzare oggetti di scena originali, ci siamo dovuti accontentare di dettagli minuziosi e una singola inquadratura storica dal Dakota Building. Le riprese a Londra sono state integrate con immagini di New York, per ottenere un realistico risultato finale grazie agli effetti visivi.
Come la location prende vita
Abbiamo inviato una squadra a New York per catturare immagini per gli effetti visivi, integrandole con le nostre scene girate aLondra. La sfida era creare un’ambientazione veritiera senza ricorrere a riprese aeree, giocando con prospettive e dettagli minimi per mantenere l’autenticità del Dakota Building.
Un omaggio narrativo e visivo al classico
La scena della lavanderia, che richiama una famosa scena del film originale, è stata attentamente studiata per mantenere coerenza, pur rispettando l’indipendenza del nuovo racconto. Nonostante l’assenza di Rosemary nel nostro rifacimento, abbiamo mantenuto altri dettagli che evocano l’atmosfera originale.
Il tributo a Rosemary’s Baby
Durante l’editing, inevitabilmente alcune scene sono state modificate o eliminate per meglio servire il nuovo contesto narrativo. Tuttavia, il nostro obiettivo era mantenere la storia senza tradire i riferimenti cruciali al film originale. La morte di Terry è rappresentata e in un certo senso, la si vede come una liberazione personale, una vittoria contro il male.
Julia Garner: da attrice a icona futura
Quando ho visto Julia Garner per la prima volta, ho immaginato il suo futuro come protagonista di un biopic su Madonna. L’attrice ha confermato le mie aspettative con la sua trasformazione in questo ruolo. Sentire le storie del suo allenamento con Madonna mi ha convinto ancora di più del suo talento.
Sogni infranti sulla scena
Proprio come Rosemary, anche Terry ha la sua sequenza di sogno. Un’interpretazione immaginaria di un numero di teatro musicale evidenzia i suoi desideri insoddisfatti. È stata questa la nostra intenzione: riprendere il tema delle ambizioni infrante attraverso immagini vivaci e scene coreografate.
Danza e tecnica cinematografica
Le sequenze di danza sono state un’esperienza unica per me. La coreografia e la sinergia tra i ballerini e il design della produzione hanno creato momenti magici, simili alla realizzazione di scene d’azione. Questa fusione tra danza e cinematografia ha arricchito l’esperienza di produzione con un energia unica e coinvolgente.
Un nuovo progetto all’orizzonte
posso anticiparvi che sto per iniziare le riprese di un nuovo horror psicologico, Saccharine. La trama segue una donna che, nel tentativo di perdere peso, mangia ceneri umane e viene perseguitata dal fantasma della persona che ha consumato. È una storia assurda ma intrigante, e non vedo l’ora di girarla a Melbourne.
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