Un viaggio cinematografico tra amore, vita e morte: ’They Will Be Dust’ di Carlos Marqués-Marcet
Innovazione e contaminazione di generi
Carlos Marqués-Marcet, regista pluripremiato per “10,000 KM”, ci accompagna in un’esplorazione cinematografica che unisce generi diversi in “They Will Be Dust”. Presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, il film si discosta dai musical tradizionali, fondendo danza contemporanea e musica con le crude realtà di una storia sul diritto di morire.
Co-scritto con Clara Roquet, già acclamata per “Libertad”, questo film rappresenta una collaborazione tra Lastor Media, Alina Film e Kino Produzioni. La distribuzione internazionale è curata da Latido Films.
La trama: un destino scelto in anticipo
La storia ruota attorno a Claudia, interpretata da Ángela Molina, che decide di non aspettare che la sua malattia terminale le tolga ogni autonomia. Invece, lei e il suo amato Flavio (Alfredo Castro) pianificano di porre fine alle loro vite insieme in Svizzera. La reazione dei loro figli adulti è di shock e disappunto, in particolare contro la decisione del padre di unirsi alla madre. “Tu credi che questo sia amore? Questa è follia,” esclama uno di loro. Scenari musicali intervallati mostrano ambulanze in una caotica coreografia con Claudia nel suo appartamento e giardinieri che prendono vita in un parco, unendo il canto della figlia.
Secondo Marqués-Marcet, “La musica e la danza ci portano in luoghi dove le parole non riescono ad arrivare. Credevamo che questi elementi potessero aiutarci a cogliere l’astrazione che arriva con la morte e la possibile scomparsa del sé.”
Un’estetica contrastante
Il film alterna visivamente tra le vite artistiche e vibranti dei personaggi e l’ambiente sterile e clinico della clinica svizzera dove intendono compiere il loro ultimo atto. “Abbiamo tratto grande ispirazione dall’iconografia di pittori e scrittori barocchi spagnoli e fiamminghi,” spiega Marqués-Marcet. Il titolo si rifà a un verso del poeta barocco Francisco de Quevedo: “sarà polvere, ma polvere innamorata.” Questo sensibile barocco si scontra con la realtà della casa in Svizzera. “Dignitas ci ha aiutato molto, permettendoci persino di girare le scene del film nella reale casa (che non è una clinica, solo una casa) che hanno allestito per accompagnare le persone a morire. Il contrasto è venuto naturalmente dal collidere di questi due mondi.”
Cast e interpretazioni
La scelta del cast è stata cruciale. “Il film aveva bisogno di due attori che fungessero da poli opposti, quelle energie opposte che fanno tenere insieme una coppia con grande forza,” riflette Marqués-Marcet. Molina, con il suo fuoco imprevedibile, integra il temperamento più quieto di Castro, pieno di passione trattenuta. Insieme, navigano tra paura, passione e tenerezza di una coppia che non vuole accettare l’idea di vivere l’uno senza l’altro.
L’intensità operistica
L’uso di toni operistici nel film amplifica ulteriormente le poste in gioco, aggiungendo strati di commedia e tragedia. “Per me queste opere [operistiche] erano i primi musical, la ‘musica pop’ del loro tempo,” osserva Marqués-Marcet. “Mia nonna mi raccontava come, da bambina a Barcellona, le persone cantassero l’opera ad ogni angolo e difendessero le loro sopranos preferite come oggi si difendono i calciatori.”
Colonna sonora: la collaborazione con Maria Arnal
Maria Arnal, la compositrice della colonna sonora del film, ha portato il suo approccio polifonico, collaborando strettamente con il regista. “È stato un processo emozionante durato mesi,” ricorda Marqués-Marcet. “A volte ci sedevamo nel suo studio a casa e lei improvvisava canti mentre noi scrivevamo o riscrivevamo i testi sul momento. Altre volte le descrivevo esattamente cosa immaginavo per la scena, stabilivamo una struttura per la canzone e poi lei appariva il giorno dopo con una prima versione che sviluppavamo successivamente.” Il risultato è una colonna sonora vocalmente stratificata che utilizza voci, percussioni e campionatori per creare il suo paesaggio sonoro.
Il futuro dei ibridi di genere
Mescolare generi e piegarli per esplorare argomenti complessi sta diventando sempre più prevalente, sollevando amplie domande sul futuro dei generi ibridi nel cinema. “Stiamo vivendo tempi molto confusi dove è difficile vedere le cose chiaramente in modo semplice. Il mondo sta diventando barocco mentre l’idea di realtà è stata deformata,” nota Marqués-Marcet, aggiungendo: “Sento che il mix di generi e l’uso di codici diversi può aiutare a esprimere il mondo che sta emergendo. La chiave è usarlo non come una forma di escapismo o manierismo, ma per cercare di rappresentare i tempi in cui viviamo più verosimilmente. Per me è come una sorta di ‘realismo aumentato.'”
Link al Trailer di “They Will Be Dust”
Ricordi di controllare se il link porta esattamente al trailer che stavi cercando prima di pubblicare. Buona visione!