Il ritorno difficile: un viaggio tra onde e guerre
Il peso del ritorno dalla guerra
Il documentario “In Waves and War” di Jon Shenk e Bonni Cohen offre una visione toccante e profonda dell’impatto duraturo che le missioni militari possono avere sui soldati, concentrandosi su tre Navy SEAL ancora prigionieri dei traumi causati dai loro numerosi dispiegamenti. Il titolo, ispirato a un passaggio dell’Odissea, riflette il tentativo di liberarsi dalla sofferenza per intraprendere una nuova avventura.
L’innovazione nei trattamenti post-traumatici
Il cuore del documentario è rappresentato dall’emergente movimento per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico (PTSD) attraverso due allucinogeni: ibogaina e 5-MeO-DMT. Il primo è derivato dalla radice di iboga, mentre il secondo è estratto da rospi del deserto di Sonora. Questo potente cocktail è descritto dai registi come un miracolo terapeutico.
Il processo di guarigione
Prima fase: l’ibogaina
Il trattamento inizia con una fase che dura oltre 12 ore, durante la quale gli utenti accedono a memorie e sentimenti sepolti. In una delle sequenze animate più artistiche del film, un veterano si ritrova nel set di “The Wonder Years”, una serie che rappresentava per lui l’idea ideale di famiglia.
Seconda fase: la 5-MeO-DMT
Un clinico descrive l’ibogaina come un “levigatore” della psiche, mentre “il rospo” (5-MeO-DMT) agisce come un lucidatore, aiutando gli utenti a sentirsi di nuovo completi.
Ostacoli e speranze
Poiché entrambi i sostanze sono illegali negli Stati Uniti, chi desidera provarle deve recarsi in Messico. Questo crea una barriera non solo fisica ma anche emotiva, poiché molti dei potenziali beneficiari sono riluttanti a confrontarsi con i propri sentimenti in un contesto rituale.
L’importanza delle testimonianze
Il documentario è arricchito da interviste prima e dopo il trattamento con veterani che esprimono pensieri suicidi inizialmente, ma che appaiono trasformati dopo l’esperienza. Tuttavia, questa non è una semplice pubblicità: le storie vissute da Marcus Capone, Matty Roberts e DJ Shipley sono centrali e rappresentano la vera forza del film.
Un viaggio interiore
Marcus Capone, Matty Roberts e DJ Shipley hanno trascorso un tempo significativo in Afghanistan, evocando la celebre citazione da “The Hurt Locker”: “Il brivido della battaglia è una dipendenza potente e spesso letale, perché la guerra è una droga.” Le loro esperienze e le perdite subite sono un promemoria delle profonde cicatrici invisibili che la guerra lascia.
Una visione intima e concentrata
La scelta dei registi di concentrarsi su questi tre uomini offre al documentario “In Waves and War” una qualità intima, ma talvolta sembra che avrebbero potuto espandere il loro raggio d’azione senza perdere di vista il cuore della storia. Non vi è una vera discussione sul perché ibogaina e 5-MeO-DMT rimangano illegali o sulle ricerche condotte dalla Stanford University su queste sostanze.
Un finale riflessivo
“In Waves and War” tocca corde profonde nel suo pubblico, rendendo visibile l’invisibile dolore dei veterani e offrendo un raggio di speranza tramite innovativi trattamenti terapeutici. Gli spettatori sono spinti a riflettere non solo sulle guerre combattute all’estero, ma anche su quelle interiori che continuano a imperversare molto dopo il ritorno a casa.
Per saperne di più sulla visione del film, guarda il trailer di In Waves and War.
Unendo l’analisi cinematografica alle riflessioni sulle nuove terapie emergenti, questo documentario si pone come un ponte tra il vissuto dei veterani e le potenzialità future della medicina, offrendo uno sguardo unico e profondamente umano sulla guarigione post-bellica.