Un viaggio spaziale di emozioni in ‘U Are the Universe’
Un film che esplora l’amore e la solitudine tra le stelle
Le storie che vedono protagonisti astronauti solitari nello spazio sono state raccontate molte volte. Hollywood ci ha regalato alcune pellicole recenti di successo, tra cui Gravity (2013) di Alfonso Cuarón e The Martian (2015) di Ridley Scott. Tuttavia, ciò che distingue il film del regista ucraino Pavlo Ostrikov, U Are the Universe, è che si tratta di una toccante storia d’amore. La cornice potrebbe essere futuristica, ma le emozioni esposte sono tanto vecchie quanto la razza umana. Il film esplora come il protagonista trovi conforto nella sua vita, aprendosi all’amore di fronte alla finalità dell’esistenza.
Un futuro indefinito e una missione solitaria
In un futuro non specificato, un camionista ucraino di nome Andriy Melnyk (interpretato da Volodymyr Kravchuk) viene inviato da una compagnia di smaltimento rifiuti in missione su Castillo, una delle lune di Giove. Non viene mai chiarito cosa debba smaltire o cosa sia successo sulla Terra per portare a questa situazione; ciò che importa per la premessa del film è che Andriy è solo nello spazio, con l’unica compagnia di un robot chiamato Maxim (doppiato da Leonid Popadko). Maxim è programmato per offrire leggerezza e mantenere Andriy in vita a tutti i costi, due compiti che il robot trova difficili da realizzare quando la Terra misteriosamente esplode, apparentemente rendendo Andriy l’unico sopravvissuto della specie.
Il rapporto tra Andriy e Maxim: humor e solitudine
Questo scenario viene raccontato rapidamente, in scene economiche ma divertenti. Il robot parla costantemente con Andriy, raccontandogli barzellette di cattivo gusto, somministrandogli medicinali e alcool, e navigando l’astronave. Andriy sembra essenzialmente godersi il viaggio, vivendo bene seppur solo. Dopo il colpo di scena, quando la Terra esplode, le cose prendono una piega drammatica. Tuttavia, U Are the Universe mantiene un tocco leggero. Pur devastato, Andriy mostra anche gioia e nonchalance nell’essere l’ultimo uomo vivo. È felice di aver realizzato qualcosa che nessun’altra persona ha fatto, inclusi tutti quelli sulla Terra che lo hanno considerato un perdente.
Un messaggio inaspettato e un nuovo collegamento
Per scherzo, invia un messaggio stupido deridendo il mondo e autodefinendosi “Captain Galaxy,” pensando che nessuno lo sentirà. Sorprendentemente, una astronauta francese lontana su Saturno risponde. Non è solo dopo tutto. Tramite un programma di traduzione, iniziano a scambiarsi messaggi. Scopre che il suo nome è Catherine (doppiata da Alexia Depicker) e che anche lei è attratta dal banter sciocco. In poco tempo, si ritrovano a conversare a lungo, sviluppando una connessione genuina.
L’alchimia tra i due protagonisti
Per un film che consiste principalmente in un personaggio che parla a voci di una macchina, U Are the Universe funziona come un incanto. I dialoghi animati suonano reali, anche se non si comprende l’ucraino o il francese (le due lingue parlate dai personaggi). Non c’è affettazione in queste conversazioni; fluiscono facilmente, in modo sincero e delizioso, sia che i personaggi parlino di piccoli piaceri come il cibo o mettano in discussione la loro esistenza.
L’interpretazione magnetica di Volodymyr Kravchuk
La forza del film è in gran parte dovuta alla performance di Kravchuk. È affascinante e attraente in modi unici. Sembra un uomo ordinario, eppure possiede una presenza magnetica che trasforma anche i gesti più piccoli e goffi in puro intrattenimento. Che stia ballando goffamente da ubriaco o che stia aprendo il cuore con emozione genuina, Kravchuk rimane ipnotico.
Una storia d’amore autentica nello spazio
Man mano che Andriy e Catherine sviluppano un legame, il film diventa struggentemente romantico. Potrebbe sembrare ovvio che gli ultimi due esseri umani vivi sviluppino sentimenti l’uno per l’altra. Tuttavia, la sceneggiatura di Ostrikov evita la sentimentalità e trova un modo per rendere questa storia d’amore genuina. C’è goffaggine e malintesi, e, in definitiva, pathos e un finale straziante – come tutte le belle storie d’amore.
Un film destinato a diventare un cult
Con una storia così genuinamente commovente al centro, U Are the Universe dovrebbe riuscire a trovare un pubblico più ampio. Il film, presentato in anteprima nella sezione Discovery a Toronto e proiettato al Fantastic Fest, assicura il suo posto come favorito nei festival grazie alla sua premessa curiosa, ma i suoi dialoghi scintillanti e la regia inventiva lo assicureranno anche tra i cinefili oltre queste prime proiezioni.
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