Una finestra sul passato: ‘Vermiglio’ di Maura Delpero
Un ritratto intimo della vita rurale
Maura Delpero trasporta il pubblico nell’universo silenzioso e contemplativo del suo film “Vermiglio”, un’opera che ritrae con delicatezza la vita quotidiana nelle Alpi italiane durante la fine della Seconda Guerra Mondiale. Nonostante l’enormità dell’evento storico, sentito solo in maniera astratta, ciò che emerge forte è il lavoro reale di comunità e famiglia, e la ricerca di un sentiero personale da percorrere ai piedi di imponenti cime montuose.
L’inizio di una giornata invernale
È inverno, e una casa addormentata inizia lentamente a svegliarsi. Lucia, la figlia maggiore interpretata da Martina Scrinzi, munge la mucca, appoggiando sognante il viso, che sembra uscito da un dipinto di Vermeer, sul fianco caldo dell’animale. Sua madre Adele, interpretata da Roberta Rovelli, scalda il latte e lo distribuisce ai suoi sette figli, insieme a pezzi di pane per la colazione. Figli che si risvegliano pian piano, formando una caotica ma armoniosa danza domestica attorno al tavolo centrale della loro vita familiare.
Le stagioni della vita
La telecamera di Mikhail Krichman cattura con austerità e precisione ogni dettaglio della vita familiare, suddividendo la sua attenzione tra lavoro e riposo, tra la durezza delle loro routine e i momenti di gioco e comunità. Un ruolo centrale è rappresentato dal patriarca Cesare, interpretato da Tommaso Ragno, che con la sua voce sonorosa insegna ai suoi figli nella scuola locale, trasmettendo saggezza attraverso la musica di Vivaldi.
I personaggi femminili al centro della scena
Sebbene altri rapporti siano delineati, come la tensione tra Cesare e il figlio Dino, o la presenza flirtante della vicina Virginia, il focus è sempre più su Flavia (la figlia intelligente destinata a grandi cose), Ada (la figlia enigmatica con il suo quaderno di auto-punizioni) e la dolce Lucia, innamorata di Pietro, un soldato siciliano interpretato da Giuseppe De Domenico.
L’amore e il conflitto
La storia d’amore tra Lucia e Pietro è raccontata con delicatezza attraverso sguardi, frasi balbettate e lettere d’amore, mentre gli uomini del villaggio discutono sulla saggezza di nascondere il soldato disertore. Fra argomentazioni accese e dichiarazioni, emerge la saggezza di Cesare, che osserva come se tutti fossero codardi, non ci sarebbero guerre.
Il ciclo della vita e le sue tragedie
L’arrivo di una nuova gravidanza e una nuova tragedia sono vissuti con un’intensità silenziosa. L’editing di Luca Mattei evoca con parsimonia emozioni profonde, passando dall’immagine dell’infante avvolto in foglie di cavolo alla neve che cade, facendo presagire una perdita familiare. Ogni elemento nel film, dalla scenografia ai costumi, dal montaggio alla musica, è intriso di moderazione e controllo emotivo.
Uno sguardo nel tempo
“Vermiglio” è un viaggio nel passato che si nutre della forza delle donne della famiglia, della madre, delle sorelle e delle figlie. La natura austera ma pura delle Alpi fa da custode alle loro storie e segreti, rendendo il film una riflessione potente sul legame tra terra e memoria.
Per chi desidera approfondire, ecco il trailer di Vermiglio.
Delpero ci offre una visione quasi divina, attraverso la lente della natura femminile, delle lotte e delle gioie che hanno plasmato intere generazioni. Questo film non è soltanto una rappresentazione di un’epoca passata, ma un filo diretto che collega presente e passato, immortalato nei dettagli visivi spettacolari e nelle emozioni umane pure e semplici. Sicuramente un’esperienza cinematografica che merita di essere vissuta in prima persona.