La musica sotto accusa: il legame tra abuso e potere nel settore musicale
La recente ondata di accuse contro Sean “Diddy” Combs ha acceso i riflettori su una questione annosa e complessa: la cultura tossica e predatoria che pervade l’industria musicale. L’influente manager di John Legend, Ty Stiklorius, ha voluto dire la sua su questo argomento, raccontando di esperienze personali e analizzando la situazione attuale.
Esperienze personali e il racconto di Stiklorius
Ty Stiklorius ricorda un episodio avvenuto 27 anni fa durante una festa su uno yacht a St. Barts, ospitata proprio da Combs. Durante quella serata, Stiklorius riuscì a convincere un associato del rapper a sbloccare una porta, permettendole di fuggire da una situazione potenzialmente pericolosa. A quel tempo, non era del tutto consapevole della gravità della situazione da cui si stava sottraendo. Tuttavia, quell’episodio è diventato un simbolo di come il potere venga esercitato da personaggi influenti e quasi sempre uomini, che senza conseguenze possono abusare giovani aspiranti artisti e artisti.
La radicata cultura del predatore
Stiklorius punta il dito contro la musica stessa, descrivendo come donne e uomini non siano stati al sicuro in studi di registrazione, autobus da tour, backstage e uffici. Questo non è un caso isolato o un difetto del sistema, ma una caratteristica intrinseca. Dopo gli arresti di figure come Harvey Weinstein e R. Kelly, il pubblico ha sperato in una svolta nell’industria musicale. Ma ridurre il problema a pochi individui noti oscura la verità più preoccupante e sistematica che ha infettato questo settore.
Le voci di speranza e cambiamento
Nonostante tutto, Stiklorius trova speranza nel fatto che il potere di questi “guardiani” del successo stia lentamente diminuendo. Le dinamiche stanno cambiando, e le nuove generazioni di artisti stanno trovando modi alternativi per farsi strada. Un esempio lampante è la star Gen-Z Chappell Roan, che dopo essere stata abbandonata dalla sua etichetta per mancanza di successi commerciali, è riuscita a costruirsi una carriera indipendente e a sfruttare i social media per raggiungere un pubblico ampio e trovare nuove opportunità di distribuzione. Il suo successo dimostra che i giorni dei tradizionali guardiani del successo sono contati.
Le sfide personali e le decisioni difficili
Ty Stiklorius racconta anche di come le sue esperienze con i predatori quasi l’abbiano portata ad abbandonare l’industria musicale. Un evento inciso nella sua memoria risale a un periodo in cui frequentava la Wharton School of Business dell’Università della Pennsylvania: durante una cena, un senior executive musicale le passò furtivamente la chiave della sua camera d’albergo. Nonostante le difficoltà, ha continuato nel settore grazie al suo amico d’infanzia John Legend, che le chiese di diventare la sua manager.
Ripensare l’industria musicale
Per Stiklorius, la speranza è che l’industria musicale possa evolvere in una direzione diversa, una che sia degna dell’arte che produce. Chiede quante altre donne abbiano avuto esperienze simili alle sue, abbandonando i loro sogni di diventare artiste, ingegneri del suono, produttori o dirigenti a causa della cultura della coercizione e dell’abuso. Evidenzia l’importanza di proteggere le future generazioni di creatori e di ricostruire un’industria che onori il loro talento e impegno.
Accuse contro Sean “Diddy” Combs
Le accuse contro Sean “Diddy” Combs sono solo la punta dell’iceberg. Recentemente, Combs è stato accusato di drogare e abusare sessualmente di un ragazzo di 10 anni in un hotel di New York nel 2005. Altra accusa simile riguarda una giovane aspirante cantante di 17 anni nel 2008. Entrambi i casi si aggiungono a una serie di 120 cause intentate nello Stato di New York nel corso degli ultimi due decenni, dipingendo un quadro inquietante di abuso di potere.
I legali di Combs hanno dichiarato piena fiducia nei fatti e nell’integrità del processo giudiziario, sostenendo che la verità trionferà in tribunale e che Combs non ha mai abusato o trafficato nessuno.
Il dibattito è aperto e l’industria musicale deve affrontare una profonda introspezione. Questo potrebbe essere l’inizio di un cambiamento necessario e non più procrastinabile, per tutelare chi ha sempre sognato di fare della musica la propria vita.
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