Il finale di “Joker: Folie à Deux”
Arthur Fleck, il personaggio interpretato da Joaquin Phoenix, incontra la sua fine in un modo straziante in Joker: Folie à Deux. La scena conclusiva del film mostra Arthur essere brutalmente pugnalato a morte da un altro detenuto dell’Arkham Asylum. Tuttavia, secondo Phoenix e il regista Todd Phillips, il personaggio trova una qualche forma di pace in quel momento finale.
Una morte serena
Joaquin Phoenix descrive la scena della morte di Arthur come un momento di calore: “C’è una certa dolcezza in quella scena,” ha detto Phoenix. Arthur, rassicurato dalla calma, decide di ascoltare una barzelletta raccontatagli da un giovane detenuto. Questo gesto simbolico rappresenta una rinuncia alla personalità del Joker, che la società gli aveva imposto, e un’accettazione di se stesso. Phillips aggiunge che Arthur ha finalmente trovato pace con l’idea che sia giusto essere se stessi, il che era la sua lotta costante.
L’importanza della scena finale
La sequenza culminante è particolarmente significativa per il modo in cui il protagonista accoglie il gesto del giovane detenuto. Arthur, noto per le sue difficoltà nel connettersi con gli altri, mostra un raro momento di empatia e comprensione, dando spazio alla voglia di qualcuno di farlo ridere. Nonostante il tragico esito con la sua morte, c’è un barlume di speranza nel suo atteggiamento ottimista. Phillips sottolinea che Arthur è sempre stato caratterizzato da un mix di tragedia e speranza, il che rende la sequenza ancora più potente dal punto di vista emotivo.
Un finale controverso
La conclusione di Joker: Folie à Deux ha generato molte discussioni tra i fan dei fumetti. Molti si aspettavano che Arthur evolvesse pienamente nel Joker che tutti conoscono, ma il film ribalta tali aspettative. Il detenuto che lo assassina incide un sorriso di Glasgow sul volto di Arthur, suggerendo che questo altro personaggio possa essere il vero Joker ispirato dalla storia di Arthur Fleck.
Un punto di vista professionale
È interessante notare come Phillips e il suo team abbiano deliberatamente scelto un percorso narrativo alternativo. Sin dal primo film, titolato semplicemente Joker, c’era l’idea che Arthur potesse essere solo un’ispirazione per il vero Joker. Questa scelta narrativa offre un’interessante analisi dei miti moderni e dell’influenza che un individuo può esercitare sulla collettività.
Analisi tecnica del film
Da un punto di vista tecnico, Joker: Folie à Deux si distingue per una serie di aspetti cinematografici. La regia di Todd Phillips enfatizza attraverso l’uso di inquadrature strette e lunghe sequenze che si concentrano sull’espressività di Phoenix. La colonna sonora, inoltre, aggiunge un ulteriore strato di intensità emotiva alla narrazione. Il design dei set dell’Arkham Asylum e la cinematografia, che utilizza una palette di colori desaturata, conferiscono una sensazione di claustrofobia e isolamento, riflettendo lo stato mentale del protagonista.
Riflessioni sul futuro del franchise
Con la conclusione di Joker: Folie à Deux, il futuro del franchise rimane incerto. La morte di Arthur Fleck sposta l’attenzione su un possibile nuovo Joker, suggerendo che la saga potrebbe proseguire con un nuovo protagonista. Questo approccio non solo mantiene viva l’interesse dei fan, ma apre anche a nuove interpretazioni e analisi su chi potrebbe davvero incarnare lo spirito anarchico del Joker.
Conclusioni aperte
Joker: Folie à Deux riesce a sfidare le convenzioni e a sorprendere per la sua scelta audace di non trasformare Arthur Fleck nel Joker che tutti conoscono. Invece, racconta la storia di un uomo che, nonostante le sue lotte e il suo tragico destino, riesce a trovare pace. Questo film rimane una potente meditazione sul concetto di identità e influenza, dimostrando che, a volte, non è l’individuo ma la sua storia a lasciare un segno eterno.
Un elemento distintivo di questo film è la sua capacità di portare il pubblico a riflettere sulle nozioni di identità e percezione, creando una narrazione che va oltre i confini abituali dei film sui supereroi.