Un viaggio nell’animo del ladro gentiluomo: “Freedom”
In un panorama cinefilo saturo di action thriller, Mélanie Laurent ha scelto un percorso meno battuto per il suo ultimo film, “Freedom”. Invece di presentare una banale epopea avventurosa, Laurent e il co-sceneggiatore Christophe Deslandes optano per un’introspezione più profonda, unendo amore e ribellione in un dramma dal sapore romantico e tragico.
Un protagonista magnetico
Il cuore di questa pellicola è senza dubbio Bruno, interpretato da Lucas Bravo. Con eleganza e fascino, Bravo incarna il “rebel mastermind” con la stessa intensità di grandi personaggi del cinema come quelli di Heat e Thief. Bruno è un fuorilegge che vive di rapine nei supermercati di provincia, accompagnato dalla sua fidanzata Annie (Léa Luce Busato) e dall’amico Drago (Steve Tientcheu). La loro formula del successo è semplice: rubare ai “veri ladri”, ovvero banche e grosse corporazioni.
La chimica tra Bravo e Busato è palpabile, e Laurent accentua detta complicità attraverso sequenze che ricordano spot pubblicitari di lusso, tra corse folli e oziosi pomeriggi in un castello francese. L’abilità di Bruno nel calmare le vittime con il suo fascino e il suo sorriso azzurro come il mare della Costa Azzurra rende le loro avventure ancor più avvincenti.
La caccia del detective
La svolta drammatica arriva con l’entrata in scena del detective George Moréas (Yvan Attal). Il suo personaggio, in un gioco di gatto e topo, introduce una nuova dinamica che arricchisce la narrazione. La vulnerabilità e l’astuzia di Moréas creano un contrasto affascinante con la spavalderia di Bruno.
La storia si complica con l’inserimento di altri membri della banda, come Patrick (David Murgia) e Steve (Radivoje Bukvic), mentre la loro ultima truffa, il furto di gioielli in tutta la Francia, aumenta la posta in gioco. Ma è Annie, con il suo desiderio di una vita più tranquilla e familiare, a far emergere la vera sfida interiore di Bruno: abbandonare una carriera redditizia e avventurosa per abbracciare una stabilità che potrebbe sembra anomala.
Un triangolo amoroso atipico
Uno degli elementi più interessanti del film è la creazione di un triangolo amoroso che trascende il mero affetto reciproco: Annie ama Bruno il fuorilegge; Bruno ama l’arte del suo crimine; e George ama il brivido della caccia. Questo ricco intreccio è ben sviluppato nella prima parte del film, con personaggi come Patrick, Drago e Steve che ricevono introduzioni memorabili, arricchendo la banda moderna di Merry Men.
Debolezze narrative
Tuttavia, “Freedom” non è esente da critiche. Laurent e Deslandes faticano a mantenere la stessa lucidità nella seconda metà della pellicola. I conflitti personali di Patrick, come la sua dipendenza da eroina, sono affrontati superficialmente, mentre figure cruciali come Drago e Steve scompaiono senza un adeguato congedo.
La tensione tra Bruno e George, che dovrebbe rappresentare il fulcro del film, non raggiunge mai i picchi desiderati, mancando di quell’energia elettrizzante e delle sfumature psicologiche che avrebbero arricchito la caccia e la fuga continue tra i due.
Visioni contingenti
Nonostante queste lacune, Moments of introspection and emotionally charged dialogues uphold the narrative, including a heartfelt conversation between Annie and Drago’s girlfriend Marika (Léo Chalié). Here, they reflect on the strength needed to be a gangster’s moll, a conversation that resonates deeply but is quickly overshadowed by the film’s more customary narrative arcs.
Performance attoriali
Lucas Bravo si distingue in “Freedom”, mostrando un potenziale da protagonista che non ha pienamente manifestato nei suoi ruoli precedenti. La sua interpretazione amalgama giocosità e arroganza, creando un personaggio complesso e avvincente. Tuttavia, Busato viene messa in ombra da Bravo e Attal, nonostante esprima un’energia vivace e un tocco di vulnerabilità nel ritratto di Annie.
Un impatto visivo
Laurent non risparmia sul piano visivo, immergendoci nella confusione di Annie attraverso movimenti di macchina che ricreano una sensazione di vertigine. Il tema del movimento circolare si ripete nel corso del film, simboleggiando l’ascesa e la caduta inevitabile dei banditi. È un peccato, però, che Laurent non applichi lo stesso livello di sofisticazione nella scrittura del personaggio femminile, relegando Annie a un ruolo secondario nella sua stessa storia.
“Freedom” è un film che tenta coraggiosamente di equilibrare dramma intimo e avventura spettacolare. Supera alcune sfide narrative con interpretazioni solide e una regia affascinante, pur lasciando un desiderio di maggiori approfondimenti emotivi e un’attenzione più equilibrata verso i suoi personaggi femminili.