Un viaggio nel dolore: “Papa” e la ricerca del perché
Un dramma familiare nascosto in un crimine atroce
Il film più recente di Philip Yung, intitolato “Papa”, si apre con un evento straziante: una notte, senza preavviso, un ragazzo di 15 anni di nome Ming (interpretato da Dylan So) uccide sua madre e sua sorella con un machete da cucina. Dietro questo terribile atto si nasconde una storia che esplora il prima e il dopo attraverso la prospettiva del padre, Yuen (Sean Lau), che cerca di capire cosa abbia portato suo figlio a commettere un crimine così efferato.
Il tormento di un padre: alla ricerca di risposte e redenzione
Yuen, colpito dalla tragedia, cerca disperatamente di dare un senso alla sua vita e di scoprire quale oscurità abbia potuto macchiare il cuore di suo figlio. La narrazione diventa una danza attraverso il tempo, esaminando i momenti di colpa e rimpianto che affiorano dal passato e riemergono nel presente. “Papa” ci guida a scoprire come una famiglia spezzata possa, forse, ritrovare una forma di redenzione.
Un giallo psicologico tra presente e passato
Il film si discosta dai normali gialli, abbracciando una struttura narrativa che ricorda il caleidoscopio delle emozioni. Le scene si susseguono senza una linea temporale rigida, ricordando lo stile poetico e fluttuante di Wong Kar-wai. Il direttore della fotografia, Chin Ting Chang, cattura immagini potenti che, unite a una colonna sonora evocativa di Ding Ke, amplificano la tensione emotiva.
Un caso reale che diventa cinema
La storia di “Papa” trae ispirazione da un triste evento reale avvenuto nel 2010 a Tsuen Wan, una periferia di Hong Kong caratterizzata da alti edifici residenziali e vivaci mercati. Da questa ambientazione prende vita il racconto della famiglia di Yuen e Yin (Jo Koo), proprietari di un ristorante aperto 24 ore su 24. La loro quotidianità viene minuziosamente descritta, mostrando il percorso di crescita dei loro figli, Ming e la dolce Grace.
Il mistero dietro la mente di Ming
Da subito sappiamo cosa farà Ming, ma ci chiediamo costantemente il perché. Il ragazzo, profondamente introverso, potrebbe essere affetto da un disturbo dello spettro autistico. Le sue preoccupazioni per l’ambiente e i diritti degli animali diventano indizi nel mosaico della sua psiche. Tuttavia, quando viene interrogato dopo il delitto, Ming confessa di aver ucciso per evitare il sovrappopolamento del pianeta, una spiegazione che lascia più domande che risposte.
Un racconto di dolore silenzioso
Yuen è un uomo taciturno, che affronta le difficoltà della vita con stoico silenzio. Nonostante il suo comportamento rigido, non si può dire che sia un cattivo padre; lo vediamo incoraggiare i suoi figli, insegnare loro il lavoro al ristorante e permettere a Grace di prendere con sé un gatto randagio. Tuttavia, non riesce a comunicare appieno il suo amore per loro.
Un viaggio interiore da non perdere
Nonostante l’approccio cerebrale di Yung che può smorzare l’impatto drammatico, “Papa” resta un’analisi affascinante su come si possa sopravvivere dopo una tragedia incomprensibile. Con una recitazione impeccabile, in particolare quella di Sean Lau, il film si distingue per la sua capacità di esplorare il dolore interiore.
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Credits e dettagli di produzione
- Cast: Sean Lau, Jo Koo, Dylan So
- Regista e Sceneggiatore: Philip Yung
- Produttore: Amy Chin
- Fotografia: Chin Ting Chang
- Designer dei costumi: Dora Ng
- Compositore: Ding Ke
- Sales: Golden Scene Company Limited
- Durata: 2 ore e 11 minuti
- Lingua: Cantonese
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