# Un film che dialoga con il presente: analisi di "Bonhoeffer"
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Il film "Bonhoeffer", se fosse stato rilasciato solo due anni fa, sarebbe stato probabilmente considerato un altro rispettabile ma prevedibile dramma storico su tedeschi coraggiosi che sfidano il regime nazista. Oggi, tuttavia, questo film assume i contorni di una tempestiva e inquietante parabola sui rischi di un regime totalitario, con risonanze che echeggiano negli eventi contemporanei.
Un parallelo storico attuale
Non è solo la storia che ci ricorda come, alla fine degli anni '30, i simpatizzanti di Hitler distribuirono una versione nazificata della Bibbia, che ritraeva Gesù come un ariano puro e richiedeva fedeltà al Fuhrer in uno dei due comandamenti aggiunti al testo originale.
Il regista Todd Komarnicki, noto per la sceneggiatura di "Sully" di Clint Eastwood, ci illustra la facilità con cui Hitler ottenne l'accettazione e la sottomissione del popolo tedesco dopo la Prima Guerra Mondiale, giocando su sentimenti di risentimento, sfiducia e orgoglio nazionale ferito.
L'ascesa di Hitler e una nazione ingannata
>"Tutte le cose brutte che sono successe in Germania sono state attribuite agli ebrei e ai comunisti," osserva un personaggio. "E c'erano abbastanza persone affamate per crederci." Tuttavia, non tutti i tedeschi credevano alla propaganda. "Ma a Hitler bastava ingannare chi andava a votare."
Un'altra frase significativa recita: "Dio ha mandato un profeta alla Germania. E più di un profeta, un vero salvatore." Questa affermazione, potente in qualsiasi epoca, suona devastante quando paragonata ai discorsi dei fedeli contemporanei di un leader ambizioso.
L'evoluzione di Dietrich Bonhoeffer
Tra i non credenti alla propaganda nazista c'è Dietrich Bonhoeffer (Jonas Dassler), un ministro luterano profondamente religioso e coraggiosamente critico, che riconosce presto i pericoli del regime di Hitler. Gradualmente, si unisce al movimento di resistenza, testimone di atrocità come la persecuzione degli ebrei e l'intimidazione brutale di altri religiosi che temono le conseguenze del dire la verità al potere.
Bonhoeffer prende rischi enormi, tra cui un viaggio segreto in Inghilterra nella speranza di convincere Winston Churchill a unirsi alla lotta contro Hitler. Sfortunatamente, il momento non è ancora considerato opportuno dal leader britannico.
Dilemmi morali e azione
Quando la situazione diventa critica, Bonhoeffer si trasforma in un attivo cospiratore in un piano per assassinare Hitler. Non sorprende che alcuni membri della sua cerchia segreta non siano pronti a sostenere tali misure estreme. Uno di loro domanda: "Dio ci perdonerà se facciamo questo?" Bonhoeffer risponde: "Dio ci perdonerà se non lo facciamo?"
Una narrazione avvincente
Komarnicki utilizza abilmente una struttura narrativa a salti temporali per tracciare l'evoluzione di Bonhoeffer da figlio viziato di una famiglia benestante a prigioniero politico nei campi di concentramento delle SS a Buchenwald. La maggior parte del racconto si svolge in flashback, mentre Bonhoeffer trascorre i giorni incarcerato, scrivendo sulla sua Bibbia — la sua, non una delle edizioni nazificate — e raccontando come e perché il suo viaggio di vita lo ha portato dove si trova ora.
Prestazioni attoriali e valori di produzione
Dassler interpreta Bonhoeffer con una miscela attentamente calibrata di zelo, sincerità, audacia e, occasionalmente, terrore. È supportato da un cast ben selezionato, con attori che anche in ruoli minori, come Churchill (Tim Hudson) e Hitler (Marc Bessant), dedicano piena energia ai loro personaggi senza esagerare.
I valori di produzione superiori rafforzano l'autenticità dell'epoca, anche se quasi tutto in "Bonhoeffer" ci ricorda che, come William Faulkner ci ha avvertito, "Il passato non è mai morto. Non è nemmeno passato."
Guarda il trailer di Bonhoeffer
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In definitiva, "Bonhoeffer" è più di un semplice film storico; è un potente racconto che invita a riflettere sul presente attraverso le lenti del passato, evidenziando i pericoli dell'ignavia e la necessità di prendere posizione contro l'ingiustizia.