Lydia Deetz 35 anni dopo: una nuova era per Beetlejuice
Nel mondo cinematografico, pochi personaggi sono rimasti iconici attraverso i decenni come Lydia Deetz, interpretata da Winona Ryder. Introduciamo la sequenza di apertura di “Beetlejuice Beetlejuice”, dove vediamo Lydia, ora 35 anni dopo, in un ruolo del tutto nuovo.
Lydia e il suo spettacolo televisivo
Lydia è diventata la conduttrice di un popolare reality show chiamato “Ghost House”. Durante le riprese, continua a vedere visioni del demone impertinente Beetlejuice tra il pubblico. Colleen Atwood, la costumista pluripremiata, rivela che l’outfit goth-glam di Lydia è stato ispirato dall’iconica Elvira.
Atwood racconta: “Volevamo canalizzare quel tipo di personaggio per lo show di Lydia. Ho trovato quel vestito in un negozio dell’usato. Era un abito in jersey e ci ho fatto alcune modifiche, aggiungendo un po’ di scollatura e cambiandolo un po’”.
Colleen Atwood ha ricevuto il premio per l’impatto creativo nella costumistica durante il SCAD Savannah Film Festival, sottolineando come non dia mai nulla per scontato e come collaborare con Tim Burton continui ad essere una sorpresa ad ogni progetto.
Collaborazione storica tra Atwood e Burton
Atwood ha lavorato con Tim Burton in oltre una dozzina di progetti, tra cui “Edward mani di forbice” e “Mars Attacks!”, nonché la recente serie Netflix “Mercoledì”. Quando Burton ha svelato i piani per il sequel di “Beetlejuice”, ha immediatamente coinvolto Atwood nel processo creativo.
Oltre a Ryder e Michael Keaton, anche Catherine O’Hara ritorna in questo sequel soprannaturale. Atwood descrive il suo approccio nella creazione dei costumi come un’esplorazione di chi sono diventati questi personaggi con il passare del tempo.
Rivisitazione dei costumi iconici
Nel 1988, fu Aggie Guerard Rodgers a disegnare gli abiti per il film originale, incluso il celebre completo bianco e nero di Beetlejuice. Atwood ha ricostruito il costume per Keaton, aggiungendo dettagli che riflettono la sua permanenza nell’Aldilà. “L’ho reso più muffoso e invecchiato,” spiega Atwood, “Michael è ancora in ottima forma, quindi abbiamo aggiunto una pancia per riflettere un Beetlejuice che probabilmente ha passato anni senza fare niente.”
L’importanza dei costumi nel mondo di Tim Burton
Burton ha sempre mostrato un interesse particolare per i tessuti e i dettagli dei costumi. Atwood descrive come osserva le reazioni di Burton ai materiali e inizia a costruire sulla base delle sue impressioni positive, creando costumi che danno vita alla visione del regista.
Creare costumi per personaggi dell’aldilà richiede una collaborazione stretta tra costumisti e truccatori. Dalle persone annegate mentre imitavano il trucco della tortura nell’acqua di Houdini, alle vittime di incidenti stradali, ogni costume deve raccontare una storia. “Devi mostrare come è successo qualcosa, e deve essere visibile subito,” afferma Atwood.
Un nuovo capitolo, una nuova estetica
Nel sequel, Atwood e il team hanno creato nuove idee per mostrare le diverse morti dei personaggi, unendo magistralmente estetica e narrazione. “Collaboriamo a ogni passo,” dice Atwood, sottolineando il ruolo cruciale del trucco.
In breve, il mondo di “Beetlejuice Beetlejuice” non è solo un ritorno nostalgico ma un’evoluzione tanto visiva quanto narrativa. La maestria di Colleen Atwood nel rinvigorire e reinventare questi personaggi testimonia il suo immenso talento e la sua profonda intesa con il regista Tim Burton.
Per ulteriori dettagli sul film, potete visitare Beetlejuice Beetlejuice.