Un’emozionante avventura cinematografica: “The Last Beast of Atlas”
Un debutto promettente nel panorama del cinema marocchino
Il panorama cinematografico marocchino si arricchisce di una nuova promettente produzione: “The Last Beast of Atlas”. Dopo aver fatto parlare di sé con il corto “No Key,” premiato all’Indie Short Fest e proiettato al Fantastic Fest, il regista Walid Messnaoui, originario di Casablanca, si prepara a realizzare il suo primo lungometraggio. Questo film, descritto come un twilight Western, rappresenta una delle opere di debutto più attese del prossimo Marrakech Film Festival, nella sezione Atlas Workshops.
Una produzione ambiziosa e radicata nella tradizione
Prodotto dai fondatori di Caestus Films, Taoufik Rais ed El Mahdi Amsrouy, “The Last Beast of Atlas” è ambientato nel cuore del Medio Atlante negli anni ’90. La trama ruota attorno alla figura leggendaria di Boulohouch, un fuorilegge che, guidando un gruppo di ribelli, diventa un simbolo di libertà e terrore. Mentre il mito si sgretola, emerge l’uomo dietro la leggenda, sfumando la linea tra eroe e villano in un Marocco diviso tra antiche tradizioni e l’alba di un nuovo millennio.
Una narrazione che demistifica i miti
I produttori Rais e Amsrouy descrivono “The Last Beast of Atlas” come un’opera che smantella il mito di Boulohouch, un cacciatore leggendario che divenne il leader della banda di briganti più famosa del Medio Atlante negli anni ’90. Venerato da alcuni come una figura alla Robin Hood e temuto da altri come un bandito spietato, Boulohouch incarna la complessa dualità tra eroismo e villainy. Il film esplora come le società costruiscono i loro eroi solo per poi distruggerli.
Sceneggiatura e ispirazione culturale
La sceneggiatura di “The Last Beast of Atlas” è scritta da Smail Mojahid, sceneggiatore e professore di scrittura cinematografica all’ISMAC (Institut Supérieur des Métiers de l’Audiovisuel et du Cinéma) a Rabat. Mojahid, nato e cresciuto nella regione del Medio Atlante, possiede una conoscenza intima della storia e delle sfumature culturali che essa comporta. Questa profonda comprensione è stata essenziale per trasformare la storia di Boulohouch in un epico potente.
Gli obiettivi del workshops
Al Marrakech Film Festival, Rais e Amsrouy presenteranno la sceneggiatura, un piano di finanziamento dettagliato e un programma di produzione. Questi materiali offriranno una panoramica sulla visione creativa del progetto e la strategia finanziaria necessaria per la sua realizzazione.
Un nuovo attore sulla scena cinematografica marocchina
Con due titoli presenti ai Workshop – “The Last Beast of Atlas” e “The Nours” di Yassine Iguenfer – Caestus Films sta rapidamente consolidandosi come un attore di rilievo sulla scena cinematografica marocchina. Fondata nel 2019, la società mira a mostrare la ricca eredità culturale del paese attraverso il cinema, specializzandosi nell’adattamento di leggende e miti fondativi per un pubblico internazionale.
Un’analisi del twilight Western
Il regista Walid Messnaoui descrive “The Last Beast of Atlas” come un twilight Western e un dramma. Questo genere si occupa intrinsecamente della fine di un’era, un racconto di declino dove gli eroi affrontano la morte, l’oblio o si interrogano sul proprio posto in un mondo in cambiamento. Questo tipo di narrazione, soprattutto riguardante persone reali, fa emergere naturalmente il dramma.
Ispirazioni cinematografiche
Messnaoui cita come influenze principali “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford” di Andrew Dominik e “Non è un paese per vecchi” dei fratelli Coen. Entrambi i film sono contemplativi e atmosferici, con paesaggi profondamente intrecciati ai viaggi interiori dei personaggi. Questo profondo legame tra ambientazione e narrativa è qualcosa che Messnaoui ammira profondamente e mira a emulare nel suo lavoro.
Un riflesso della modernità negli anni ’90
L’ambientazione negli anni ’90 e il riferimento al nuovo millennio nel film suggeriscono l’arrivo della modernità nel Medio Atlante. Messnaoui spiega come molte aree del Marocco, in particolare nel Medio Atlante, si sentivano dimenticate e fuori dal tempo per lungo tempo. Tuttavia, gli anni ’90 segnano un punto di svolta, con la modernizzazione che inizia a invadere queste sacche isolate di tradizione, trasformando il loro modo di vivere.
Stile di regia
Parlando del suo stile di regia, Messnaoui immagina il film con un inizio silenzioso e contemplativo, enfatizzando l’immensità della natura in contrasto con le lotte del personaggio. Vuole combinare autenticità narrativa con un’estetica stilizzata, creando paesaggi quasi fantastici che incorniciano una storia profondamente realistica. Il ritmo del film aumenterà gradualmente, culminando in sequenze frenetiche e intense vicino al climax del film.
Scopri di più su The Last Beast of Atlas
Messnaoui, Rais e Amsrouy sono pronti a presentare un’opera che promette di essere una pietra miliare per il cinema marocchino, offrendo una riflessione profonda sulle tradizioni e le trasformazioni culturali di un paese in evoluzione.