Una cinepresa sulla vita reale: il racconto emozionante di “Under the Lights”
Scavalcare la malattia: dove il cinema incontra la realtà
Diretto da Miles Levin, “Under the Lights” non è solo un film sul tema dell’epilessia, ma una narrazione autentica e potente che affonda le radici in esperienze personali profondamente vissute. Levin, diagnosticato con epilessia, ha scelto di non nascondere la sua condizione ma di trasformarla in un’opportunità per un “salto emotivo” con il suo nuovo lungometraggio.
“I migliori film nascono da diari segreti che non vorresti mai che qualcuno leggesse,” afferma Levin. “Se non c’è nessun rischio nell’aprire il cuore, è meno probabile che quel racconto sia onesto.”
Un’analisi approfondita del film
Dal punto di vista tecnico, “Under the Lights” rappresenta una scelta vincente nell’uso della narrazione cinematografica per esplorare tematiche complesse. Levin ha sempre dimostrato di saper equilibrare elementi comici e tragici, creando una pellicola che è al tempo stesso emozionante e divertente. Questo approccio è evidente nella sceneggiatura che affronta il difficile equilibrio tra il desiderio di normalità del protagonista e le preoccupazioni di una madre protettiva. Pearce Joza, che aveva già collaborato con Levin in un corto del 2020, torna ad interpretare Sam, il giovane al centro della storia.
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Un cast eccezionale per una storia unica
L’altro aspetto che salta agli occhi in “Under the Lights” è la straordinaria selezione del cast. Lake Bell, Nick Offerman, Mark Duplass, Randall Park, Tanzyn Crawford e Marin Hinkle arricchiscono il film con le loro interpretazioni autentiche. Molti di loro hanno un legame personale con il tema dell’epilessia, il che aggiunge un ulteriore strato di profondità ai loro ruoli.
Natalie Metzger, Vice Presidente della produzione e sviluppo presso Vanishing Angle, ha sottolineato come “Abbiamo avuto molta fortuna con il cast. Molti attori erano appassionati di questa storia e alcuni avevano connessioni personali con il tema.”
Un’opportunità per il cambiamento
Sebbene il film abbia come punto focale il ballo scolastico, Levin assicura che “Under the Lights” non è il tipico teen movie. Metzger ribadisce che “È importante per Miles rendere il film intrattenente e divertente e non una cupa lezione di sensibilizzazione su questa condizione.”
Levin è consapevole dei rischi nell’ambito della rappresentazione cinematografica della disabilità. “Ci sono cento modi in cui un film del genere potrebbe diventare terribile. Uno di questi sarebbe trattare la disabilità come una tragedia assoluta. Abbiamo visto quel film ed è pessimo.”
Una riflessione sul rapporto familiare
Il film scava profondamente nelle dinamiche familiari, mostrando come una diagnosi di epilessia può sconvolgere non solo la vita del paziente ma anche quella della sua famiglia. Levin riflette sulla sua esperienza personale: “Scrivere questo copione mi ha permesso di capire molto meglio mia madre e il modo in cui la mia diagnosi ha sconvolto le loro vite.”
Il rapporto tra Sam e sua madre, interpretata da Bell, è incorniciato da scene crude e oneste. Levin sottolinea che il tema centrale non è solo superare la malattia, ma anche capire che “Crescere significa riconoscere che i tuoi genitori sono persone complicate.”
Non solo dramma, ma anche umorismo
Nonostante tratti tematiche pesanti, “Under the Lights” non è privo di comicità. Metzger conferma che ”Miles ha sempre integrato elementi comici nello script, rendendo il film non solo educativo ma anche intrattenente.”
Levin ride nel definire il film: “Non è un film sulle feste di ballo liceali, non è fatto di nastri colorati e sessioni di trucco. È su persone che non vogliono sentirsi lasciate indietro.”
Una speranza per il futuro
Levin spera che il film, proprio come il corto che lo ha preceduto, possa “rivoluzionare la percezione di questa popolazione invisibile.” Ammette che, nonostante abbia perso alcune esperienze comuni della sua giovinezza, lavorare a questo film ha dato un senso a quei sacrifici. “Se mi chiedessi se potessi tornare indietro e essere curato, adesso direi di no.”
“Under the Lights” non è solo un film; è un tributo alla forza e alla resilienza umana, un invito a guardare oltre le etichette e a vedere le persone dietro le diagnosi.