# Ripensando alla scelta di lavorare con Woody Allen
Rebecca Hall riflette su una delle decisioni più controverse della sua carriera: la partecipazione al film di Woody Allen, *A Rainy Day in New York*.
Analisi del contesto
Nel 2018, Rebecca Hall ha avuto un ruolo in *A Rainy Day in New York*, un film diretto da Woody Allen e interpretato anche da Timothée Chalamet, Jude Law e Elle Fanning. Tuttavia, la sua scelta è stata criticata a causa delle accuse di abuso sessuale rivolte a Woody Allen da parte di sua figlia Dylan Farrow e per le numerose accuse di cattiva condotta sessuale contro Harvey Weinstein, uno dei produttori del film.
Ripensamenti pubblici
In seguito alle accuse, Hall ha espresso pubblicamente il suo pentimento per aver partecipato al film tramite un post su Instagram. “Non solo vedo quanto sia complicata questa questione, ma mi rendo conto che le mie azioni hanno fatto sentire una donna silenziata e ignorata,” scrisse. “Rimpiango questa decisione e non la rifarei oggi.”
Riflessioni sull'intervista
In una recente intervista, Rebecca Hall ha discusso ulteriormente del suo pentimento. “Isolare questa situazione mi mette a disagio. Non sono solita fare dichiarazioni pubbliche su argomenti così personali. Realizzo opere artistiche, e in questo modo esprimo il mio punto di vista politico,” ha dichiarato Hall. “Non mi considero un attivista, e quindi mi pento di aver fatto quella dichiarazione. Non è responsabilità degli attori commentare su questi argomenti.”
Hall ha ricordato un episodio emblematico avvenuto durante le riprese. “Stavamo girando una scena in strada con Jude Law, e la mia battuta era: ‘Devi smetterla di dormire con queste maledette quindicenni.’ Proprio quel giorno è scoppiato lo scandalo Weinstein. C'era una gruppo di giornalisti e paparazzi nei dintorni, perché Weinstein era uno dei produttori, e tutti mi ascoltavano dire quella frase.”
L'importanza di credere alle vittime
Rebecca Hall ha spiegato come ogni intervista sul film si concentrasse sulle figure di Allen e Weinstein, mettendola in una situazione scomoda. “In quel momento, la cosa più importante era credere alle donne. Sì, ci saranno complicazioni e sfumature in queste storie, ma è necessario riequilibrare le cose. Così ho sentito il bisogno di fare qualcosa di concreto.”
Hall ha quindi donato il suo salario al Time’s Up Legal Defense Fund. “Ma tutto si è ridotto a un’altra persona che denuncia Woody Allen e si pente di aver lavorato con lui, il che non è quello che ho detto realmente. Non mi pento di aver lavorato con lui. Mi ha dato una grande opportunità lavorativa ed è stato gentile con me,” ha precisato Hall. “Non parlo più con lui, ma non penso che dovremmo essere noi a fare i giudici su questa questione.”
Approccio alla situazione oggi
Quando le è stato chiesto cosa farebbe se la situazione si ripresentasse oggi, Hall ha risposto chiaramente: “Non direi nulla. La mia politica è di essere un’artista. Non uscire e dichiarare il tuo punto di vista troppo spesso. Questo non vuol dire che sia apatica o non coinvolta. Penso semplicemente che questo sia il mio lavoro.”
In seno al cast del film, anche altri attori hanno fatto simili gesti di solidarietà. Griffin Newman ha donato il suo stipendio al RAINN (Rape, Abuse & Incest National Network) e Timothée Chalamet ha destinato il suo compenso a tre diverse organizzazioni: Time’s Up, il Centro LGBT di New York e RAINN. Anche il regista Kevin Smith ha partecipato, donando i suoi residui sui film prodotti da Weinstein all'organizzazione Women in Film.
Per maggiori dettagli sul film, A Rainy Day in New York può essere ulteriormente esplorato online.
La discussione sulla responsabilità artistica e il coinvolgimento personale affrontata da Hall riflette una tematica più ampiamente dibattuta nel mondo del cinema e della televisione, mettendo in evidenza l'equilibrio tra l'integrità professionale e le pressioni sociali e morali del settore.