Perso su una montagna nel Maine: un viaggio di sopravvivenza
Una storia vera di speranza e determinazione
“Perso su una montagna nel Maine” è un film che si distingue per il suo titolo esplicito e per l’assenza di sorprese. Tuttavia, ciò non toglie nulla al fascino del viaggio di sopravvivenza di Donn Fender, interpretato da Luke David Blumm, un ragazzino di 12 anni che si perde nei gelidi boschi del Maine settentrionale per nove giorni. Sin dai primi minuti, il regista Andrew Boodhoo Kightlinger e lo sceneggiatore Luke Paradise, basandosi sul libro scritto dal vero Donn Fender, assicurano agli spettatori un lieto fine.
Un racconto per tutta la famiglia
Questo film è perfetto per una visione in famiglia, specialmente se ci sono bambini impressionabili. Nonostante le difficoltà affrontate da Donn, non c’è mai il rischio che i più piccoli si spaventino troppo, poiché il finale felice è ampiamente annunciato. Tuttavia, la narrazione riesce comunque a tenere alto l’interesse, coinvolgendo lo spettatore nelle avventure rischiose del protagonista. Ecco il link al trailer.
Suspense e cinematografia di qualità
Per il pubblico adulto, il film può risultare interessante soprattutto grazie a tratti di suspense ben costruiti e alla splendida cinematografia di Idan Menin, che eleva notevolmente l’impatto complessivo dell’opera. La scelta del cast è impeccabile, con una menzione speciale per il giovane Blumm, capace di rendere il suo personaggio accattivante nonostante il carattere inizialmente scontroso di Donn.
La dinamica familiare e gli insegnamenti di vita
La storia si svolge nel 1939 a Newport, in Maine, un periodo segnato dalla Grande Depressione. Donald Fendler (Paul Sparks), il padre di Donn, è un uomo esigente che non risparmia la disciplina ai suoi figli. “Il mondo non gli farà sconti. Nemmeno io dovrei farlo,” dice alla moglie Ruth (Caitlin FitzGerald). Questo atteggiamento inflessibile provoca una reazione negativa in Donn, che è spesso arrabbiato e risentito verso suo padre.
Il viaggio verso il monte Katahdin
Quando Donald deve cancellare una gita di pesca a causa del lavoro, per farsi perdonare organizza una breve escursione al monte Katahdin con Donn e i suoi fratelli. Questa decisione si rivela disastrosa. Durante la scalata, una tempesta improvvisa separa Donn dal gruppo e il ragazzo si ritrova a vagare per “100,000 acri di deserto” più spietato di suo padre.
Sopravvivenza e resilienza
Mentre Donn lotta per la sopravvivenza, i membri della sua famiglia e i volontari delle squadre di ricerca sperano per il meglio ma temono il peggio. Il ragazzo sopporta difficoltà fisiche e psicologiche che metterebbero alla prova anche soldati esperti. Curiosamente, tra i produttori del film troviamo Sylvester Stallone, forse attratto dalla somiglianza della storia con le avventure del suo personaggio Rambo nelle terre selvagge.
Testimonianze e ricordi
Il film è arricchito da interviste recenti con alcune delle persone coinvolte nella vicenda, tra cui il fratello gemello di Donn, che ammette, dopo nove giorni, “stavamo cercando un corpo.” Nel finale, viene presentata una raccolta efficace di filmati d’archivio che mostra come questa avventura si sia conclusa e come siano state raggiunte delle riconciliazioni.
Domande provocatorie
“Perso su una montagna nel Maine” lascia gli spettatori con una domanda intrigante: Donn sarebbe riuscito a sopravvivere se suo padre non fosse stato così rigido? Sin dall’inizio, Donald avverte il figlio: “A volte non hai scelta – porta a termine la tua battaglia.” È possibile che Donn abbia preso queste parole più a cuore di quanto entrambi avrebbero immaginato?
Guardando alla rappresentazione di competenza, autorevolezza e affidabilità del film, si può notare come la cura nella ricostruzione storica e la qualità delle interpretazioni contribuiscano a rendere questa storia di sopravvivenza ancora più credibile e coinvolgente.