“Singham Again”: un’analisi approfondita di un film grandioso e complesso
Un’esperienza cinematografica coinvolgente
Singham Again, quinto capitolo della saga Cop Universe diretta da Rohit Shetty, promette un’esperienza sensoriale senza pari. Con un cast stellare e una produzione imponente, il film adotta un’estetica visiva che punta all’opulenza. Dai battleships agli elicotteri, passando per automobili che esplodono e armi di ogni genere, ogni frame è progettato per incantare e stupire.
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Il cast e la durata del film
Il film vede protagonisti attori di primo piano del cinema indiano come Ajay Devgn, Akshay Kumar, Ranveer Singh, Tiger Shroff, Kareena Kapoor Khan, Deepika Padukone, Arjun Kapoor, Jackie Shroff, Ravi Kishan, Shweta Tewari e Dayanand Shetty. Diretto da Rohit Shetty, “Singham Again” ha una durata di 2 ore e 24 minuti.
Narrazione e sviluppo personaggi
La storia si basa su un concetto epico che eleva i personaggi principali a figure quasi divine. Singham (Ajay Devgn) rappresenta il perfetto poliziotto-supereore, affiancato da colleghi come Simmba (Ranveer Singh) e Sooryavanshi (Akshay Kumar). Questi personaggi incarnano ideali di giustizia e coraggio, agendo spesso come proprie entità giudiziarie.
Parallelismi con il Ramayana
Il film trae ispirazione dalla mitologia indiana, utilizzando il Ramayana come cornice narrativa. Singham rappresenta Lord Ram, mente sua moglie Avni (Kareena Kapoor Khan) è un alter ego di Sita. Altri personaggi come Simmba e ACP Satya (Tiger Shroff) sono paragonati rispettivamente a Lord Hanuman e Lakshman. Questo utilizzo costante di paralleli mitologici arricchisce la trama ma può risultare a tratti sovrabbondante.
Celebrazione e stato di culto
Da “Singham” (2011), esiste un filo conduttore che deifica i poliziotti protagonisti. In “Singham Again”, questo culto raggiunge nuovi apici, con i personaggi trattati come veri e propri eroi epici. La figura di Singham emerge come incarnazione divina, un processo che è stato gradualmente costruito nel tempo.
Analisi tecnica e critica cinematografica
Effetti visivi e colonna sonora
La regia di Shetty è caratterizzata da ampi angoli di ripresa e una colonna sonora pervasiva di Ravi Basrur, il tutto progettato per un effetto di overload sensoriale. Tuttavia, questa grandiosità potrebbe risultare alla lunga eccessiva, mancando di momenti di respiro e riflessione.
Azione senza sosta ma con poca soddisfazione
Sebbene Shetty eccella nella coreografia delle scene d’azione, create in collaborazione con Mayyank Taandon, la mancanza di una narrazione coerente limita la capacità del film di entusiasmare davvero. Gli spettatori si trovano spesso immersi in una sequenza continua di eventi spettacolari ma privi di una vera e propria catarsi cinematografica.
Punti di forza e debolezze
Star Power
La performance di Ajay Devgn come Singham rimane impeccabile, incarnando un personaggio di grande forza e integrità morale. Tuttavia, altri attori come Deepika Padukone e Tiger Shroff risultano sottoutilizzati, riducendo il loro impatto all’interno della trama.
Performance e Villain
Arjun Kapoor, nei panni di Danger Lanka, si impegna a reinterpretare il ruolo del cattivo in chiave moderna, ma non riesce a raggiungere il livello di minaccia di altri antagonisti celebri come Suriya’s Rolex in “Vikram” o Vijay Sethupathi in “Master”.
Considerazioni finali
Nonostante l’ambizione e la scala monumentale del progetto, Singham Again manca di quell’energia cinetica che rende i film veramente memorabili. Mentre l’indrattamento dei numerosi attori è notevole, la sovrabbondanza di interventi mitologici e scene d’azione finiscono per soffocare l’intrattenimento puro che ci si aspetterebbe da un film di questa portata.
Per Rohit Shetty, potrebbe essere il momento giusto di tornare ad esplorare il cinema dell’India meridionale per trovare nuovi stimoli e ispirazione.