Adrien Brody e la sua trasformazione per “The Pianist”: dietro le quinte di un ruolo iconico
Dalla guerra alla speranza: il viaggio di Adrien Brody
Due decenni prima di interpretare un architetto in fuga dall’Europa post Seconda Guerra Mondiale in The Brutalist del regista Brady Corbet, Adrien Brody si era già guadagnato il plauso della critica con The Pianist. Diretto da Roman Polanski, The Pianist racconta la storia di Wladyslaw Szpilman, un pianista e compositore polacco-ebraico sopravvissuto all’Olocausto, basandosi sul suo memoir del 1946. Il film esplora le difficoltà di Szpilman durante la guerra, mentre perde contatto con la famiglia ma trova forza nella musica.
Un percorso di crescita professionale e personale
Prima di questo ruolo, Brody aveva girato come protagonista in The Thin Red Line di Terrence Malick, solo per scoprire alla prima del 1998 che era stato quasi completamente tagliato; inoltre, aveva co-interpretato Summer of Sam di Spike Lee nel 1999. Roman Polanski inizialmente aveva considerato Joseph Fiennes, recentemente noto per Shakespeare in Love, per il ruolo di Szpilman, ma Fiennes era impegnato con una rappresentazione teatrale. Brody ottenne la parte dopo una lunga ricerca di casting e si immerse completamente nella preparazione.
La rigorosa preparazione per il ruolo
Un impegno quotidiano e personale
Per incarnare Szpilman, Brody si è sottoposto a una preparazione rigorosissima. Ha lavorato con quattro diversi istruttori di piano, praticando per ore ogni giorno. Inoltre, per calarsi fisicamente nel personaggio, Brody ha adottato una dieta ferrea per perdere 30 libbre. Questo sacrificio gli ha impedito di indulgere nei tipici piaceri culinari francesi durante le riprese a Parigi. “Essere in un posto dove non puoi mangiare pane è probabilmente il peggiore dei sacrifici,” ha ricordato Brody.
Un’esperienza di isolamento
Le riprese includevano un periodo di sei settimane nell’Europa orientale, durante il quale Brody era l’unico attore sul set. Questo periodo corrispondeva alla parte del film in cui Szpilman si nasconde in totale solitudine. “Ho trovato [il pianoforte] essere una meravigliosa distrazione non solo dalla fame ma anche dalla solitudine,” ha confidato l’attore.
Il successo mondiale e gli impatti personali
Riconoscimenti internazionali
The Pianist è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes nel maggio 2002, vincendo la prestigiosa Palme d’Or. Successivamente, il film è stato distribuito da Focus Features il 27 dicembre, raggiungendo 120 milioni di dollari al botteghino globale. Ha ricevuto sette nomination agli Oscar, con vittorie per Brody, Polanski e lo sceneggiatore Ronald Harwood.
Il peso del successo
All’età di 29 anni, Adrien Brody è diventato il più giovane vincitore nella categoria miglior attore agli Oscar. Tuttavia, il viaggio emotivo legato al film non è stato facile. Brody ha dichiarato di aver sperimentato la depressione per un anno dopo la conclusione delle riprese, un’esperienza che, nonostante tutto, gli ha offerto una nuova prospettiva di vita. “Oltre ai benefici ovvi per la carriera e agli elogi ricevuti, ha cambiato la mia vita come uomo,” ha affermato l’attore.
Un’eredità duratura
L’eredità di The Pianist non risiede solo nei premi e negli incassi, ma anche nei profondi cambiamenti personali che Brody ha attraversato. Il film è divenuto un simbolo del potere dell’arte di superare le avversità, mettendo in luce la forza della musica come strumento di resistenza e speranza.
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