L’era delle shortlist: come i premi stanno plasmando l’industria cinematografica
L’annuncio delle shortlists degli Oscar in 10 categorie può ricordare la pubblicazione dei sondaggi d’uscita il giorno delle elezioni: fornisce informazioni preziose su come si stanno orientando i votanti, ma presenta comunque delle limitazioni.
Netflix in testa alle nomination
Nell’annuncio di quest’anno, tra i favoriti spicca Emilia Pérez di Netflix, con ben sei citazioni. Anche Universal con Wicked (quattro) e Fox con Alien: Romulus, Apple con Blitz, Warner Bros. con Dune: Part Two, Paramount con Gladiator II e Universal con The Wild Robot, che hanno ricevuto tre segnalazioni ciascuno, hanno dimostrato forza e solidità.
È interessante notare che film come Anora di Neon, A Real Pain di Searchlight e Nickel Boys di Amazon/MGM non compaiono in nessuna shortlist. Questo potrebbe suggerire che non siano riusciti a colpire l’Academy, ma va considerato che questi film non presentano canzoni originali né effetti visivi o sonori centrali, lasciando poche possibilità di essere inseriti nelle shortlists.
Analisi tecnica delle candidature
È curioso osservare film dove alcuni aspetti tecnici erano fondamentali, ma che hanno avuto una ricezione mista. Conclave di Focus, ad esempio, ha ricevuto attenzione per la colonna sonora, ma non per il suono o gli effetti visivi. Nosferatu, candidato per trucco e parrucco e colonna sonora originale, mancava invece di segnalazioni per suono ed effetti visivi.
Anche film come The Substance di Mubi e A Complete Unknown di Searchlight hanno seguito simili percorsi contrastanti.
Due film, Joker: Folie à Deux di Warner e Furiosa: A Mad Max Saga, sono stati completamente ignorati nelle shortlist, nonostante i precedenti capitoli avessero ricevuto numerose nomination. Joker del 2019, ad esempio, era stato nominato per trucco/parrucco e colonna sonora, vincendo per quest’ultima. La mancata inclusione di questi sequel sembra ingiusta, dato che il lavoro artigianale sui film del 2024 è altrettanto impressionante.
Documentari: una gara aperta
La lista dei migliori documentari include tutti i titoli più quotati: Sugarcane, Soundtrack to a Coup d’Etat, Daughters e Black Box Diaries. Tuttavia, manca Super/Man: The Christopher Reeve Story di Warner, rivelando una storica avversione del ramo documentaristico per i film sulle celebrità. Anche se Will & Harper e Eno sono stati inclusi, l’assenza di Super/Man potrebbe avere un impatto significativo sulla gara.
Netflix ha rivendicato una buona fetta delle candidature con Daughters, Will & Harper e The Remarkable Life of Ibelin. Altre nomination sono andate a documentari sociali e a pellicole incentrate su temi israeliani, come No Other Land e The Bibi Files.
Lungometraggi internazionali: grandi assenti
Tra i lungometraggi internazionali, tutte le candidature più attese sono rientrate nei 15 finalisti, eccezion fatta per In Her Place di Netflix, film cileno di Maite Alberdi. Del resto, il comitato di selezione indiano ha scelto Lost Ladies invece di All We Imagine as Light, nonostante quest’ultimo fosse già stato premiato da vari critici e festival.
Musica: sorprese e conferme
Sorprendentemente, la canzone di Miley Cyrus Golden Globe e Critics Choice nominata non è presente tra le 15 avanzate, mentre Emilia Pérez ha ottenuto due posti per le canzoni “El Mal” e “Mi Camino”.
Ancora più sorprendente l’esclusione di Jon Batiste e Alexandre Desplat, entrambi vincitori di Oscar in passato.
Suono e trucco: titoli sorprendenti
Il suono di Maria di Netflix non è stato considerato, così come Waltzing with Brando si è trovato inaspettatamente nelle shortlist per trucco e parrucco, superando titoli più noti. How to Make Millions before Grandma Dies, film tailandese dalla straziante comicità, è tra i finalisti per miglior film internazionale.
In questo intricato percorso di selezione, ogni anno spuntano sorprese e delusioni, dimostrando che il viaggio verso la gloria dell’Oscar è sempre imprevedibile.