Cinema indipendente arabo in ascesa: Il successo al Red Sea Film Festival
Il cinema indipendente arabo sta vivendo una rinascita in termini di successo sia nei festival che a livello commerciale. Ad affermarlo è Antoine Khalife, direttore dei programmi arabi e classici cinematografici del Red Sea Film Festival, che sottolinea l’esempio del thriller egiziano “Flight 404“, che ha incassato oltre 4 milioni di dollari in Arabia Saudita quest’anno.
Cinema indipendente egiziano: Un nuovo spirito moderno
Khalife elogia lo spirito moderno del recente cinema indipendente egiziano e ha scelto due titoli per la selezione ufficiale di quest’anno:
Seeking Haven for Mr Rambo tratta di un uomo sfrattato che cerca una nuova casa per sé e il suo cane fedele, mentre Snow White racconta la storia di una donna con nanismo che sviluppa una relazione su internet. Khalife afferma che questi film sono molto moderni e altamente originali, non limitandosi semplicemente a trasmettere un messaggio.
Film di apertura del Red Sea: Un ponte tra Saudita ed Egitto
Il film di apertura del Red Sea è una coproduzione saudita-egiziana intitolata ”The Tale Of Daye’s Family“, che narra la storia di un ragazzo albino nubiano di 11 anni che viaggia al Cairo per partecipare a una versione egiziana di “The Voice.” La protagonista, Aseel Omran, è un’influencer di grande rilievo in Arabia Saudita, con ben 7 milioni di follower.
Sezione Arab Spectacular: Un’omaggio al cinema creativo
Per la sezione Arab Spectacular del Red Sea, Khalife ha selezionato il film egiziano “Abdo and Saneya“, un film muto in bianco e nero su una coppia di agricoltori egiziani che si recano a New York. Khalife spiega che il comitato di selezione voleva scegliere qualcosa di creativo, evitando film puramente commerciali.
Focus sui film nordafricani
I film indipendenti dal Nord Africa sono un altro punto cruciale dell’edizione di quest’anno. Il festival ha selezionato pellicole tunisine come “Agora” e “Red Path“, che sono stati proiettati anche a Locarno. In particolare, “Aicha” ha colpito per la sua narrazione innovativa, raccontando la storia di una ragazza che assume una nuova identità per trasferirsi in Tunisia e iniziare una nuova vita.
Inaugurazione di un nuovo multiplex a Jeddah
Il Red Sea Film Festival inaugurerà un nuovo multiplex cinematografico nel quartiere recentemente ristrutturato di Al-Balad a Jeddah. Khalife afferma che questo spazio sarà utilizzato per organizzare retrospettive, programmi speciali, proiezioni indipendenti e documentari.
Il sostegno del Red Sea Film Festival ai cineasti locali
La selezione ufficiale del festival è completamente indipendente dai progetti scelti dal Red Sea Lodge o dal Red Sea Fund. Tuttavia, molti progetti sono nati grazie al sistema di supporto del Red Sea. Un esempio significativo è “Inshallah a Boy“, che è stato tra i primi film supportati dal Red Sea Lodge e ha avuto un grande successo in vari festival internazionali.
Khalife sottolinea che uno dei principali benefici del sistema di supporto del Red Sea è stato aiutare i cineasti locali a lavorare sui loro script. “I cineasti sauditi hanno molte storie da raccontare sul passato del paese,” afferma. Molti film locali si concentrano su storie di vita familiare, spesso girate all’interno delle case, come il corto “Mera Mera Mera,” che affronta temi di solitudine, malinconia e depressione.
Commedie saudite di successo
L’Arabia Saudita sta producendo anche alcune commedie locali di grande successo. Khalife cita l’esempio recente di “Sattar” e di ”Lail Nahar,” una commedia molto interessante su un cantante d’opera famoso sui social media che rischia di essere cancellato perché accusato di razzismo. “Abbiamo deciso di organizzare una sessione di Gala per questo film,” afferma Khalife.
Il legame con l’Asia
Il Red Sea Film Festival sta anche cercando di rafforzare i suoi legami con l’Asia. L’Arabia Saudita ha una relazione molto forte con vari paesi asiatici, in particolare Indonesia, Giappone, Corea del Sud e Cina. L’interesse locale per le produzioni asiatiche è in crescita, soprattutto per i film d’animazione, come dimostrato dalla coproduzione “The Journey” tra Arabia Saudita e Giappone.
Khalife conclude che il punto focale per i cineasti sauditi deve essere trovare approcci narrativi moderni e innovativi. “Non è solo una questione di fondi. Dobbiamo sviluppare la creatività perché, senza cineasti forti e buone storie, il cinema non sarà rilevante.”