Un Natale da favola: Chris Columbus e l’origine di “Home Alone”
Il destino di Chris Columbus e il cinema natalizio
Chris Columbus, apprezzato regista di pellicole natalizie come “Home Alone” e “Home Alone 2: Lost in New York”, ha affrontato un percorso inaspettato prima di abbracciare questi celebri progetti. Durante un episodio di un noto podcast dedicato ai premi cinematografici, Columbus ha ricordato come un incontro surreale con Chevy Chase, star di “National Lampoon’s Christmas Vacation”, abbia segnato l’inizio della sua avventura nel cinema natalizio.
Un incontro surreale con Chevy Chase
Tutto iniziò quando John Hughes, la mente dietro molte commedie classiche, inviò a Columbus il copione di “National Lampoon’s Christmas Vacation”. Columbus, desideroso di rilanciarsi dopo alcuni flop al botteghino, accettò con entusiasmo. Tuttavia, il primo incontro con Chevy Chase fu decisamente singolare.
“Chiedendogli delle domande sul film, Chase sembrava poco interessato. Dopo 40 minuti mi chiese: ‘Aspetta un momento, sei tu il regista?’ Io risposi di sì, e lui replicò: ‘Ah, pensavo che fossi un batterista.’ Non ho mai capito cosa intendesse.”
Successivamente, Hughes propose una cena a tre per risolvere la situazione, ma l’esperienza risultò ancora peggiore. Chase ignorava Columbus e cambiava argomento ogni volta che si parlava del film. Columbus decise così di abbandonare il progetto, nonostante l’incertezza sul suo futuro.
La svolta con “Home Alone”
Una settimana dopo, Hughes inviò a Columbus un altro script: quello di Home Alone. La mossa si rivelò decisiva. Columbus trovò il copione entusiasmante e accettò il nuovo incarico.
Sebbene Hughes fosse insistentemente favorevole a Macaulay Culkin per il ruolo di Kevin McCallister, Columbus inizialmente esitò, incontrando circa 300 altri bambini prima di riconoscere il talento unico di Culkin.
“Quando incontrai nuovamente Macaulay, fu magico. Hughes aveva ragione fin dall’inizio.”
L’aneddoto su Chris Farley
Columbus svelò anche un curioso retroscena riguardante Chris Farley, il quale fece un provino per il ruolo del Babbo Natale in Home Alone.
“Farley arrivò alle 7 del mattino, dopo una notte brava a Chicago. Non era al meglio della forma, e dovemmo scartarlo. Tuttavia, col tempo diventammo amici e spesso ricordavamo quell’audizione.”
Le domande sul lavoro dei McCallister
Un altro dibattito che ha acceso l’interesse dei fan riguarda le professioni dei genitori McCallister, che permettevano loro di mantenere una splendida casa a Chicago.
“Nei nostri discorsi, io e John decidemmo che Kate McCallister, interpretata da Catherine O’Hara, fosse una stilista di successo, come suggerito dai manichini in cantina. Quanto a Peter McCallister, John Heard, non ricordo precisamente, ma probabilmente lavorava nella pubblicità, ispirato dall’esperienza di Hughes.”
Escludendo l’ipotesi di legami con la criminalità organizzata, Columbus ha voluto precisare che, nonostante la presenza di questo fenomeno a Chicago all’epoca, non era questa la fonte del benessere dei McCallister.
L’eredità di un classico natalizio
L’incontro tra Chris Columbus e John Hughes ha dato vita a uno dei più iconici film di Natale di tutti i tempi. La gestione dei casting, l’attenzione ai dettagli scenografici e la trama avvincente hanno permesso a “Home Alone” di entrare nei cuori del pubblico di tutto il mondo.
Un successo senza tempo
Il processo creativo dietro “Home Alone” dimostra l’importanza dell’intuizione e della collaborazione tra regista e produttore. La decisione di Hughes di insistere su Culkin e la capacità di Columbus di riconoscere il talento quando lo vede hanno trasformato un potenziale flop in un classico senza tempo.
Un esempio di sinergia professionale
La storia di Columbus con Hughes rappresenta un esempio di sinergia perfetta nel mondo del cinema. La fiducia reciproca, la condivisione delle visioni artistiche e la capacità di sfruttare le opportunità anche nei momenti di incertezza sono elementi chiave per il successo in questo settore altamente competitivo.
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