# Un tuffo dietro le quinte: la creazione di "The Brutalist"
Scopriamo il processo creativo, le sfide tecniche e le ispirazioni dietro il film epico di Brady Corbet
Il cinema artigianale: un'arte in evoluzione
Il mondo del cinema è spesso caratterizzato da budget milionari e effetti speciali sorprendenti. Tuttavia, "The Brutalist" rappresenta un ritorno alla cinematografia artigianale, con un budget relativamente modesto e un approccio di regia meticoloso e conciso.
Una visione audace con risorse limitate
Nonostante la durata di tre ore e mezza, il direttore della fotografia Lol Crawley ha affrontato il progetto con una collaborazione preesistente con il regista Brady Corbet (precedentemente avevano lavorato insieme su "The Childhood of a Leader" e "Vox Lux"). Uno degli aspetti più interessanti è il fatto che il film è stato girato in 35mm, utilizzando il formato VistaVision, che permette una risoluzione maggiore senza necessità di girare effettivamente su pellicola 70mm.
> "Lavorare con Brady è un'esperienza molto diretta", afferma Crawley. "Siamo sempre stati pragmatici e chiari su ciò che volevamo ottenere".
Un film ambientato nel mondo reale
"The Brutalist", che narra la storia dell'architetto ungherese Laszlo Toth (interpretato da Adrien Brody), evoca atmosfere intense grazie a location reali. Le sequenze girate nelle cave di marmo di Carrara, in Toscana, riflettono l'ambizione e la brutalità degli ambienti ritratte.
Girato in 34 giorni, il film ha sfruttato ogni minuto di luce naturale disponibile, con sequenze che possono essere viste nelle versioni per festival in pellicola 70mm. Una delle scene più impegnative è quella ambientata alla fine del crepuscolo, dove tutta l'illuminazione era data dalla luce naturale del tramonto.
Il dramma dietro la macchina da presa
Le sfide della luce naturale
La gestione della luce naturale è una delle sfide più grandi per qualsiasi direttore della fotografia. Nel caso di "The Brutalist", una delle scene più difficili è stata quella girata in una cava di marmo avvolta nella nebbia. L'atmosfera surreale creata dalla nebbia ha arricchito la sequenza con una qualità onirica che ha contribuito al tono del film.
> “Quando siamo arrivati sul set, non vedevamo nulla”, racconta Crawley. “Tuttavia, ciò ha aggiunto una bellezza unica alla scena, trasmettendo un senso di straniamento e sogno”.
Scene cruciali in un'unica ripresa
L'importanza della coreografia e della pianificazione
Un altro elemento distintivo di "The Brutalist" è l'uso di lunghe riprese singole. Una delle scene più drammatica e tecnicamente impegnativa coinvolge il personaggio di Felicity Jones durante una cena che degenera in violenza.
> “Quella scena è stata girata con una Steadicam che veniva usata come una telecamera a mano”, spiega Crawley. “Il risultato è un'immersività totale che cattura ogni emozione e movimento del momento”.
Ispirazioni artistiche
Per prepararsi a queste sequenze, Crawley ha studiato opere di pittori modernisti come Andrew Wyeth ed Edward Hopper. Inoltre, ha tratto ispirazione da un libro datogli da Corbet che esplorava lo stile degli edifici brutalisti, permettendo di integrare visivamente l'architettura con la narrazione.
Il connubio tra architettura e narrazione
Girare in luoghi reali non solo arricchisce l'estetica del film ma anche la sua autenticità narrativa. La scelta di utilizzare il marmo di Carrara come sfondo non è stata casuale; questi ambienti reali hanno reso visibile la tensione tra la bellezza naturale e le violenze umane rappresentate.
> “L'ambiente stesso sembra essere brutalizzato dall'umanità”, osserva Crawley. “Questo riflette uno dei temi centrali del film: il contrasto tra creazione e distruzione”.
Un'epica moderna
"The Brutalist" è un esempio notevole di come limitazioni di budget possano essere superate con creatività e precisione tecnica. Crawley e Corbet hanno dimostrato che è possibile realizzare un'opera cinematografica ambiziosa e coinvolgente, indipendentemente dalle risorse finanziarie.
> Scopri altri dietro le quinte e le storie del cinema visitando THR.com/behindthescreen.
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