L’incanto di Ed Lachman: la maestria dietro l’obiettivo in “Maria”
Ed Lachman, una leggenda vivente del cinema indie, si prepara a ottenere una nuova nomination all’Oscar grazie alla sua collaborazione con il talentuoso regista cileno Pablo Larraín. Già candidato lo scorso anno per la sorprendente fotografia in bianco e nero della favola gotica satirica “El Conde” di Larraín, Lachman torna alla ribalta nella categoria della miglior fotografia con il suo lavoro straordinariamente pittorico su Maria, il film biografico di Netflix sulla vita e il mondo interiore della grande diva dell’opera del XX secolo, Maria Callas, interpretata da Angelina Jolie.
Un incontro tra giganti del cinema
Durante una recente sessione di discussione, Lachman ha svelato i complessi schemi di scelte tecniche riguardanti l’uso della camera, l’illuminazione e i colori che hanno contribuito alla creazione delle immagini eleganti e mozzafiato di “Maria”. Il direttore della fotografia ha anche discusso la sua fruttuosa collaborazione con Jolie e Larraín, illustrando i principi che hanno guidato il suo lavoro dopo decenni dietro la macchina da presa.
La sfida di rappresentare un’icona
Lachman ha lavorato con un vasto numero di registi pionieri, inclusi Werner Herzog, Wim Wenders, Robert Altman, Paul Schrader, Sofia Coppola, Steven Soderbergh, Larry Clark, Mira Nair, Ulrich Seidl, e in modo particolare con Todd Haynes. Nella produzione di “Maria”, Lachman ha riscontrato una sfida unica: rappresentare l’intensa psicologia di Maria Callas, già ampiamente documentata in video casalinghi, registrazioni professionali delle sue esibizioni e ritratti fotografici.
Un caleidoscopio di stili visivi
La soluzione è stata sviluppare un’ampia varietà di stili cinematografici e formati con cui girare Angelina Jolie, rappresentando le diverse sfaccettature dei ricordi, delle immaginazioni e delle esperienze di realtà della diva. Lachman ha utilizzato una combinazione testurizzata di 35mm, 16mm e Super 8mm, insieme a lenti vintage, per catturare questa diversità di percezioni visive.
L’atmosfera di un’epoca
Il lavoro di Lachman è stato celebrato per la sua capacità di evocare il periodo rappresentato. La città di Parigi del 1977 è rappresentata in tonalità autunnali soffici e suggestive, con transizioni in bianco e nero o filmati a colori granulosi per le numerose ritirate nella memoria di Callas. La sua abilità unica di utilizzare differenti texture cinematografiche ha permesso agli spettatori di entrare nella mente della protagonista, esprimendo ciò che pensava e sentiva.
“Ho sentito che queste diverse texture ci avrebbero permesso di entrare nel suo pensiero e nel modo in cui questo pensiero esprimeva il suo essere,” spiega Lachman. “Viveva in una realtà amplificata, sul palco e fuori dal palco. Lei stessa diceva, ‘Il palco è la mia mente e l’opera è la mia anima.'”
Un’opera visivamente affascinante
L’eccezionale lavoro di Lachman in “Maria” non solo arricchisce il film ma eleva anche i contributi raffinati del designer della produzione Guy Hendrix Dyas e del costume designer Massimo Cantini Parrini. Gli sforzi collettivi di questo team di talento hanno dato vita a un’opera visivamente straordinaria.
La premiere a Venezia e oltre
“Maria” ha debuttato in anteprima mondiale al Festival del Cinema di Venezia in agosto. Il film sarà visibile nei cinema selezionati del Nord America a partire dal 27 novembre e sarà disponibile in streaming su Netflix dall’11 dicembre.
Un viaggio nella mente di un’icona della musica
Il film promette di offrire uno sguardo intimo e affascinante sulla vita e il mondo personale di Maria Callas, grazie alla maestria visiva di Ed Lachman. Con ogni inquadratura, Lachman permette agli spettatori di percepire l’opera della vita di Callas attraverso gli occhi della celebre cantante, creando un’esperienza cinematografica che riflette perfettamente la complessità e la bellezza della sua esistenza.
Riflessioni finali
Mentre il film si prepara a raggiungere un pubblico più ampio, i contributi di Ed Lachman continuano a ricevere elogi per la loro bellezza e profondità visiva. La sua arte nella cinematografia non solo arricchisce il narrato ma trasforma ogni scena in una pittura vivente, offrendo una prospettiva unica e immersiva nella vita di una delle più grandi artiste del secolo scorso.